philosophy and social criticism

Il discorso del capitalista

Università di Bergamo

Facoltà di Scienze della Formazione

10/11 giugno 2010

PROGRAMMA

Il discorso del capitalista

Università di Bergamo, dipartimento di Scienze della Persona

SCHEDA CONVEGNO

Titolo: IL DISCORSO DEL CAPITALISTA

Sottotitolo: Analisi della tarda modernità, implicazioni etiche e sociali

Contenuti: L’espressione «discorso del capitalista» è dello psicanalista Jacques Lacan. La sua tesi è che il fondamento ideologico e culturale del capitalismo sia un discorso dello slegame, della proliferazione della frammentazione e della precarietà della condizione esistenziale e sociale. Egli rovescia l’ipotesi di Max Weber, che trova la genesi spirituale del capitalismo nell’ascetismo protestante, nella rinuncia e nel sacrificio di sé. Il «discorso del capitalista» esalta il godimento a scapito di ogni forma di legame. Il sacrificio di sé tipico dei primi capitalisti, è annullato dall’imperativo del consumismo, inteso come consumo di consumo. Dopo due secoli di incontrastato sviluppo, Lacan intuisce che il capitalismo non è solo uno dei modi più potenti di trasformare la società, da feudale a industriale, da contadina a urbana, da nazionale a globale, ma è un discorso che frantuma le relazioni affettive e solidali.

Il «discorso del capitalista», più di ogni altro, impoverisce la complessità del presente e le nostre qualità mentali. Pone dei forti limiti a quell’immaginazione creativa necessaria per interpretare in modo evolutivo le trasformazioni in corso. Il «discorso del capitalista» è una manifestazione del pensiero positivista monocausale. Espressione di una visione dell’agire sociale unidimensionale, esso rimanda agli schemi dualistici tipici della modernità (comunità/società, civiltà/cultura, Stato/società civile, normale/patologico), che hanno operato una riduzione drastica della complessità sociale e culturale.

Il convegno vuole essere un primo appuntamento per iniziare una riflessione in grado di rendere conto della molteplicità dei luoghi (salute, società-mondo, inconscio, scuola, ecc.) e dei linguaggi possibili in cui si declina il «discorso del capitalista» e i correlati processi di reificazione della realtà; si tratta delle derive dell’utilitarismo, della crisi della gerarchia, della mercificazione, della “liquefazione” dei rapporti e delle regole, dei processi di normalizzazione e standardizzazione, di specializzazione e di contro-produttività specifica.

Il pervertimento dell’utile, ad esempio, indica che, nell’attribuire un valore all’azione sociale, l’utile è il singolo parametro, che annichilisce qualsiasi altra dimensione dell’agire. Bellezza, giustizia, solidarietà, evaporano, assumendo la fumosità retorica delle buone intenzioni. Nella relazione con l’altro diventa prioritario avere un congruo tornaconto e le relazioni sociali tendono ad assumere un valore strumentale. Non solo l’utilità è assunta a valore, ma anche l’idea di performance efficiente è centrale, nel senso della velocità con cui si deve ottenere ciò che serve. I contesti sociali richiedono una velocità di esecuzione degli obiettivi imposti o sollecitati che lascia poco tempo per ritardi, eventi gratuiti, momenti di socialità, di ascolto e di condivisione, ecc. Oltre all’utilità, e alla velocità, è richiesto di rispondere a standard rigorosi, che stabiliscono criteri universali per essere più veloci ed efficienti nel raggiungimento dei risultati.

La metafora millsiana del “docile robot” rende immediatamente il significato che si tende ad attribuire all’ottimizzazione dei processi produttivi. È l’inumano tecnologico riproducibile in modo seriale, dove la dimensione sociale e artigianale del lavoro rischia continuamente di essere ridotta a procedura standardizzabile e anonima. L’umano del gesto tende trasformarsi in una componente meccanica riproducibile, impersonale, volta alla veloce precisione di un gesto utile e puntuale, che non si può permettere approssimazioni o improvvisazioni fuori dagli schemi protocollati.

Restano forse spazi e tempi nuovi, inesplorati, in cui l’umano possa esprimersi con tutta la sua spontaneità, fragilità, consapevolezza. Al di fuori del gergo dell’ossessivo, dell’utile, del performativo, gli ambiti generativi della socialità, della giustizia, della prossimità forse possono ancora essere frequentati. Un forse che non è semplicemente avverbio dubitativo, ma è – come disse una volta André Neher – un “teologumeno”, appiglio sottile ma sublime su cui il discorso del capitalista si infrange, pietra d’inciampo su cui provare a modulare un’andatura nuova. Non pascersi nel vittimismo significa anche mantenere vigile l’attenzione, la “preghiera spontanea dell’anima”, verso le occasioni di riscatto, di nuovo inizio.

Comitato scientifico: Pietro Barbetta, Chiara Brambilla, Martino Doni, Alberto Ghidini, Ivo Lizzola, Ugo Morelli, Cristiana Ottaviano, Paolo Perticari, Stefano Tomelleri

Segreteria Organizzativa: Alberto Ghidini, Aurora Minetti, Claudia Proserpio

Durata: 2 giorni

Periodo: 10/11 Giugno 2010

Relatori:

Pietro Barbetta (Università di Bergamo),

Riccardo Bellofiore, (Università di Bergamo),

Gianluca Bocchi (Università di Bergamo),

Marco Dotti (Università di Pavia),

Giovanni Leghissa (Università di Karlsruhe),

Ivo Lizzola (Università di Bergamo),

Ugo Morelli, (Università di Bergamo),

Mauro Magatti (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano),

Rocco Ronchi (Università dell’Aquila),

Simone Tosoni (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano).

Programma

Giovedì 10 giugno

h. 10 Roberto Pertici: Apertura dei lavori

h. 10.30 Stefano Tomelleri: Presentazione del percorso tematico

h. 11.00 Ivo Lizzola: Inabile alla merce: lo scarto dell’educazione

h. 11.45 Mauro Magatti: Il capitalismo tecno-nichilista

h. 12.30 Dibattito

h. 13 Pausa pranzo

h. 15 Pietro Barbetta: Mille plateaux continui d’intensità che non raggiungono mai il climax:

l’agrimensore e il bambino balinese

h. 15. 45 Gianluca Bocchi: Dopo la modernità. Oltre gli squilibri cognitivi,

per una ricostruzione armonica dell’essere umano nel mondo

h. 16.30 Riccardo Bellofiore: Il discorso dell’anticapitalista

h. 17.15 Dibattito

Venerdì 11 giugno

h. 9.30 Chiara Brambilla, Martino Doni: Presentazione del percorso tematico

h. 10 Rocco Ronchi: Il reale del capitalismo

h. 10.45 Giovanni Leghissa: Neoliberismo tra biopolitica e tanatopolitica

h. 11.30 Simone Tosoni, Internet e relazioni sociali al tempo dei Social Network

h. 12.15 Dibattito

h. 13 Pausa pranzo

h. 15 Marco Dotti, Rancore capitale

h. 15.45 Ugo Morelli: Organizzazione e capitalizzazione

h. 16.15 Dibattito

h. 17 Stefano Tomelleri: Conclusioni

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