philosophy and social criticism

Swift, modesta proposta

Patrizia Barchi

Una modesta proposta per impedire che i politici italiani siano a carico dei cittadini o del loro paese, e a renderli utili alla comunità.

Una modesta proposta

È cosa ben triste, per quanti passano per Roma o viaggiano per il nostro Paese, vedere le strade, sia in città, sia fuori, e le porte delle case, affollate di politici che domandano i soldi seguiti da tre, quattro o sei guardie del corpo tutte vestite con giacca e cravatta, e che importunano così i cittadini.

Penso che tutti i partiti siano d’accordo sul fatto che tutti questi politici, in quantità enorme, costituiscono un serio motivo di lamentela, in aggiunta a tanti altri, nelle attuali deplorevoli condizioni di questo Paese; e, quindi, chiunque sapesse trovare un metodo onesto, facile e poco costoso, atto a rendere questi politici parte sana ed utile della comunità, acquisterebbe tali meriti presso l’intera società, che gli verrebbe innalzato un monumento come salvatore del paese.

Per parte mia, dopo aver riflettuto per molti anni su questo tema importante ed aver considerato attentamente i vari progetti presentati da altri, mi son reso conto che vi erano in essi grossolani errori di calcolo. È vero, un politico appena insediato in Parlamento può nutrirsi del suo potere per tutta la vita con l’aggiunta di molti altri poteri, ed è appunto quando si insediano sullo scranno che io propongo di provvedere a loro in modo tale che, anziché essere a carico dei cittadini o delle cittadine, contribuiranno invece al risanamento della società..

Io quindi presenterò ora, umilmente, le mie proposte che, voglio sperare, non solleveranno la minima obiezione.

Un Americano, mia conoscenza di Londra, uomo molto istruito, mi ha assicurato che un politico sano e ben stipendiato, a qualsiasi età è il cibo più delizioso, sano e nutriente che si possa trovare, sia in umido, sia arrosto, al forno, o lessato; e io non dubito che possa fare lo stesso ottimo servizio in fricassea o al ragù.

Espongo allora alla considerazione vostra che, dei centoventimila milioni di politici italiani calcolati, ventimila milioni possono essere riservati alla riproduzione della specie, dei quali sono un quarto maschi, il che è più di quanto non si conceda ai montoni, ai buoi ed ai maiali; ed il motivo è che questi politici sono di rado frutto del matrimonio, particolare questo che i nostri giornalisti non tengono in grande considerazione, e, di conseguenza, un maschio potrà bastare a quattro femmine. I rimanenti centomila milioni, a qualsiasi età potranno essere messi in vendita a persone di qualità e di censo in tutto il Paese, avendo cura di avvertire Napolitano di farli abbuffare abbondantemente l’ultimo mese prima della vendita, in modo da renderli tutti grassocci e paffutelli, pronti per una buona tavola. Un politico renderà due piatti per un ricevimento di amici; quando la famiglia pranzerà da sola, il quarto anteriore o posteriore sarà un piatto di ragionevoli dimensioni e, stagionato, con un po’ di pepe e sale, sarà ottimo bollito al quarto giorno, specialmente d’inverno.

Ho calcolato che, in media, un politico appena incaricato venga a pesare in media 75 kg e che in un anno solare, se nutrito passabilmente, arrivi a 118.

Ammetto che questo cibo verrà a costare un po’ caro, e sarà quindi adattissimo agli imprenditori, i quali sembra possano vantare il maggior diritto sui politici, dal momento che hanno già beneficiato la maggior parte dai politici.

I più parsimoniosi (ed io confesso che la nostra epoca ne ha bisogno) potrebbero scuoiare il corpo, la cui pelle, trattata artificialmente, dà meravigliosi guanti per signora e stivaletti estivi per signori eleganti.

Per quanto concerne la nostra città di Roma, potrebbero apprestarsi mattatoi per codesta bisogna; e possiamo star certi che non mancheranno i macellai; anche se io vorrei raccomandare di comperar vivi i politici e di prepararli caldi, appena finito di usare il coltello, come si fa per arrostire i maiali.

Non è improbabile che persone scrupolose possano criticare severamente una pratica di questo genere (benché del tutto ingiustamente, com’è ovvio), considerandola come qualcosa che rasenti la crudeltà; e confesso che, nel caso mio, questa è sempre stata la più forte obiezione ad ogni progetto, anche se presentato con le migliori intenzioni.

Alcune persone, portate allo scoraggiamento, si preoccupano molto della grande quantità di politici italiani in età avanzata, sani e vegeti, e mi si è chiesto di indirizzare le mie riflessioni alla ricerca di metodi atti a sollevare la nazione di un peso tanto gravoso. Però questa faccenda non mi preoccupa punto, perché è noto che muoiono e vanno in putrefazione ogni giorno per boria e presunzione, per la cattiveria e l’ignoranza, con una rapidità che si può considerare ragionevole. Quanto ai politici più giovani, va detto che la loro attuale situazione non offre maggiori speranze. Non possono trovare lavoro e, di conseguenza, fanno i politici per raccomandazione, a tal segno che, se viene loro affidato un qualsiasi comune incarico, non sono in grado di farlo.

La digressione è stata troppo lunga, e quindi ora torno al mio argomento. Io ritengo che i vantaggi offerti dalla mia proposta siano molti e più che evidenti, e anche della massima importanza.

Potrebbero elencarsi molti vantaggi. Ad esempio, l’aumento di qualche miliardo di esemplari nella nostra esportazione di politico in barile, la maggior diffusione della carne di politico, ed un miglioramento nell’arte di fare il buon prosciutto di politico che si trova in quantità tanto scarsa a cagione del grande consumo che facciamo di politici da latte, una pietanza troppo frequente nelle nostre mense che tuttavia non è neppure alla lontana paragonabile, sia per il sapore sia per la figura che fa, a quella fornita da un politico adulto, grasso e ben pasciuto: il quale, arrostito intero, farà una splendida figura alla feste dei compleanno, di paese, della città o a qualsiasi altro ricevimento pubblico. Ma questo ed altro voglio tralasciare, preoccupandomi di esser conciso.

Supponendo che ogni famiglia italiana comperi costantemente carne di politico, in aggiunta ad altri che potrebbero acquistarla in liete circostanze, particolarmente per i matrimoni e per i battesimi, calcolo che l’Italia consumerebbe settimanalmente circa 22.900.000 di esemplari.

Io non prevedo obiezione possibile alla mia proposta, a meno che non si insista nel dire che la popolazione del Paese in questo modo diminuirebbe notevolmente. Lo ammetto ben volentieri, ed è questo, di fatto, uno degli scopi principali della mia proposta. Prego il lettore di osservare che il mio rimedio è destinato soltanto ed unicamente a questo paese d’Italia e a nessun altro che sia mai esistito, che esista o abbia ad esistere nel futuro sulla Terra.

Quanto a me, per fortuna mi è venuta in mente questa proposta che, essendo interamente nuova, presenta alcunché di solido e di concreto, è di nessuna spesa e di poco disturbo, rientra pienamente nelle nostre possibilità di attuazione, e non fa correre il rischio di recar torto all’Europa o all’America. Infatti questo tipo di merce non tollera l’esportazione, perché la carne di politico è di consistenza troppo dura per consentire una lunga durata; anche se forse io potrei nominare un Paese che sarebbe ben contento di mangiarsi per intero tutta la nostra nazione.

Dopo tutto, non sono così tenacemente avvinto alla mia idea da rifiutare qualsiasi proposta che venga fatta da persone di buon senso, che sia altrettanto innocente, facile da mettersi in pratica, efficace e di poco costo.

A questo punto, io invito quei politici, ai quali non garba il mio progetto, e che forse avranno il coraggio di azzardare una risposta, ad andare a chiedere prima di tutto ai cittadini italiani se non pensino, oggi come oggi, che sarebbe stata una grande fortuna quella di essere andati in vendita come cibo di qualità, alla maniera da me descritta, evitando così tutta una serie di disgrazie come quelle da loro stessi provocate, per l’oppressione finanziaria sui cittadini, l’impossibilità volontaria di aiutarli, la mancanza dei mezzi più elementari di intelligenza, di riflessione e di abiti non firmati, con la prospettiva inevitabile di lasciare per sempre in eredità alla loro discendenza questi medesimi fatti, se non peggiori.

Dichiaro con tutta la sincerità del mio cuore che non ho il minimo interesse personale a cercar di promuovere quest’opera necessaria e che non sono mosso da altro motivo che il bene generale del mio Paese, nel miglioramento del nostro portafoglio, dell’istruzione e della sanità, e nella possibilità di offrire qualche piacevole passatempo agli abbienti.

(J. Swift, Una modesta proposta e altre satire)

 

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