La mendicante mi guarda
DI ANTONIO PORTA
La mendicante mi guarda irridendo
e supplicandomi con odio tende la mano
e mi blandisce con un ricordo osceno,
non ha sospetti ha certezze, la mendicante anziana,
con il braccio destro fasciato, veste con proprietà,
cammina di sbieco sul marciapiede,
appoggia la guancia sulla spalla sinistra.
Così la mendicante attraversa il mio quartiere
(ma non erano spariti i mendicanti?)
mi accosta, non mi ferma, mi sfiora,
allontanandosi mi taglia in due con un sospetto,
tu fallirai come me, suggerisce.
Non ti sei accorto che la pensione è da fame?
Tu come vivrai, senza soldi?
Avrai il coraggio di stendere la mano?
Lo saprai fare o ti rideranno in faccia, ipocrita?
Chi si cura oggi dei giardini
dopo la tempesta del pomeriggio?
Eppure in questi giorni osservo
i rami spezzati ordinati a catasta,
le foglie in altri mucchi a seccare, poi
le incendieranno, fumi
da cimiteri vegetali.
Tra non molto anche la mendicante
verrà messa in ordine,
verranno a raccoglierla sul marciapiede,
la infileranno dentro un sacco di plastica nera,
la solleveranno come un Cristo,
con cautela le alzeranno prima una palpebra,
le riavvieranno i capelli grigi e bagnati,
la porteranno via nel furgone i due
necrofori comunali.
Nessuno mi avvertirà, nessuno mi chiederà di seguirla
nell’ultimo viaggio. Un giorno tutto ciò accadrà
spontaneamente.
6.7.1988