philosophy and social criticism

Enjoy Orgosolo

@tysmrivista

Orgosolo, @tysmreview

Di Valentina Porcheddu

I murales sardi saranno finalmente catalogati come opera d’arte. Riproponiamo oggi – 22 gennaio 2015 – un reportage della nostra Valentina Porcheddu, pubblicato su tysm il 5 maggio del 2010.

Una globalizzazione rovesciata

Su un grande muro di cemento, a qualche centinaio di metri dall’ingresso di Orgosolo, campeggia una finta pubblicità della Coca Cola. La globalizzazione investe anche la nota località della Barbagia, ma solo in chiave ironica. A ben guardare la scritta infatti, non si legge il nome della famosa bevanda americana ma quello del paese: enjoy Orgo ~ Solo [fig. 1].

fig. 1

Figura 1: Enjoy Orgosolo

Questo murale, realizzato di recente (2008), accoglie il visitatore ancor prima della roccia ‘travestita’ da bandito che, situata alle porte del paese, funge da ‘welcome to Orgosolo’ [fig. 2]. 

2:

Figura 2: Welcome to Orgosolo

Sebbene il linguaggio espressivo del muralista sia preso in prestito dalla pop-art, si coglie anche qui l’inconfondibile Orgosolo style, almeno per quanto riguarda l’ironia – talvolta cinica – con cui si guarda ai fatti di casa propria e a quelli del mondo.

Il murale scomparso

Fu invece con intento provocatorio che nel 1969 venne realizzato ad Orgosolo il primo murale di matrice politica, per iniziativa del gruppo anarchico ‘Diòniso’ guidato dal lucchese Giancarlo Celli.

Il murale – oggi scomparso  – riflettendo gli ideali sessantottini raffigurava una cartina dell’Italia con un vistoso punto interrogativo al posto della Sardegna, metafora del disinteresse dello Stato per l’Isola. La penisola trovava invece la sua rappresentazione in una donna coronata da un cilindro a stelle e strisce, a sua volta simbolo dell’influenza degli Stati Uniti. L’Italia reggeva con una mano una bilancia, i cui piatti contenevano le raffigurazioni del lavoro e dei ‘poteri forti’ ovvero industria e finanza. Su quest’ultimo piatto una spada, impugnata dalla figura allegorica nell’altra mano, falsava il peso a significare l’indifferenza delle istituzioni nazionali verso le classi sociali più svantaggiate. Al centro del dipinto un’arma da fuoco stilizzata teneva sotto tiro alcune figure prone. Tutta la scena sovrastava una cupola con la scritta ‘tabù’, monito contro il potere della Chiesa, che fu già motivo di ‘censura’ prima della definitiva scomparsa del dipinto [fig. 3]. [Nota 1]

fig. 3

Figura 3

Origine e rivolta

Sempre nel 1969, Giancarlo Celli firmò un murale pubblicitario per il negozio di abbigliamento dell’orgolese Nicolò Rubanu. Nell’angolo di un edificio ancor oggi esistente, Celli dipinse due figure maschili vestite l’una da ‘Signore’, l’altra da ‘Pastore’. Lo slogan era infatti: ‘Si entra vestiti da pastori, si esce vestiti da signori’ [fig. 4]. Per una fortuita coincidenza, il ‘69 ad Orgosolo non è solo l’anno di nascita del muralismo ma anche la data di un importante avvenimento di storia locale. Si tratta della rivolta – pacifica e pacifista –  di Pratobello con la quale la popolazione orgolese si oppose alla volontà del governo italiano di impiantare un poligono di tiro sull’ unica ‘ricchezza’ del paese, 13000 ettari di terreno già destinato al pascolo. Più precisamente, il 27 maggio del 1969, in seguito all’affissione ad Orgosolo dei manifesti della Brigata Trieste che imponevano ai pastori e ai braccianti di abbandonare il territorio di Pratobello e trasferire il bestiame altrove, il Circolo giovanile del paese divulgò la notizia tramite volantini ciclostilati ed organizzò la prima assemblea popolare. Mentre i sindacati ed i partiti si scontravano con il Circolo, il 9 giugno dello stesso anno, 3500 orgolesi – donne, uomini e bambini – occupavano i campi. Dopo un mese di resistenza e dialogo con i soldati, la vittoria arrivò senza che si verificasse un solo episodio di violenza.[Nota 2]

Figura 4

Figura 4

I manifestanti di allora che chiedevano ‘concimi, non proiettili’ e ‘pascoli liberi dai cannoni e dai padroni’ sfilano ancora fieri in un magnifico murale del pittore senese Francesco Del Casino, vero e proprio ‘leader’ del muralismo orgolese [fig. 5].

Figura 5

Figura 5

Il tentativo di occupazione militare nel territorio di Pratobello è raffigurato in un altro significativo murale di Del Casino, che ricorda i versi di una canzone popolare dedicata proprio a quell’evento storico: ‘imberes de trattores pro arare, arriban carrarmados e cannones e truppas de masellu da addestrare’ [fig. 6]. [Nota 3]

Figura 6

Figura 6

Guerre o pace?

La tematica delle servitù militari, che coinvolse Orgosolo con gli eventi di Pratobello e che affligge ancora la Sardegna, indusse Francesco Del Casino a lanciare un urlo di disperazione: ‘sa bomba americana partida terra a terra dae Perda de Fogus colpidi una columba / sa bomba americana, si bi succedi gherra, diventat una tumba / tottu samenu logu de sa terra isolana’[fig. 7]. [Nota 4

Figura 7

Figura 7

Dai territori utilizzati per esercitazioni militari alla guerra vera e propria, il passo è breve ed ecco che anche le guerre, ‘antiche’ e recenti, vengono ricordate nei murales di Orgosolo. In Via Cadorna, una donna con in braccio il cadavere di una bambina si rivolge con rabbia all’omonimo generale : ‘E a te Cadorna, non bastan gli accidenti che a Caporetto ne hai ammazzati tanti / Noi si patisce tutti questi pianti e tu, nato d’un cane, non li senti…’ [fig. 8].

Figura 8

Figura 8

E mentre Maiani sostituisce la scritta INRI con ‘Proite’ [Nota 5] sulla croce del Cristo e dipinge dietro le sue spalle un paesaggio di sangue e desolazione [fig. 9]…

Figura 9

Figura 9

… Buesca fa piangere in sardo le donne dell’Iraq : ‘morit sa zente innossente pro sos profittos issoros/ sas mammas suni pranghende / torrami fizzu a su coro!’.[Nota 6] Le violenze del conflitto israelo-palestinese vengono invece condannate in una commovente sequenza dipinta nel 2004 da Lorcan Vallely e Naomi Smith [fig. 10].

Figura 10

Figura 10

Contro la guerra  e le sue conseguenze, non poteva non esprimersi Francesco Del Casino. Suo il Chaplin-soldato che afferma deciso ‘Un’altra guerra? No grazie’ [fig. 11].

Figura 11

Figura 11

Parole di pace sono trasmesse dal pittore senese tramite il pensiero di David Maria Turoldo [fig. 12], ideali di libertà attraverso quelle di Emilio Lussu [fig. 13] mentre un Gino Strada con ‘berritta’ e bastone siede sotto una celebre frase di Bertolt Brecht [fig. 14]. Non mancano inoltre, sui muri di Orgosolo, riferimenti al fascismo e ai partigiani del mondo [fig. 15, 16, 17, 18, 19].

 

Figura 12

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Figura 13

Figura 13

Figura 14

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Figura 15

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Figura 16

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Figura 17

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Figura 18

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Figura 19

Figura 19

Figura 20

Figura 20

Sensibile ad avvenimenti che hanno scatenato guerre e tragedie è anche Kikinu, muralista di spicco nel panorama orgolese. Dopo soli 17 giorni dall’attacco alle torri gemelle del 2001, dipinse quel fotogramma che è così ben impresso nella memoria di ognuno di noi, aggiungendo che ‘sos dirittos de sos populos non si ottenene hin sas barbaridades’ [Nota 7] Provocatoria la sua domanda davanti ad un’altra celebrre scena ovvero la ‘caduta’ di Saddam Hussein : ‘Quante stragi di innocenti per la fine di un tiranno?’ [fig. 21].

Figura 21

Figura 21

I muri di Orgosolo sono un giornale aperto sull’attualità, un libro di storia, un diario di memorie. Francesco del Casino racconta l’omertà attorno agli atti terroristici in Italia [fig. 22], e la nascita del femminismo in un murale dipinto assieme ad alcune artiste del paese [fig. 23]. Nel locale che ospita oggi  il Circolo di rifondazione comunista, rivive Carlo Giuliani [fig. 24] mentre in una strada del centro storico ancora Del Casino ricorda il golpe cileno del 1973 [fig. 25].

Figura 22

Figura 22

Figura 24

Figura 24

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Figura 24

Figura 25

Figura 25

Socialità murale

Alle tematiche storiche e politiche si affiancano quelle sociali, il lavoro [fig. 26, 27, 28] ed il principio di uguaglianza celebrato da Del Casino nella sua straordinaria rivisitazione del quadro ‘La liberté guidant le Peuple’ di Eugène Delacroix [fig. 29]. Il mondo è ingiusto, crudele, egoista [fig. 30, 31, 32] ma arrivano messaggi di speranza, di pace [fig. 33, 34]  e di solidarietà, come nell’azzurro murale di Del Casino che proclama : ‘Siamo tutti clandestini’ [fig. 35].

Figura 26

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Figura 27

Figura 27

Figura 28

Figura 28

Figura 29

Figura 29

Figura 30

Figura 30

Figura 31

Figura 31

Figura 32

Figura 32

Figura 33

Figura 33

Figura 34

Figura 34

Figura 35

Figura 35

Se andrete ad Orgosolo in cerca di banditi ne troverete due sul manifesto ‘scolorito’ del celebre film di Vittorio de Seta [fig. 36] ed uno steso a terra dopo la ‘caccia grossa’ dei gendarmi [fig. 37]. Se andrete ad Orgosolo con spirito libero dai pregiudizi e dalle macchie della Storia, scoprirete non solo un angolo di Sardegna ma un po’ di mondo. Un viaggio ad Orgosolo, insomma, è mille viaggi.

Figura 36

Figura 36

Figura 37

Figura 37

[Fotografie di Valentina Porcheddu, ad eccezione della n. 3]

Note

[1] Foto pubblicata sul sito del comune di Orgosolo . http://www.comune.orgosolo.nu.it/index.php?option=com_content&task=view&id=113&Itemid=100

[2] Sugli eventi di Pratobello consulta il seguente documento audio: http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4462&id=222205

[3] Trad. dal sardo: ‘Invece di trattori per arare, arrivano carri armati e cannoni e truppe da macello da addestrare’. Il testo della canzone ‘Pratobello’ è stato scritto nel 1969 da Nicolò Giuseppe Rubanu del gruppo Rubanu Orgosolo. Ascolta la canzone: http://www.youtube.com/watch?v=N-TIZ8nBcjw.

[4] Trad. dal sardo: ‘La bomba americana partita terra a terra da Perda de Fogus colpì una colomba / la bomba americana, se scoppia una guerra/ diventa una tomba ogni luogo ameno della terra isolana’.

[5] Trad. dal sardo: ‘Perché’.

[6] Trad. dal sardo: ‘Muore la gente innocente per i loro profitti / le madri stanno piangendo/ figlio ritorno al mio cuore’.

[7] Traduz. dal sardo : ‘I diritti dei popoli non si ottengono con la barbarie’.

tysm literary review

vol. 16, issue 21

january 2015

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