philosophy and social criticism

Prede totali

tysm lab

Nelle pagine del diario scritte dopo la sconfitta della Germania nazista, Ernst Jünger accenna a ex prigionieri usati dai vincitori «come cani da caccia», per stanare cibo e nazisti. I più abili nella caccia, scrive l’autore di Der Arbeiter, erano i polacchi. Che ogni guerra abbia le sue «spie», i suoi prigionieri usati come «segugi», le sue «cacce all’uomo» è fatto antico quanto il mondo. Ma in tempo di pace, quando la democrazia ha riempito ogni vuoto e non c’è più guerra, ma solo un lungo, indefinito «dopo guerra»? Indipendentemente da come si valuti il suo tragitto personale, la riflessione di Jünger è tra le più acute sul tema riproposto ora da Grégoire Chamayou: siamo passati da una mobilitazione totale, a una mobilitazione infinita. Il che significa «caccia infinita» a uomini, cose e – da ultimo – anche alle terre coltivabili. In questo clima, scriveva Jünger: «L’accerchiamento del nemico è prima razionale, poi sociale, e infine, al momento opportuno, lui, il nemico, viene sterminato».

tysm brio

Creative Commons License This opera by t ysm is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 3.0 Unported License. Based on a work at www.tysm.org.

ISSN:2037-0857