philosophy and social criticism

Focolari senza angeli

di Francesco Paolella

Christopher Lasch, Rifugio in un mondo senza cuore. La famiglia in stato d’assedio, Neri Pozza, Vicenza 2019, 288 pagine

A rileggere la storia del dibattito teorico ed ideologico nell’ambito delle scienze sociali americane, dedicato alla natura e al destino della famiglia, viene quasi da credere – ma sarà forse soltanto il giudizio di un non-specialista – che questo nucleo fondamentale della società umana sia stato da sempre in crisi. Da sempre o, per meglio dire: da quando il modello borghese di uomo e di società, con tutte le sue contraddizioni e con tutte le sue oscillazioni, si è imposto nel mondo occidentale. Le riflessioni sul declino dell’istituzione familiare, così come le varie proposte di modelli “alternativi” più o meno irrealizzabili, non fanno che riportarci a questioni essenziali della nostra vita personale:

davvero avere una famiglia è così indispensabile? Davvero soltanto i genitori – che nessuno ha preparato al loro compito – possono o devono educare i figli, prepararli al mondo spietato della concorrenza e del consumismo esasperati? E ancora: quale ruolo sarebbe necessario assegnare alla famiglia? Soltanto quello di consolare l’individuo davanti alla spietatezza del mercato e di una esistenza fatta solo di prestazioni?

Più la vita si fa difficile – questa è una prima lezione che ci sembra di poter trarre da questo importante volume della fine degli anni Settanta scritto da Christopher Lasch, sociologo americano che non ha bisogno di presentazioni – e più diventa facile rifugiarsi in illusioni e consolazioni effimere, come, appunto, l’idea per cui la famiglia, il focolare, possa essere davvero un rifugio, un guscio di affetti contro l’orribile vita pubblica. Ecco allora la nostalgia o, peggio, la fuga verso l’idillio dell’amore romantico, quasi disincarnato, e verso una vita familiare che sappia tenere assieme bisogni e libertà, scavalcando complessi e conflitti.

Gli ultimi secoli hanno ben dimostrato quanto il “sistema” – cioè quell’intreccio irrazionale di idee, vincoli e suggestioni che governa la nostra vita di persone libere – abbia saputo modellare su di sé, sulle esigenze della produzione e del mercato, anche la famiglia, valorizzando o screditando di volta in volta aspetti diversi, come il bisogno naturale di intimità o il peso dell’educazione dei figli – un peso sempre più faticoso da sostenere – o, ancora, le rivendicazioni emancipatrici dei diversi femminismi.

Di sicuro, il Novecento ha visto la progressiva invasione dello Stato sulle competenze e i privilegi della famiglia. La perdita irreversibile di autorità della figura paterna, la crescente centralità dei bambini a discapito della vita coniugale, sono anche le conseguenze di una vittoria eclatante dell’industria sanitaria, tutta dedicata a neutralizzare i pericoli (devianze, anormalità, nevrosi) che possono covare nei nuclei familiari. La famiglia è divenuta insomma il terreno di conquista per eccellenza delle scienze sociali. Sociologia, antropologia e psicologia, per non dire della psichiatria con i suoi progetti di “igiene mentale”, hanno iniziato, ormai un secolo fa, a interessarsi di famiglia, ad assediarla con esperti e consulenti (i vari Dottor Spock), indebolendo soprattutto la figura genitoriale. Da ciò non è potuta che venire una nuova, pericolosa centralità dei figli con i loro desideri e il loro mondo extrafamiliare, fatto di relazioni privilegiate con i coetanei. Il controllo sociale non passa più tanto dalle vecchie forme autoritarie (ma anche autorevoli), ma soprattutto dalla permissività, dal dialogo, dalla trattativa.

Questa medicalizzazione della vita privata (con tutte le ideologie terapeutiche), la quale rimanda sicuramente alla ideologia progressista sostenuta dai patologi sociali, ha contribuito senza dubbio a diffondere l’idea (vecchia di decenni, ma divenuta popolare in particolare degli anni Sessanta) che l’emancipazione dalla famiglia potesse portare di per sé a un verso progresso sociale e culturale. Una idea che non smette di essere smentita.

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TYSM REVIEW
PHILOSOPHY AND SOCIAL CRITICISM
ISSN: 2037-0857
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