philosophy and social criticism

Posts tagged ‘letteratura’

Il successo di un cadavere

Con il poliziesco, la morte, anche nei suoi aspetti più crudi (le autopsie, i sepolti vivi…), è entrata, e dalla porta principale, nei romanzi italiani // di Francesco Paolella

Fare schifo è un atto politico

L’open space come paradigma del vuoto morale. Nel suo ultimo libro, Walter Siti getta uno sguardo sull’unico salto di paradigma che il mondo della cultura sembra in grado di compiere: quello verso il niente // articolo di Marco Dotti

Letteratura e psicoanalisi

L’incontro tra letteratura e psicoanalisi ha segnato la cultura del Novecento. Sono due esperienze per tanti versi simili, come la singolarità irriducibile delle storie, lo scavo nel passato, l’approccio indiziario e, anzitutto, la necessità inesausta di raccontare

Cioran, un fallito di successo

Può essere che la figura di Emil Cioran sia divenuta addirittura “di moda” (una moda marginale e snob, ovviamente) in questi ultimi anni, ma ciò non toglie che le parole dello scrittore rumeno non smettano di essere una potente provocazione: l’ossessione della morte, la mostruosità dell’uomo, lo scetticismo riaffermato contro ogni tentazione di fede e di speranza… sono queste le sostanze che instancabilmente Cioran ha riaffermato.

Emilio Villa l’Eclettico Verbovisivo

La raccolta UNA MUSA INDISCRETA – Quattro testi su Emilio Villa (Archimuseo Adriano Accattino, edizione. f. c.) riunisce interventi dedicati al poeta clandestino nell’ambito del Convegno ‹‹I Verbovisionari. L’altra avanguardia tra sperimentazione visiva e sonora ››, tenutosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa, il 24 e 25 novembre 2016. Percorsi paralleli che, pur nei differenti approcci dei singoli autori in ambiti di ricerca consonanti, ci consegnano una pluralità di rimandi e intrecci dell’eclettico multiverso villiano

La rivendicazione contro il mondo secondo Maurice Blanchot

«Se Maurice Blanchot si rivolge a tutte le grandi opere della letteratura mondiale e le intesse nel nostro linguaggio», osserva Michel Foucault, «lo fa proprio per dimostrare che queste opere non si possono mai rendere immanenti, che esse esistono al di fuori, che sono nate al di fuori e che, se esistono al di fuori di noi, noi siamo a nostra volta al di fuori di esse. E se manteniamo un certo rapporto con queste opere è a causa di una necessità che ci costringe a dimenticarle e a lasciarle cadere fuori di noi».

Il punto opaco e intimo dell’esitazione

Un’intervista con Andrea Tagliapietra, filosofo e autore di «Esperienza», edito per Raffaello Cortina. «L’esperienza non è al nominativo, è sempre al dativo: “a me capita di fare esperienza”. Ciò accade anche nelle storie e nel narrare. Sia chi ascolta una storia, sia chi la racconta fa esperienza al dativo»