Nota sullo Spazio e il tempo della speranza
Dario Borso
Un’occhiata alla carta geografica, e il lettore vedrà subito che l’Alto Vicentino e l’Alto trevigiano mostrano affiancati tre monti sacri della prima guerra mondiale, ossia da ovest a est: il Pasubio, il Grappa e il Montello. Con poco sforzo il medesimo lettore individuerà sotto il primo monte Malo, sotto il secondo Bassano, sotto il terzo Pieve di Soligo. Bene, chi dice Malo dice Luigi Meneghello, il romanziere che dopo decenni d’insegnamento in Inghilterra era tornato ad abitare presso il paesello natio (a Thiene, dov’è morto quattro anni fa), e chi dice Pieve dice Andrea Zanzotto, il poeta che il 10 ottobre prossimo compirà novant’anni. I due furono amici, e dagli anni ottanta cominciarono a incontrarsi a metà strada, a Nove di Bassano, in “casa” di Alessio Tasca. Le virgolette rinviano alla particolarità dell’edificio, che aveva ospitato secoli addietro la prima fabbrica di ceramica della zona ed era stato restaurato con pazienza da Alessio, ceramista egli stesso, e di valore indiscusso. (In rete gira un bel documentario sulla festa di fine-lavori, coronata da un discorso di Meneghello che si può vedere qui).
Alessio ha compiuto mesi fa ottant’anni, ed è stato omaggiato dagli amici “alla tedesca”, ossia con vari contributi raccolti da Nico Stringa. L’ultimo è a firma di Zanzotto; lo pubblichiamo qui per il suo valore di messaggio universale, e come “dono” di compleanno (le virgolette perché qui il donatore è in realtà donatario). Auguri dunque, Andrea!
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ISSN:2037-0857