Tetsuo: The Iron Man. La filosofia di Tsukamoto Shin’ya
Matteo Boscarol (a cura di), TETSUO: THE IRON MAN. LA FILOSOFIA DI TSUKAMOTOSHIN’YA,Mimesis Edizioni, 2013 ISBN:978-88-5751-101-6
Questo volume intende esplorare attraverso un’eterogeneità di sguardi e di approcci, le problematiche filosofiche scaturite da uno dei corpus cinematografici più dirompenti e densi di significati che sono apparsi negli ultimi decenni nel panorama mondiale, quello di Tsukamoto Shin’ya. Il suo cinema ha la potenza di porre delle domande che incrinano il fondamento stesso della nostra realtà e delle nostre vite riuscendo, con l’intensità e la violenza visiva che lo caratterizza, ad indicare anche delle nuove e possibili piste di esplorazione. Tutto ciò che emerge dai lavori del regista nipponico tocca così degli snodi cruciali con cui il pensiero contemporaneo deve, volente o nolente, fare i conti: i mille significati del corpo, l’ibrido dell’umano con il metallico, la potenza dell’inorganico, la figura femminile, i processi di trasformazione che da ogni parte ci attraversano ed infine lo spazio urbano, il luogo dove forse tutte queste tematiche finiscono per svilupparsi ed esplodere.
Tsukamoto Shin’ya è un regista nipponico ormai affermato anche a livello internazionale, è del 2011 la sua premiazione nella sezione Orizzonti del Festival del Cinema di Venezia, ma diventa noto al pubblico italiano già alla fine degli anni ottanta con il suo lungometraggio d’esordio Tetsuo: The Iron Man. Alfiere di un’indipendenza cinematografica estrema, il regista giapponese in questi ultimi due decenni ha continuato per la sua strada realizzando opere sempre sul limite e di una rara potenza visiva.
Matteo Boscarol è saggista e critico cinematografico, scrive di cinema e Oriente per Il Manifesto, Alias e altre testate italiane, collabora sulla rete con il blog Sonatine. Attualmente impegnato a studiare le relazioni fra Deleuze/Guattari ed il Giappone, ha curatoRock‘n Roll Virus di William S. Burroughs (Roma 2008), ed è intervenuto in volumi monografici su Satoshi Kon, Ōshima Nagisa, Sono Sion e con saggi in World Film Locations: Tokyo (Intellect Books, 2011) e Agalma n. 16 (Mimesis, Milano 2009). Collabora con alcuni festival cinematografici italiani in veste di osservatore (Torino, Milano, Festival dei Popoli) ed al momento è impegnato alla stesura di un volume sulla storia del documentario giapponese.
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