Il crowdfunding dell’odio: xenofobia, terrorismo, biobusiness
Il crowdfunding è un sistema di finanziamento partecipato di imprese culturali, sociali, ecologiste. Un sistema importante, per l’economia sociale e solidale che ama presentarsi – e viene giustamente presentato – con parole quali “cooperazione”, “collaborazione”, “mutualismo” Tutto vero. Ma se una piattaforma mette a disposizione i propri servizi di crowdfunding per raccogliere fondi finalizzati a operazioni xenofobe o, addirittura, per finanziare milizie paramilitari che cosa diventa? Davvero l’intermediario è “neutrale”, quando sono in gioco questioni decisive, addirittura cruciali per la tenuta del sistema democratico?
La polemica si è scatenata quando i militanti di vari gruppi di estrema destra, tra i quali il francese Bloc identitaire (dalla cui costola discende Genération Identitaire e la sua filiale italiana), hanno lanciato una colletta per finanziare una nave anti-Ong da mandare nel Mar Mediterraneo per operazioni di monitoraggio e contrasto all’azione delle Ong. Anzi, l’appello conteneva un esplicito invito al «sabotaggio delle operazioni di salvataggio dei migranti in mare». Più chiari di così…
Tramite Paypal, la rete identitaria ha raccolto oltre 65mila euro con la campagna “Difendiamo l’Europa!”, soldi con i quali ha affittato la oramai tristemente nota C-Star.
Una massiccia protesta degli utenti ha indotto Paypal a ritirare il supporto logistico, ma la questione, oramai, è aperta. Ed è una ferita sociale, più che una questione teorica o tecnica. A rilanciarla è stato un esperto francese di comunicazione, Olivier Ertzscheid che, sul suo blog, ha ricostruito la vicenda e ribadito: il crowdfunding è la nuova frontiera del finanziamento della rete estremista europea. Come si può finanziare chi parla di “sabotaggio”? Non solo xenofobia, però. Sul filo della finanza partecipativa corrono molti, troppi fantasmi. Che poi si aggirano per l’Europa.
Oggi, la raccolta fondi della rete xenofoba prosegue sulla piattaforma WeSeachr, dove ha raggiunto oltre 200mila dollari di donazioni. WeSearchr è la piattaforma che si è inserita prepotentemente nel “mercato” della raccolta fondi della cosiddetta Alt-right, la destra alternativa. Business is business.
C’è la prostituzione. Con il caso di Eros, uberizzazione del sesso a pagamento che, grazie al protocollo di comunicazione blockchain, dovrebbe riuscire a eludere controlli e divieti. Con Eros, alcuni imprenditori americani provenienti dalle start up della Silicon Valley hanno creato un mercato decrentalizzazione della prostituzione difficile da colpire al cuore. Perché non ha un cuore. Molecolare, si serve della tecnologia blockchain per assicurare “privacy e segretezza”, rendendo così impossibile o quasi i controlli di sicurezza e polizia.Per finanziare Eros, i fondatori hanno lanciato una ICO (Initial Coin Offering, offerta di moneta iniziale), una sorta di offerta pubblica di finanziamento basato sulla criptomoneta, raccogliendo – a oggi – più di 7,6milioni di dollari.
Eros chiama thanatos e, sempre senza affondare nel deep web, ma rimanendo sulla superficie dell’iceberg c’è anche lo spinosissimo caso dell’Isis. Già nel 2015, l’unità antiriciclaggio francese aveva rilevato gli strani movimenti finanziari su una piattaforma – il nome non è stato divulgato per ragioni di sicurezza – dedicata alla raccolta fondi per aiuti umanitari. Molti dei donanti, erano infatti già attenzionati dai servizi di sicurezza. Un bel problema, insomma.
Anche in seguito al rapporto dell’unità investigativa Tracfin, dal gennaio scorso tutte le piattaforme di crowdfunding che operano in Francia sono sottooste all’obbligo di adozione di un codice di intermediazione finanziaria (IFP)finalizzato al controllo del riciclaggio, al finanziamento diretto o indiretto del terrorismo e, soprattutto, si sono viste imporre l’obbligo di conoscere l’identità di tutti i donanti.
Basta per non contenere la parte oscura del crowdfunding? Evidentemente no. C”è una rete di infrastrutture digitali e di tecnologie che rischiano di bloccare il cammino della solidarietà, offrendo autostrade alle persone sbagliate. L’alibi? Nel caso di WeSearchr, nessuno. In altri casi è il solito: le piattaforme sono neutrali. Come dire: noi vi diamo le armi, ma poi siete voi a decidere come usarle. Armi tecnologiche che nelle mani sbagliate, possono fare male, molto male, a tutto il sistema.
[cite]
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philosophy and social criticism
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