philosophy and social criticism

Posts tagged ‘tysm’

P. K. Dick, un filosofo mascherato

Il 2 marzo 1982, in un ospedale dell’Orange County, California, moriva Philip K. Dick. In quel momento Dick non era ancora diventato un autore «di culto» (tranne, forse, per certi aspetti, in Francia): era dunque conosciuto solo fra i lettori di fantascienza, genere a cui si era dedicato (volente o nolente – all’inizio della sua carriera più nolente che volente) per tutta la sua vita. Ma in questo frattempo la sua fama è cresciuta, anche fuori dagli angusti confini del genere, e Dick è oggi considerato come uno dei più importanti scrittori del secondo Novecento.

"Léon Degrelle"

Hugo Claus: un filo rosso nel secolo nero

La bestialità individuale, suggerisce Hugo Claus, è sempre una conseguenza diretta o indiretta di una idea nazionalistica eretta a programma educativo, e in questo senso la decostruzione del movimento rexista e l’anatomia del fascismo in Belgio diventano importanti, perché illuminano un contesto, anziché ricondurlo su un piano di mera perversione individuale.

Ancora destra e sinistra?

Destra e sinistra come polarizzazioni simboliche della politica hanno ancora senso? In via del tutto provvisoria -scrive Elvio Fachinelli – “propongo l’uso implicito e il privilegio, in ogni valutazione intellettuale, di qualcosa che si potrebbe chiamare creatività-generatività, contrapposta a non creatività e non generatività”

"Sophie, Photographe"

#tysm

tysm è un acronimo e come tale i dizionari di lingua inglese più attenti al parlato lo segnalano: «Thank You So Much», che asciugato alle sole…

Jankélévitch: un istante di grazia tra le rovine del tempo.

Anche «l’atto di scrivere esige una perfetta innocenza», osservava Vladimir Jankélévitch, «e l’innocenza è sempre più rara in questo teatrino filosofico in cui regnano l’opinione degli altri e la gloria di apparire, in cui tutto inizia con un manoscritto e finisce con un manoscritto».

"Rasputin"

Rasputin

Rasputin secondo Elémire Zolla – che ne scrisse in una articolo su Conoscenza Religiosa – tutto era fuorché il “demone” che solitamente viene associato al suo nome. Una lunga, meticolosa opera di mistificazione ha nascosto il vero Rasputin

La necessità della disobbedienza civile

Quali i limiti della disobbedienza civile? Per definizione si fermano al di qua della violenza, in quanto si tratta di una tattica illegale ma nell’ambito della struttura, se non della legalità, almeno del civis; un tentativo di dimostrare ai nostri concittadini che l’interesse comune richiede un tale ripudio della lettera allo scopo di salvare lo spirito

"Milton"

Lavorare nelle tenebre. Maurice Blanchot

«Noi lavoriamo nelle tenebre, facciamo quel che possiamo, diamo ciò che abbiamo. Il nostro dubbio è la nostra passione e la nostra passione è il nostro compito. Il resto è la follia dell’arte». A queste parole, riprese da Henry James, Maurice Blanchot affidava il compito – ambizioso, ma chiaramente improbabile – di lambire, senza tentare per questo di definirla, la “strana esigenza di scrivere”.

"Fabbrica"

Andare, camminare, lavorare

di Francesco Paolella Nota su: Giorgio Bigatti e Giuseppe Lupo (a cura di), Fabbrica di carta. I libri che raccontano l’Italia industriale, Laterza, Roma-Bari, 2013. Una volta…

"Gambling"

Una faccia del gioco

di Giovanni Avorgna Pubblichiamo l’intevento di Giovanni Avorgna al 1° incontro nazionale della rete #NoSlot (→ QUI).  Il gioco non è un gioco! Sembra essere questa…

Un popolo

di Ignazio Buttitta Un popolo mettetelo in catene spogliatelo tappategli la bocca è ancora libero. Levategli il lavoro il passaporto la tavola dove mangia il letto…

"Ignazio Buttitta"

Un populu

di Ignazio Buttitta Un populu mittitilu a catina spughiatilu attuppatici a vucca è ancora libiru.