philosophy and social criticism

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La rivendicazione contro il mondo secondo Maurice Blanchot

«Se Maurice Blanchot si rivolge a tutte le grandi opere della letteratura mondiale e le intesse nel nostro linguaggio», osserva Michel Foucault, «lo fa proprio per dimostrare che queste opere non si possono mai rendere immanenti, che esse esistono al di fuori, che sono nate al di fuori e che, se esistono al di fuori di noi, noi siamo a nostra volta al di fuori di esse. E se manteniamo un certo rapporto con queste opere è a causa di una necessità che ci costringe a dimenticarle e a lasciarle cadere fuori di noi».

"San Francesco"

L’amicizia

Poco incline ai riflettori, di Maurice Blanchot (1907-2003) esistono pochissime fotografie, quasi nessuna presenza in “scena” (conferenze, dibattiti), nessun protagonismo. Saggista e scrittore comunque prolifico, scelse la parola scritta come forma di comunicazione verso quegli amici lontani – i lettori – a cui allude un bellissimo lavoro, L’amicizia (Marietti, Genova 2010). «La mia amicizia complice», scriveva Blanchot, «ecco ciò che posso donare agli uomini».

"Milton"

Lavorare nelle tenebre. Maurice Blanchot

«Noi lavoriamo nelle tenebre, facciamo quel che possiamo, diamo ciò che abbiamo. Il nostro dubbio è la nostra passione e la nostra passione è il nostro compito. Il resto è la follia dell’arte». A queste parole, riprese da Henry James, Maurice Blanchot affidava il compito – ambizioso, ma chiaramente improbabile – di lambire, senza tentare per questo di definirla, la “strana esigenza di scrivere”.