Grecia anno zero
di Mikis Theodorakis
Mi chiedo come sia possibile che tutte queste persone, milioni di cittadini greci che hanno detto forte e chiaro il loro “No” alla proposta di un accordo con certe “istituzioni” non siano usciti nelle strade e nelle piazze quando, l’indomani del referendum, hanno capito che l’Arcangelo del “N0o”, Alexis Tsipras, ha comunicato il suo altisonante “Sì” dal palazzo presidenziale, in armonioso accordo con i rappresentanti dei “governi dei memorandum” del recente passato.
E non solo questi cittadini non sono scesi per le strade in modo combattivo, ma si sono rinchiusi in un “combattivo” silenzio.
Credo si possa trattare di due cose: 1) che dicendo “No” si trovassero già in accordo col retropensiero di Tsipras, che dicendo “No”, voleva dire “Sì” (questo caso mette i brividi, perché oltrepassa i limiti della ragione e ci mostra un fenomeno di ipnosi magnetica senza precedenti, che coinvolge tutto un popolo); 2) il popolo aveva nascoto questo “No” nel fondo più profondo di sé e ha pazientemente atteso l’occasione per gridarlo. Forse questa seconda ipotesi è più corretta e credo che, così, diventa chiaro perché questo “No” è, da un lato un rifiuto, dall’altro una presa di posizione, una tesi. La sua caratteristica è pan-nazionale e pan-popolare: non di classe, non di partito.
La posizione – la tesi – è costituita dalle radici che si diramano nell’insieme della società greca. In altri termini, la sua visione della patria, una patria Libera, Indipendente, Giusta, Sviluppata e che poggia esclusivamente sui propri piedi e si sviluppa grazie alle proprie forze. Una Grecia auto-sufficiente grazie alla sua forza-lavoro e alla sua ricchezza nazionale.
Il suo rifiuto ha come bersaglio il complesso economico-politico del paese che, in realtà, è sottomesso a potenze straniere e più in particolare a quelle che hanno imposto i loro memorandum e ci hanno condotti proprio qui, sull’orlo della catastrofe nazionale.
Questo è l’unico modo per spiegare il fatto che il nostro popolo, sfruttando il prestigio del governo che lo proteggeva dall’apparato repressivo dello Stato, ha utilizzato il “No” bastardo di Alexis Tsipras per dire il proprio “No”, il vero “No”. Un “No” la cui estensione, profondità e significato ha illuminato l’orizzonte greco (anche se solo per un istante) con lo spettro luminoso di un popolo unito, questo sovrano essenziale e reale del paese.
Questo spiega anche il suo silenzio di fronte al cambiamento, da un giorno all’altro, del “No” in “Sì” da parte di Syriza.
Lo spiega perché quel popolo non sperava che questa GRANDE VISIONE potesse essere realizzata, dal momento che non vedeva l’esistenza di persone e delle forze necessarie per ispirare, convincere, mobilitare un fronte unito capace di adempiere a tale compito storico.
Per iniziare con me stesso e Spitha [il movimento “non politico” fondato da Theodorakis nel 2001, ndt], è apparso fin dalla nostra prima conferenza nella Fondazione Cacoyannis che non siamo stati in grado di assumersi grandi responsabilità. Proprio in quel momento hanno iniziato ad apparire nei nostri ranghi leader e leaderini, gruppi a decine, se non centinaia, la cui unica preoccupazione era la loro auto-distruzione, cosa che ha prodotto il freddo tra la gente.
Tuttavia, c’è stata una sollevazione generale contro i memorandum con grandi e continue proteste di massa, e la misteriosa comparsa di “indignati”, che non erano affatto senza testa. Solo che le loro “teste” erano rimaste nell’ombra o nella penombra. Di conseguenza, queste proteste continue e massicce rimanevano senza legami e nebulose, senza “corpo” e “mente” unificati. Come sola conseguenza visibile, la loro messa a profitto da parte di Syriza, che è passata dal 4 al 27%.
Arrivò così il momento di scegliere: o il Fronte Popolare o Potere del Governo. (…) Da un lato, il lungo sforzo di organizzare congiuntamente il Fronte Popolare e dall’altra, la quasi certa conquista del governo con i privilegi diretti e attraenti del Potere.
Questo è stato per Syriza e Tsipras un grande errore storico.
Si è avverato il fatto che è impossibile colpire il sistema dall’interno (Parlamento, Governo) al fine di cambiarlo, e che prima o poi il sistema (greco e straniero) ci avrebbe costretto a diventare il suo giocattolo . Nel migliore dei casi, come amministratore delegato di una potenza straniera contro il popolo, ti avrebbero costretto a fare il contrario di ciò che hai iniziato a fare con il tuo programma, ossia il contrario di un fronte popolare
Perché la gestione del Terzo memorandum inevitabilmente ti condurrà in un conflitto frontale con le persone che ti hanno scelto e portato al governo al fine colpire assieme il potere reazionario, non certo per diventare lo strumento di quel potere reazionario che impone misure antipopolari, non patriottiche con l’obiettivo di neutralizzare completamente e irrevocabilmente la Grecia.
Denunciavate il potere, ma il potere è talmente ipnotico che vi siete rinnegati da soli, una volta che diventati parlamentari e ministri.
Il vostro più grande crimine, in questo intervallo di cinque mesi e soprattutto nelle ultime settimane, è stato la distruzione delle risorse e delle forze produttive, in modo tale che il respiro di un popolo sono stati mortificati e con loro è stata mortificato la forza morale e mentale che ha spinto la nostra gente a gridare ad alta voce “No”. Il popolo sembra aver esaurito il suo corpo e l’anima, sembra aver dato tutto. È per questo che forse la delusione della trasformazione del “No” in “Sì” è caduto su di lui come un fulmine che lo ha atterrito e scagliato nella polvere.
Siamo arrivati al Punto Zero Nazionale, abbiamo toccato il fondo. Ed è questo che mi spaventa. Perché un popolo non è un cavallo che cade e si alza. Un popolo ha un’ampiezza e un peso enorme. E quando, come avviene ora, diventa uno con la terra, gli ci vuole moltissimo tempo per rimettersi in piedi.
Inoltre Syriza ha portato con sé le forze più fresche del nostro movimento di massa, che noi e tanti altri le abbiamo create tra il 2010 al 2015.
Quando Syriza è diventata Governo-Potere, automaticamente il movimento di massa che l’ha votata si è trasformata in una forza di governo e di potere. Quindi: si è auto-dissolto come una forza di lotta.
Il movimento è stato “funzionarizzato”!
D’altra parte, l’unica potenza stabile anti-memorandum è il Partito Comunista e il movimento di massa cerca di identificarsi con lui. Mi sorprenderei (perché io sono anche un comunista) se, anche se una delle nostre posizioni di base è la ricerca di alleanze con le forze che hanno diverse convinzioni di parte, potessimo unirci in vista di obiettivi comuni.
Oggi, credo che il nostro obiettivo comune sia quello di aiutare la nostra gente a stare in piedi, soprattutto ora che coloro che impongono il Terzo Memorandum provengono dalle nostre file. Il nostro compito è oggi ancora più difficile.
Oggi che cosa ci separa dal Partito Comunista? L’obiettivo della lotta di classe. Noi crediamo che colpendo il sistema, ci mettiamo contemporaneamente al servizio di un obiettivo di classe contro la plutocrazia che è il cuore del sistema stesso. È pertanto necessario che questo obiettivo ci unisca, anziché separarci.
Chiamiamo il Fronte popolare a formare un’unione “Patriottica di Classe” o di “Classe Patriottica” al fine di unire tutte le forze anti autoritarie disperse, Il fronte greco, aggiungendo ” Fronte patriottico di Classe” può portare alla creazione di un nuovo Fronte di liberazione nazionale (Εθνικό Απελευθερωτικό Μέτωπο / Ethnikó Apeleftherotikó Métopo) e, di conseguenza, alla sola forza di Salvezza Nazionale capace di sottrarre il nostro popolo a una fine altrimenti certa.
[cite]
tysm REVIEW
philosophy and social criticism
vol. 26, issue no. 27
juLY 2015
ISSN: 2037-0857
creative commons licensethis opera by t ysm is licensed under a creative commons attribuzione-non opere derivate 3.0 unported license. based on a work at www.tysm.or