philosophy and social criticism

Posts from the ‘avanguardie e capitalismo’ category

L’edificio della letteratura

“La poesia non si sente né col cervello, né col cuore”, scriveva Nabokov, “ma con la spina dorsale”. Nessun autore, se non è un artista, riesce a darti il brivido nella schiena, l’orgasmo finale che è lo scopo dei degustatori raffinati. A questo livello della grande costruzione trovi i creatori di forme e miracoli estetici, trovi le Solitudini di Gongora e Salammbô e Alla ricerca del tempo perduto e Finnegans Wake e Lolita e L’arcobaleno della gravità. Se la letteratura fosse fatta di parole, come diceva Mallarmé, Nabokov sarebbe il più grande scrittore al mondo. Ma la letteratura non è fatta di parole.

"Mirafiori"

L’inchiesta prima di tutto: Vittorio Rieser

Tutto il discorso di Vittorio Rieser puntava a reintrodurre un nodo fortemente presente nella tradizione marxista-leninista e invece fino a quel momento quasi del tutto assente nella riflessione dei «Quaderni rossi», ossia il nodo della «coscienza di classe», perché a suo avviso proprio su questo elemento l’inchiesta doveva insistere, per poter costruire un progetto politico che andasse oltre l’immediatezza dei comportamenti conflittuali.

"Raniero Panzieri"

Raniero Panzieri: contro il conformismo delle pratiche

Ci vuole anticonformismo, è necessario spezzare senza pietà il conservatorismo delle pratiche e delle idee, occorre consapevolezza piena dei mutamenti di fondo, coraggio, come diceva Raniero Panzieri, di rompere radicalmente, ma rompere per continuare. Non rompere per liquidare.

"Paolo Volponi"!

Non c’è più niente da raccontare

“Ci sono le categorie sessuali, i prodotti farmaceutici, letterari, cinematografici, dietetici, comportamentali. obbligativi. C’è tutto e c’è il contrario di tutto”. Ma che cosa resta da raccontare?

"Nietzsche ai cani"

Non gettare Nietzsche ai cani

“…Oggi occorre sapere che un teologo, un prete, un papa, non appena aprono bocca a pronunciare una frase, non solo sbagliano ma mentono… Le nozioni di aldilà, quella stessa di anima, sono arnesi di tortura, sistemi di crudeltà, usando i quali il prete diventò padrone e padrone rimase”

"Nietzsche"

Nietzsche, profezia o innocenza

Tra i Frammenti postumi (nov. ’87 – marzo ’88) di Nietzsche si trova un testo, spesso citato, che porta il titolo di “Prefazione”. Testo insuperabile quello dei frammenti postumi; perché gelidi, nudi d’ogni veste letteraria, d’ogni “menzogna” artistica, d’ogni “opera d’arte”.

"La Monnaie vivante"

Il Dio della scena. Pierre Klossowski, per esempio

Narrazione che si fa quadro, il quadro vivente è qualcosa di ben distinto dalla posa (pittorica, poi fotografica, più tardi cinematografica), sempre finalizzata alla produzione successiva d’un oggetto smerciabile, e si apparenta semmai al teatro, da cui si differenzia per il carattere semi-privato e per definizione amatoriale. Prendiamo Klossowski, per esempio

"Marco Dotti"

Dalí, salvatore romanziere

«Perché ho scritto questo romanzo?», si chiede Dalí. «Io trovo il tempo per fare tutto quello che voglio e volevo scrivere questo romanzo» e poi «la storia contemporanea offre una struttura eccezionale per un romanzo sull’evoluzione e i conflitti delle grandi passioni umane, e perché la storia della Seconda guerra mondiale, e in modo più specifico la storia del fortunoso dopoguerra, doveva fatalmente essere scritta».

Illusioni di autonomia. Note su desiderio, cinema e capitalismo.

Difficilmente il cinema potrà restituire un’immagine sintetica del capitalismo, perché questo “non è un oggetto fuori dal Sé, ma è un tutto che circonda il Sé, che lo sovradetermina e lo abbraccia”. La narrazione cinematografica sembra impossibilitata a mettere in immagini quel tutto. Per sua natura, insomma, il cinema tende a concepire il capitalismo come un “oggetto gettato fuori dall’occhio” e, proprio spostandolo fuori dal punto di vista, riproduce “l’illusione che il punto di vista [stesso] ne sia escluso”

"Qe della Bce"

QE con IQ

Si è parlato molto in questi giorni di quantitative easing, altrimenti detto “allentamento quantitativo”, ossia quella misura di creazione e iniezione di 60 miliardi di Euro al mese per i prossimi 19 mesi da parte della Bce. Ma di che cosa stiamo parlando?

Guerra impura

La «guerra impura» nasce dal globalismo inteso come cambiamento di scala. Il globalismo riduce tutto al più piccolo fra i comuni denominatori possibili: è così che anche un singolo individuo può significare una guerra totale – e quando dico uno, possono ovviamente essere due, tre, dieci.

Un incontro con Mussolini (1925)

Un giovane giornalista, Miguel Ángel Asturias, futuro premio Nobel per la letteratura intervista Benito Mussolini. Siamo nel 1925. “Che impressione mi ha fatto Mussolini? Non saprei, neppure io riesco a darmi una risposta quando me lo chiedo”

Abu Ghraib e il terrore quotidiano

Nella primavera del 2004 diventano di dominio pubblico le immagini del carcere irakeno di Abu Ghraib, dove i soldati americani si lasciano fotografare – sono in posa e allegri – mentre torturano i prigionieri. Nessuno può aver dimenticato l’orrore di quelle scene. Scene di una catastrofe post-democratica, dove l’orrore coincide con l’immagine dell’orrore, reiterata, ostentata, sovraesposta nel quotidiano