philosophy and social criticism

L’anoressia secondo Girard

Simone Paliaga

René Girard, Anorexie et désir mimétique, Editions de l’Herne, Paris 2008.

«La ragazza anoressica è troppo fedele», sostiene René Girard, «al nostro mondo demente per sospettare di lanciarsi verso l’autodistruzione, quando pensa invece di attingere quello che è forse l’ultimo ideale comune delle società postmoderne». È possibile vagliare i disturbi alimentari solo sulla base delle scelte individuali oppure occorre dotarsi di un modello di lettura più ampio, in grado di abbracciare tutta la società?

René Girard non si sottrae alla sfida e utilizza le categorie che ha elaborato nel corso degli anni per affrontare fenomeni sempre più diffusi come l’anoressia e la bulimia, senza indulgere sulle possibili motivazioni dei singoli. La rivalità mimetica (nel senso di imitazione) e le azioni dettate dal desiderio, non sono strumenti adatti solo alla critica letteraria, dove ha mosso i primi passi la ricerca dell’antropologo francese, ma possono valere anche per leggere l’epidemia alimentare che intarsia l’Occidente. Le ragazze, che con uno sforzo sovraumano riescono a piegare addirittura l’istinto naturale di sopravvivenza, non sono un’eccezione ma l’esasperazione di un’aspirazione diffusa. Esse concorrono per la palma della più brava, rivaleggiano con le loro simili per essere le migliori. Le pubblicità progresso e l’informazione corretta sbagliano bersaglio perché pensano di affrontare un problema del singolo. Nulla possono gli espedienti persuasivi della comunicazione se il modello anoressico, nella sua variante di ossessione per la magrezza, non è una caduta individuale ma un mito confitto nell’immaginario collettivo.

Che l’interpretazione di Girard non sia il tic di un moralista, lo si deduce dai comportamenti salutistici di cui si è preda in continuazione. Quella che egli definisce la «gymnastica nervosa» è una tabe di molti: cure dimagranti, palestra, fitness, corsetta mattutina camuffano, dietro la cura della salute, il desiderio di perdere peso. Non bisogna stupirsene poiché il culto della magrezza è, secondo Girard, l’ultimo obiettivo condiviso delle nostre società. Sgretolatasi la famiglia sotto i magli dell’emancipazione e decostruite tutte le interdizioni che arginavano il disgregarsi della vita comune, non rimane che la rivalità mimetica individuale per il riconoscimento, una parodia della “guerra di tutti contro tutti”. Le ragazze anoressiche, praticamente tutte donne acculturate, libere ed emancipate, scelgono il loro campo di competizione per gareggiare con gli altri. E quale ambito migliore se non l’ultima delle mete condivise. È la loro battaglia della vita e rinunciarci equivarrebbe a dichiararsi sconfitte. Quando, in una società individualista, non è più possibile aspirare al prestigio di santi ed eroi, non rimane che il desiderio di primeggiare e imitare i propri simili. La liberazione assoluta da vincoli e interdizioni, padri e tradizioni, perseguita da decenni, non ha così portato ad altro che a una nuova servitù, altrettanto assoluta e questa volta autolesionistica: cercare il consenso degli altri sul proprio girovita.

Lascia un commento