philosophy and social criticism

Marx alla rovescia

di Patrizia Barchi

Alla base della società di oggi (e della storia) c’è l’ozio, che è ciò che rende l’uomo simile alla bestia.

La storia non è altro che un processo statico basato su forze improduttive.

Ognuno deve dare il suo contributo sociale secondo le proprie incapacità.

La democrazia del proletariato, che nasce dalla dittatura comunista, è rivolta alla fortificazione dello Stato e alla creazione di una società capitalista.

Nella società comunista il fine della produzione è l’accumulo di denaro.

Il minorvalore è la quantità di denaro che si spende.

L’oppio è la religione dei popoli.

Bisogna sempre fortificare la proprietà privata.

Il profitto non deve essere ripartito, ma deve andare tutto ai padroni.

Gli individui sono esseri asociali.

L’uomo proietta se stesso nel mondo attraverso l’ozio.

Il capitalismo trasforma il lavoro alienato in lavoro integrato.

Solo il capitalismo produce integrazione.

La realtà e la razionalità si incontrano solo in teoria, in pratica no.

Nel nuovo tipo di società non c’è alcuna collaborazione tra le persone.

Borghesia e proletariato ormai si sono ben integrati.

Bisogna superare il comunismo e consolidare la proprietà privata.

Le forze improduttive formano la struttura economica della società.

La pace di classe è la chiave di ogni sviluppo storico.

La merce non ha valore, i soldi vanno sperperati.

L’uomo nuovo è un essere parziale che non sa sfruttare in nessun modo le proprie potenzialità.
La storia non si ripete mai due volte.

Le circostanze non fanno l’uomo.

Tutti i filosofi hanno interpretato il mondo nella stessa maniera.

Gi uomini si giudicano da quello che pensano, non da quello che fanno.

La religione non va criticata.

Chi lavora guadagna, chi non lavora non guadagna.

I soldi tramutano l’infedeltà in fedeltà, l’odio in amore, il vizio in virtù, il dominio in schiavitù, l’intelligenza in stupidità.

Il comunismo vuole consolidare le classi.

Non esiste nulla che abbia valore senza essere un oggetto d’inutilità.

Più oggetti l’operaio produce, più può possederne.

Lavoratori di tutto il mondo, scioglietevi!

 

tysm review
philosophy and social criticism

vol. 26, issue no. 27

august 2015

issn: 2037-0857

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