philosophy and social criticism

Posts tagged ‘guerra’

Etienne Balibar: «Il fantasma del corpo estraneo»

“Migrante” non è lo stesso che “immigrato”. Tutto è molto confuso. Perché le persone sono razziste? Quali sono i meccanismi? Quali le paure? Bisogna identificarle e comprenderle. La paura è che la gente si insedi: è il fantasma del corpo estraneo, la cui definizione è sempre arbitraria.

Intervista a Robert Capa

Il 25 maggio del 1954 a Thài Binh, Vietnam, moriva Robert Capa mentre, al seguito delle truppe francesi, stava documentando la prima guerra d’Indocina. Durante un appostamento il suo piede finì su una mina: l’incidente pose fine ad un’esistenza straordinaria. Per ricordarlo proponiamo la traduzione di un’intervista realizzata nel 1947 in occasione dell’uscita del suo celebre libroSlightly out of focus(trad. ital. Leggermente fuori fuoco), registrata negli studi radiofonici della NBC, per il programma “Hi! Jinx”

Charles Péguy: «la storia passa dove vuole»

Ne La nostra giovinezza (1910), Charles Péguy aveva scritto: «quello che c’è di più imprevisto è sempre l’evento. Basta avere vissuto un po’ fuori dai libri di storia per sapere, per aver provato che tutto quello che si vuol far emergere è generalmente quello che accade di meno e quello che non si vuol far emergere è generalmente quello che accade». Ma che cosa accade alla storia, fuori dai libri di storia?

L’Occidente nella gabbia del nichilismo

Due movimenti guidano la nostra società: da un lato, la promessa di immortalità, potenza sfrenata, liberazione da ogni limite; dall’altro, l’assoluta impotenza davanti alla complessità del reale. I giovani sono le prime vittime del sogno fallito dell’Occidente: irrisi nella loro ricerca di fede, derisi quando chiedono ordine e forma, e non vuoti “diritti”, si vedono negare il diritto al conflitto: unica, vera risorsa per uscire dalla brutalità dei nostri tempi tristi. Un dialogo con lo psicoanalista argentino Miguel Benasayag

Pensiero critico: antidoti differenziati al culto del tempo presente

“I concetti non sono già fatti, non stanno ad aspettarci come fossero corpi celesti. Non c’è un cielo per i concetti; devono essere inventati, fabbricati o piuttosto creati e non sarebbero nulla senza la firma di coloro che li creano”. È forse questo pensiero di Deleuze e Guattari a tracciare nel modo migliore la rotta degli eterogenei saggi che compongono questo libro, nel quale si affrontano alcuni dei principali problemi posti dal pensiero critico contemporaneo.

No alla guerra di civiltà

Non si può reagire che con orrore alla follia omicida degli attentati jihadisti a Parigi. Sono una “rappresaglia” ai bombardamenti francesi in Siria? O una punizione inflitta alla Francia “immorale e miscredente”? Se ne potrà discutere all’infinito, ma l’essenziale è altrove.

Lo straniero dentro casa

Lo straniero, il diverso, si è fatto prossimo. Lasciata la zona d’ombra che lo voleva sconosciuto, enigmatico, minaccioso o pericolosamente attraente, prende oggi contorni più reali, parla lingue famigliari, non nasconde il desiderio di somiglianza.

È la guerra, bellezza. Ma per i mercati finanziari tutto è come prima

Che l’etica non sia di casa sui mercati finanziari è una verità vecchia come il mondo. Ma è sempre bene ricordarlo, soprattutto per capire quanto è successo dopo gli attacchi terroristici a Parigi dello scorso venerdì 13 – l’ “11 settembre d’Europa” – dove hanno perso la vita 132 persone. Cos’è successo? Niente.

Carl Schmitt aveva ragione?

In una delle ultime pagine di Der Nomos der Erde Schmitt scrive: «Se le armi sono in modo evidente impari, allora decade il concetto di guerra simmetrica, nella quale i combattenti si collocano sullo stesso piano. Se questa possibilità viene meno, l’avversario più debole diventa semplice oggetto di coazione. Si acuisce allora in misura corrispondente l’ostilità fra le parti in guerra. Chi si trova in stato di inferiorità sposta la distinzione fra potere e diritto nell’ambito del bellum intestinum. Il più forte vede invece nella propria superiorità militare una prova della sua justa causa e tratta il nemico come un criminale».

Civilizzati e barbari nel corpo esangue dell’Occidente. Dialogo con Alberto Abruzzese

“Questo è il nostro finale d’epoca, il momento critico di relitti e derelitti del tempo e dello spazio della civilizzazione che invadono, accerchiano e penetrano al proprio interno e al loro esterno: sono percepiti come barbari tanto da chi è disposto o crede di essere disposto a includerli, magari per farli fruttare nel corpo esangue della civiltà occidentale, quanto da chi li esclude credendosi ultima barriera di difesa dei vecchi regimi della modernità”. Un dialogo a tutto campo con Alberto Abruzzese

"Colette, 1917"

Natale a Roma

Scritto per il mondano e raffinato “La Vie Parisienne”, pubblicato nel giorno di Natale del 1917, questo racconto di Colette – “L’hiver a Rome” – si inscrive tra i reportage, le istantanee, i piccoli o grandi acquarelli attraverso i quali l’autrice di Chéri coglie l’air du temps – ed è un tempo di guerra – del suo soggiorno romano. Guerra o non guerra, Roma, per lei, fu sempre e comunque una «ville sans rivale», per il suo sole, i suoi giardini, i suoi mendicanti e la sua gente chiassosa e indocile, ma viva.

Libia, quel deserto strategico

Marinella Correggia Se il petrolio è una delle cause economiche dei bombardamenti Nato sulla Libia (e di tanti altri conflitti), chissà se anche per il Sole…