philosophy and social criticism

Basta minoranze! Sinistra e identità

Francesco Paolella

Questo libro parla di America, Reagan, Trump, Obama e New Left. Ma è una lezione che potrebbe servire anche a noi italiani. Si occupa della “pseudopolitica” che oggi domina nel campo della sinistra, sempre più identitaria e sempre meno progressista (questa la tesi di Mark Lilla in estrema sintesi). Oggi la sinistra (americana, ma anche quella europea) non si interessa più di Stato e di cittadinanza. Di patriottismo non si può nemmeno parlare… Tutto si riduce, in una degradante assenza di futuro, alla difesa di tante minoranze, che sono poi sempre altrettante “vittime” (della polizia, del mercato, del razzismo, del maschilismo…), ma senza più trovare un legame che sappia tenere assieme gli uomini. Esiste ormai una democrazia senza più democratici: solo una massa di “io”, non più un “noi” spendibile nel dibattito politico.

Il marxismo sapeva almeno garantire un’analisi della storia. Oggi ci si limita ad esporre il proprio “io”, la propria identità autocostruita. Ha ragione Lilla: facebook rappresenta la perfetta antitesi dell’idea stessa di cittadinanza: su facebook (e simili) sono io che scelgo i miei legami, che baso il mio giudizio sulle opinioni dei miei “amici” (uguali alle mie); la cittadinanza, il senso di appartenenza a una comunità di pari (pure nelle infinite, sgradevoli differenze) ha bisogno di un legame che viva fra tutti, indistintamente; un legame minimo, persino astratto o soltanto simbolico, eppure pesante. Di contro, la sinistra occidentale ha assimilato del tutto il più crudele individualismo e la cultura dei “diritti civili” si è risolta nel narcisismo; così ci si riduce, illudendosi di “fare politica”, a difendersi dal trumpismo e dal populismo. Ma che cosa si sa offrire, di più e di diverso?

La cultura di sinistra è oggi davvero quella dei “rivoluzionari col posto fisso”: élites urbane, di intellettuali e borghesi, innamorati delle minoranze oppresse, della fluidità, della trasgressività che è allo stesso tempo perbenismo. La cultura accademica rappresenta poi, tanto in America quanto in Europa, l’apoteosi di questa auto-castrazione: il consumismo culturale delle élites (democratiche, antifasciste, antirazziste ecc. ecc.) ha deciso di abbandonare ogni visione complessiva della società: ad esempio, questo comporta la riduzione della storia a un susseguirsi di rivoluzioni, persecuzioni, emancipazioni, lotte… Così, non conta più la verità, ma è la purezza di chi parla a contare: io, scegliendo di definirmi con una certa identità o come difensore di quella, assumo il diritto (esclusivo) di dire la verità, liquidando come profanazioni tutte le opinioni diverse o dissidenti.

I partiti progressisti non sanno più dire quello che vogliono per tutti, in generale, ma soltanto quello che non vogliono in particolare, caso per caso… Il tramonto del marxismo, la vittoria dei movimenti identitari affermatisi dal ’68 in avanti (ambiente, gay, femminismo) ha contribuito a provocare, paradossalmente, la fine di ogni solidarietà. Non vale più il vecchio “Lavoratori di tutto il mondo…”: oggi posso tranquillamente ignorare i lavoratori di casa maia, consacrandomi a battaglie più o meno esotiche…

L’antipopulismo, in breve, non è una vera strategia politica, ma finisce in una farsa, in una rappresentazione di “lotte” a vocazione immancabilmente minoritaria, come se governare non fosse più l’obiettivo di tutta la vita politica. La sinistra (anche italiana, anzi soprattutto) non potrà ambire ad essere rilevante finché non saprà essere comprensibile a tutti ed effettivamente utile alla comunità dei cittadini, non vergognandosi di occuparsi dei problemi “volgari” dei più piccoli.

D’altra parte, è vero che non serve a nulla la nostalgia (magari in stile Veltroni): le fotografie di Berlinguer o di Di Vittorio, non dicono più nulla oggi; bisogna invece saper costruire nuove identità di massa, nuove strategie, nuove ideologie.

[cite]

 

tysm review
philosophy and social criticism
issn: 2037-0857
creative commons license this opera by t ysm is licensed under a creative commons attribuzione-non opere derivate 3.0 unported license.
based on a work at www.tysm.org