philosophy and social criticism

Posts tagged ‘Jean Baudrillard’

Jean Baudrillard: “l’esaltante incertenza del gioco”

La seduzione gioca con il desiderio, ma non è il desiderio. Il gioco “gioca” col giocatore, lo comprime nell’incertezza. Ma c’è un’incertezza positiva, osserva Baudrillard, un’esaltante incertezza. Quella che ci permette di dire che “no, i giochi non sono ancora fatti”

Il gioco delle perle di vetro

La parola intento contiene dunque una segnatura etimologica: svela la tensione nella volontà di uno sguardo che cerca il luogo della visione tra consapevolezza e inconscio, tra Io e Sé, tra Visibile ed Invisibile; un ponte gettato dall’anima sulla necessità di cogliere la sua stessa «trama [armonia] nascosta» per ricongiungerla con «quella manifesta», secondo le parole di Eraclito. Un tragitto ardito e impervio, che si tende tra Cosmo e Caos.

Passioni ludiche senza desiderio

“Nessun giocatore deve essere più grande del gioco stesso”. La battuta di un film a suo modo chiave, Rollerball,veniva posta da Jean Baudrillard in sergo al terzo capitolo del suo De la séduction, pubblicato nel 1979 per i tipi di Galilée. Proprio da questo lavoro – e dalla traduzione di Pina Lalli – pubblichiamo un estratto, importante per la riflessione sul “destino politico della seduzione”, che si dipana, nel suo asse centrale, proprio attraverso le dinamiche del gioco. Un gioco che “assorbe non solo il giocatore, ma il mondo”, scriveva Baudrillard e lo consegna a all’infinita deriva del ludico.

"Peter Halley"

Circuiti disintegrati: Peter Halley

Ci sono paradossi che si inscrivono direttamente nelle forme, anche in quelle più lineari e semplici. Nel lavoro di Peter Halley questi paradossi assumono forma di «diagrammi sociali», di celle, di «microchips» stilizzati, di circuiti di linee e cortocircuiti di colori a rappresentare – in qualche modo – il calco di una «realtà» in preda alla follia spettacolarizzata e travolta nel suo flusso alienante.

La caccia felice. Su Italo Calvino

Nella misura in cui il romanzo, soprattutto moderno, può essere considerato come la forma letteraria dell’assenza, il Cavaliere inesistente di Italo Calvino ne riprende il tema fondamentale. Esso “incarna” questa assenza, ma secondo una modalità leggera e barocca. La crisi dei valori è messa in scena, giocata, parodiata. Calvino non mira al radicalismo e siamo lontani dal romanzo oggettivo.

Last minute market

Vanni Codeluppi La riflessione critica sulla società dei consumi non se la passa troppo bene: se escludiamo la letteratura di orientamento ecologista, sono ben poche le…