Scimmie gialle a Babilonia
Pierre Louÿs
Le ragazze più belle venivano dai regni dell’Asia. Tutti anni, le navi cheportavano ad Alessandria i doni dei tributari o degli alleati sbarcavano, insieme ai sacchi e agli otri, cento vergini scelte dai sacerdoti per il servizio del giardino sacro. Si trattava di misiane e di giudee, frigie e cretesi, ragazze di Ecbatana e di Babilonia, del golfo delle Perle e delle rive del Gange. Alcune erano bianche di pelle, con profili di medaglia e seni ben sodi; altre, brune come la terra bagnata di pioggia, portavano anelli d’oro, infilati nelle narici e scuotevano sulle spalle i loro capelli corti e scuri. Venivano anche da più lontano: figurine minute, lente, di cui nessuno conosceva la lingua e che assomigliavano a scimmie gialle. Avevano occhi allungati verso le tempie e capelli neri, lisci, pettinati in modo strano. Queste ragazze restavano tutta la vita timide come animali smarriti.
[Tratto da: Aphrodite (1896), versione di Giuseppe Gennari]