philosophy and social criticism

Emilio Villa l’Eclettico Verbovisivo

Rita R.Florit

Ma io credo che bisogna scrivere, o dipingere, in pectore,
in ore, in aenigmate, in symbolo, in speculo, in vacuo,
le sole strade verso l’apertura, i soli strumenti di scandaglio.
E. Villa per L. Fontana

 

La raccolta UNA MUSA INDISCRETA – Quattro testi su Emilio Villa (Archimuseo Adriano Accattino, edizione. f. c.) riunisce interventi dedicati al poeta clandestino nell’ambito del Convegno ‹‹I Verbovisionari. L’altra avanguardia tra sperimentazione visiva e sonora ››, tenutosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa, il 24 e 25 novembre 2016. Percorsi paralleli che, pur nei differenti approcci dei singoli autori in ambiti di ricerca consonanti, ci consegnano una pluralità di rimandi e intrecci dell’eclettico multiverso villiano.

Aldo Tagliaferri in “AGONE : JAMES JOYCE ED EMILIO VILLA” indaga l’attrazione di EmilioVilla, poi evolutasi in senso agonistico, per l’opera di James Joyce, nella complessità delle sue trame linguistiche a partire dal Finnegans Wake. Tagliaferri affronta tematiche, motivazioni e dinamiche psicologiche di entrambi gli autori con incisive incursioni nel “Seminario” lacaniano; focalizza e confronta stratificazioni e riscritture semantiche joyciane con gli spaesamenti villiani nei peripli della fonazione e del lirismo. Evidenziando gli interessi condivisi dove “i riferimenti cardinali agiscono creando un sistema di vasi comunicanti”, distilla molteplici punti di confronto tra le poetiche dei due autori.

“I TAROCCHI DI EMILIO VILLA. Perdita e riscatto nella polisemia del pensiero”.

Bianca Battilocchi, in un saggio che fonde due interventi seminariali, ci conduce in un viaggio avvincente nei Tarocchi villiani, parte di un cospicuo corpus di testi eterogenei, ancora inediti, raccolti da Aldo Tagliaferri negli anni ’80, da lei catalogato e ricostruito filologicamente nel suo progetto di ricerca. L’opera villiana “rimane aperta, in continuo flusso produttivo di significanti e divagazioni paraetimologiche”e s’impernia sull’enigma e sul paradosso e i suoi usi noti nell’antichità greca, pur nel superamento della dimensione ludica, a favore della voce oracolare, della mitopoiesi e della cripticità della poesia.

 

Battilocchi, che affronta un coacervo plurilinguistico di testi salvati dalla “dissipazione” che Villa, come risaputo, mise in atto nei confronti della propria opera, rileva che “l’ambiguità è il principio guida della sua poetica in un misterioso fluire dove le possibilità d’interpretazione non sono mai a senso unico”.I Tarocchi villiani appaiono “sistema di figure, immagini parole e segni che vanno a creare un incontro-scontro (‹‹se retrouver/se battre››), prodotto segretamente dal tentatore, ovvero il lettore-giocatore”. Procedendo dalle dilatazioni della lingua che esigono sguardi abissali sul gorgo-Ilinx,  sul vortex-vertigo attivatori di panico, si sfiora l’Ophis magna, serbatoio di visioni e tradizioni e “fonte misterica da cui deriva l’ispirazione poetica”, solo per inoltrarsi immuni nel Gioco in senso agonistico, psicanalitico e filosofico, e in nuove declinazioni della creativa “oscurità congesta”, dal Nulla al Nulla liquido tragitto, alla “figura chiastica privilegiata da Villa, sterminatore del logos edipico”, in un labirinto mutevole che vertigina e stupisce.

“IL GESTO ERA UN FATTO PENSOSO”, Villa; l’arte, la scrittura.
A partire dalla fine degli anni Trenta e dalla polemica con Vigorelli su Lucio Fontana, recensito da Emilio Villa negli “Attributi dell’arte odierna (1937), il saggio di Ugo Fracassa analizza il percorso villiano tra scrittura e arte; ne attraversa le iniziali suggestioni leonardesche, poi ritrovate nelFuror matematicus di Sinisgalli, coincidenti con la sua precedente nozione di gesto poetico, e con la concezione del gesto nell’arte. Fracassa evidenzia le connessioni tra arte e neuroscienze che ne scaturirono, già intraviste dallo stesso Villa nei primi anni Cinquanta, a proposito della pittura di Pollock. L’analisi storico-critica di Fracassa su Villa teorico della poesia verbo visiva e del binomio Arte-Azione (1949), teorizzata pochi anni dopo da Rosenberg nell’Action Painting,approda alla visione multimodale, all’embodied simulation delle neuroscienze, catturando il lettore con questa fusione sorprendente eppure molto studiata, e verificata nel 2006 nei laboratori di ricerca nel campo dell’estetica sperimentale.

Chiara Portesine nel suo intervento “UN’INFLUENZA SENZA ANGOSCIA: L’OMBRA LUNGA DI EMILIO VILLA NEGLI SCRITTI DI CORRADO COSTA” si addentra nell’esplorazione esegetica del sodalizio letterario tra Corrado Costa ed Emilio Villa; anticipando fin dal titolo e dall’introduzione come la collaborazione di Costa si emancipi dalla rilevante ascendenza del modello villiano. Costa infatti oltre al plurilinguismo sperimentale del poeta di Affori è interessato“in primo luogo alla disposizione dialogica delle voci o idiomi chiamati a reagire sul foglio ,e in secondo luogo, alla combinazione tra dato artistico e riqualificazione del medesimo in contesto letterario”.

Villa, mentre è più duttile nelle opere critiche stimolando l’artista alla propria auto-coscienza, sia in questa che in altre collaborazioni privilegia la sintesi e la riutilizzazione di materiali precedenti, dove il coadiutore ha poca rilevanza, e non c’è margine a compromissioni stilistiche.

Ne è esempio paradigmatico il poema“The Flippant ball-feel”testo composto ad accompagnamento dei tre poemi-flippers di Corrado Costa e William Xerra esposti nell’Aula del Mana Market a Roma nel 1973. In verità i poeti partono da presupposti e obiettivi divergenti: mentre Villa conduce volutamente il lettore al disorientamento, il linguaggio è un gioco serio, Costa decostruendo fornisce chiavi di lettura anche con modalità ludiche. Portesine illustra, attraverso molteplici materiali, la storia di una collaborazione, e di un’influenza la cui fascinazione avrebbe potuto gravare angosciosamente sul giovane poeta reggiano che, al contrario, se ne affrancò sviluppando la propria autonomia.

[cite]

 

tysm review
philosophy and social criticism
issn: 2037-0857
creative commons license this opera by t ysm is licensed under a creative commons attribuzione-non opere derivate 3.0 unported license.
based on a work at www.tysm.org