philosophy and social criticism

La stampa come prostituta

di Karl Kraus

Die Presse als Kupplerin apparve a Vienna il 19 giugno 1907 sulle pagine della Fackel, la rivista (interamente) diretta e (interamente) scritta da Kraus.

Lo scrittore viennese la riprese in seguito nella raccolta Sittlichkeit und Kriminalität (Morale e criminalità). A nostra volta, noi la riprendiamo dalla traduzione di Bianca Cetti Marinoni, pubblicata nel settembre 1976 per i tipi della Bur.

Il nostro mondo finirà, scriveva Kraus, per mano di una magia nera, la stampa. Prosegue Kraus: «Quando il vecchio sistema giornalistico andava in guerra, mentiva, non c’è dubbio. Ma si contentava di comunicare fatti non veri. Il nuovo sistema non ne è capace e si mette a rubare opinioni e naturalmente le opinioni gli marciscono in mano, diventando luoghi comuni» . Questa stampa, conclude Kraus, assomiglia sempre più a una latrina pubblica popolata da mezzane…

Quanto la ragazza facile è moralmente superiore all’articolista della rubrica economica, altrettanto lo è la mezzana al direttore del giornale. Lei non ha mai dato a intendere come costui di tener alti gli ideali, ma l’intermediario d’opinioni — che vive della prostituzione spirituale dei suoi dipendenti — spesso guasta il mestiere alla mezzana sul terreno che più le compete.

Se io, di tanto in tanto, ho richiamato l’attenzione sulle inserzioni erotiche della stampa quotidiana di Vienna, non l’ho fatto per sdegno puritano, Queste sono immorali solo in rapporto alla sedicente missione etica della stampa, proprio come le inserzioni di una lega per la difesa della moralità sarebbero quanto mai sconvenienti su dei giornali che si battono per la libertà sessuale. Come, del resto, gli eccessi di moralismo di una mezzana sono immorali non in sé, ma solo in rapporto alla sua missione.

Morale, in questo senso, è la difesa delle mezzane dalla concorrenza sleale degli editori di giornali, che esercitano il mestiere tra rischi molto minori. Lo Stato che sloggia le coppie di amanti da una casa d’appuntamenti non tutela il bene giuridico della pubblica moralità ma quello dell etica professionale delle mezzane.

Che però in una casa la facciata sia consacrata all’educazione del popolo e sul retro si realizzino profitti materiali combinando rendez-vous, gli pare più naturale e più morale della destinazione dell’edificio a casa di piacere e basta.

Vedove miserabili che vivono di subaffitto e spianano la via agli « incontri clandestini», vengono trascinate in tribunale; i proprietari di giornali mettono a disposizione le loro amministrazioni per lo sviluppo della più vivace attività erotici in tutte le sue varietà e continuano a lavorare indisturbati.

La Neue Freie Presse presta i suoi servigi a un «Giove» che «cerca Leda benestante» e raccomanda d’inoltrare le risposte a «Sacher Masoch», a un «Severin » che sotto la stessa sigla cerca la sua «Wanda», a un «consenziente» che anela, come il cervo alla fonte, una «dame sevère et impérieuse », e a un giovanotto che cerca una sistemazione «come accompagnatore presso signore distinto» e prega di scrivergli al casellario del giornale indirizzando la lettera a «Hors de nature».

Molto più corretto il Neus Wiener Tagblatt. Esso non entra in concorrenza con le mezzane ma mette a loro disposizione la sua pubblicità, e raccomanda disinteres- satamente una «signora S. 60425» che promette «discretissima, scrupolosa, esperta consulenza a distinti visitatori». Di certo nella sua «sentina di vizi» — non è questo il termine preferito dei cronisti giudiziari scandalizzati? — le cose vanno più secondo natura che nella Fichtegasse dove attende al suo ufficio una «energica massaggiatrice, une dame sevère et impérieuse».

Ma il pubblico ministero è un masochista, e da lei si lascia imporre qualunque cosa. Scherzi a parte: per me la pubblicazione delle inserzioni erotiche è il fine di gran lunga più meritorio tra quanti vengono perseguiti dalla stampa liberale, e io ho talvolta messo a nudo la natura dei suoi annunci solo perché non è anch’essa di questo parere e perché si scaglia contro l’immoralità da cui poi tira le sue percentuali. Non mi sta a cuore l’eliminazione delle massaggiatrici ma la chiara separazione del mercato dell’amore dalle corrotte redazioni dei giornali.

Nessun vero conoscitore delle mie idee sulla vita può credere che io non giudichi più utile alla civiltà una giovane e simpatica massaggiatrice di un vecchio e indisponente gazzettiere, e più stimolante la cura del corpo che si pratica sull’ultima pagina della Neue Freie Presse che la cura dello spirito praticata sulle pagine precedenti. Il meretricio, oggi, si prostituisce aggregandosi al più sordido giornalismo, e se è penoso vedere i più famosi esponenti della scienza farsi sotto, come collaboratori della Neue Freie Presse, a tirare il carro della furfanteria finanziaria e intellettuale, così è avvilente trovare nelle retrovie di una compromettente morale filistea una legione di onesti servitori del sesso.

[cite]

 

tysm review
philosophy and social criticism
vol. 30, issue no. 33 april 2016
issn: 2037-0857
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