philosophy and social criticism

La guerra all’improvviso

Il nuovo libro di Andrea Molesini ha anzitutto il pregio di farci respirare l’atmosfera di incredulità e di smarrimento che colse tutti in quei giorni del 1914. Quando si scrive di guerra, in primo luogo il primo compito è quello di evocare il più possibile il clima, le emozioni, la paura, l’esaltazione. In secondo luogo, è inevitabile scontrarsi con la follia della guerra, con la irreparabilità radicale della violenza, con lo smarrimento che uccide gli animi

di Francesco Paolella

Nota su Andrea Molesini, Presagio, Sellerio, Palermo, 2014.

Nei giorni a cavallo tra la fine di luglio e l’inizio di agosto del 1914, il nostro mondo, vecchio e progredito, si accorse all’improvviso di star cadendo giù, nel disastro. Si sgretolò pezzo a pezzo tutto il palazzo maestoso della vita europea, ormai vinto dalla noia e da una impazienza (sia pure inconsapevole) della fine.

In quei giorni d’estate Niccolò Spada, creatore ambizioso e audace del Grand Hotel Excelsior al Lido di Venezia, conosce e vive altri disastri, di singoli individui: il suicidio, la follia, la disperazione, l’impossibilità di amare e di lasciarsi amare. Il disastro incombente dello scoppio del conflitto travolge il suo mondo popolato da ricchi clienti e svuota il suo albergo. Una tribù cosmopolita e annoiata che deve lasciarlo solo: è ormai passato troppo tempo dall’ultima guerra. Troppa energia distruttiva si è ormai accumulata.

« C’è troppo quiete, troppa sicurezza… e troppa noia. E’ dalla guerra franco-prussiana che non si fa più baccano. Mezzo secolo… mezzo secolo di bagordi, di buoni affari, di espansione, di progresso, come piace dire a voi uomini. Non trova che sia un po’ troppo? L’immaginazione va alimentata, chiede dramma e strazio, è uno squalo… insaziabile» (p. 19).

Queste parole sono la sintesi (allo stesso tempo cinica e superficiale, lungimirante e banale) di una cliente (una marchesa) che rimarrà al centro di tutto questo romanzo. Il dramma della guerra finisce infatti per investire con i suoi guai e i suoi impedimenti il dramma di questa marchesa, Margarete von Hayek, il cui fascino, dovuto a un segreto terribile, risulta essere non meno forte della sua disperazione, e per la quale il commendator Spada finisce per provare una attrazione a tratti ferina.

Questo nuovo libro di Andrea Molesini ha anzitutto il pregio di farci respirare l’atmosfera di incredulità e di smarrimento che colse tutti in quei giorni del 1914. Quando si scrive di guerra, in primo luogo il primo compito è quello di evocare il più possibile il clima, le emozioni, la paura, l’esaltazione. In secondo luogo, è inevitabile scontrarsi con la follia della guerra, con la irreparabilità radicale della violenza, con lo smarrimento che uccide gli animi. La follia è l’altro polo del libro di Molesini. Grazie a lui entriamo negli stanzoni polverosi e puzzolenti del manicomio veneziano di San Servolo: qui conosciamo l’apocalisse individuale di un uomo, Viktor Meyer, professore alla Sorbona, impazzito perché responsabile del suicidio del figlio.
Il professor Meyer, rimasto come incantato (e incatenato) davanti all’immagine del figlio impiccato, non fa che scrivere la parola Wahrheit: la verità può essere intollerabile, e nessuna riparazione può essere possibile.
Tutto nel libro spinge verso un orizzonte di morte, di abbandono. Una morte che da Venezia corre ovunque, prende il largo del mare. E i vivi sono ormai costretti a rincorrere i morti, invano.

Il Presagio scelto da Molesini come titolo del libro ha a che fare senza dubbio con il mondo dei sogni, ma anche con i segni incombenti di una guerra che già in quel 1914 si poteva immaginare come radicalmente nuova e che avrebbe comportato una radicale «mutazione culturale», con la distruzione di un mondo intero.

«Ma io odio la guerra perché credo che quel che distrugge non può più essere riedificato. Oh… la specie sopravviverà, perché è sempre riuscita a farlo, in ogni tempo, in ogni guerra, ma questa volta potrebbe subire, lo temo davvero, una mutazione» (p. 69).

___________________________

tysm literary review, vol. 10, no. 15, june 2014

creative commons licensethis opera by t ysm is licensed under a creative commons attribuzione-non opere derivate 3.0 unported license. based on a work at www.tysm.org.

issn:2037-0857