philosophy and social criticism

Falsario o sovversivo?

M. D.

Maria Attanasio, Il falsario di Caltagirone, Sellerio, Palermo 2007.

Tra la primavera del 1920 e l’autunno del 1922, la città di Catania fu invasa da una pioggia di «benefiche e anonime» banconote da cinquecento lire. Furono in molti a beneficiare di questo insperato «dono della provvidenza», ma pochi si chiesero da dove, più prosaicamente, provenissero i soldi recapitati con discrezione e regolarità alle famiglie più povere, tramite anonime lettere postali o fatti ritrovare agli angoli delle strade di periferia.Nemmeno gli esperti della Banca d’Italia si accorsero mai di nulla, arrivando a sostenere, molti anni dopo e a carte ormai scoperte, che ognuna di quelle misteriose banconote «era un capolavoro d’arte», più bella di qualsiasi pezzo di carta mai uscito dalla Zecca dello Stato.

A realizzare il miracolo, in un laboratorio che definire di fortuna è ancora poco, fu Paolo Ciulla, «uomo dalle mani d’oro» che, ormai vecchio e reso quasi cieco dall’uso prolungato di acidi e solventi, finì sotto processo proprio alla vigilia del colpo di Stato che consegnò l’Italia nelle mani di Benito Mussolini. Acclamato come un eroe dalla gente comune, condannato in seguito a un lungo processo per falso e gravissimi reati contro la fede pubblica, osservato nei suoi gesti e nei movimenti da psicologi lombrosiani ossessionati dai profili criminali e attori in cerca di nuovi caratteri di scena (il grande Angelo Musco su tutti), Ciulla riuscì, nonostante tutto e tutti, a conservare intatto il proprio segreto e il mistero sulle ragioni di un gesto all’apparenza tanto folle.

A ricostruire la vicenda di Ciulla -dopo una ricerca appassionata e grazie a una scrittura brillante – è Maria Attanasio che nel suo ultimo libro, Il falsario di Caltagirone (Sellerio, pp. 224, euro 10), traccia un memorabile profilo di questo antieroe, nato a Caltagirone nel 1867 e morto nel 1931, in un ospizio tristemente denominato «Albergo dei Poveri Invalidi». Molte e controverse furono le motivazioni di Ciulla: Attanasio le ripercorre partendo dal suo contesto familiare borghese, attraverso le prime, traumatiche esperienze politiche, fino alla fuga – in conseguenza delle posizioni socialiste e quasi anarchiche assunte da Ciulla – in Argentina, passando per il carcere e il ricovero in un manicomio du Buenos Aires.

Pittore dal talento straordinario, ma incapace di contenere il proprio estro dentro binari consoni «alla carriera», Paolo Ciulla riuscì a innovare alcune tecniche e procedimenti fotografici, realizzando forse proprio nelle cinquecento lire false, un’opera di rivalsa di inestimabile valore sociale e politico, oltre che artistico.