philosophy and social criticism

La magia delle serpi

DI Alfonso M. di Nola

De Sanctis Ricciardone, antropologa all’Università di Roma, è autrice di alcuni libri di notevole interesse e di immediata comunicabilità, uno studio sulla festa della Barabbata di Marta, Viterbo (La Madonna e l’aratro, 1982), un’analisi storica del gioco del lotto (Il tipografo Celeste, 1987) e una ricerca sui significati del gioco (Antropologia e Gioco, 1994). (Nemici immaginari. Esercizi di Etnografia (Roma, Meltemi, 1996) si delinea, invece, come una confusa e maldestra antologia di testi precedentemente pubblicati su riviste, secondo un costume che va prendendo sempre più piede e che non presenta una tematica unitaria e agevolmente leggibile.

Qui poi si confondono interventi resi in un linguaggio decisamente accademico e dotto, spesso di ardua interpretazione, qual’è Immagini della scienza tra seduzione e repulsione del 1995, e altri che tentano di trascrivere storie di villaggio di banale interesse, come L’amaro caso del parroco di Lasina. In presenza di un libro assolutamente diseguale è difficile un giudizio critico, dovendosi soltanto rimpiangere il tempo in cui l’autrice si impegnava in serie e utili ricerche. Presenta qualche interesse la conflittualità espressa nelle scuole antropologiche americane, esemplificate da Barnum e da Smithson, con la sequela delle loro contrapposizioni e delle loro impuntature su posizioni opposte.

In un altro capitolo, senza data, l’autrice ripesca nelle memorie del tardo ‘800 e dei principi del secolo, la lotta intestina, oltraggiosa e perpetua del positivista Cesare Lombroso contro il poligrafo Pietro Sbarbaro, lotta che, emarginando dall’università lo Sbarbaro grazie alla potenza baronale acquistata dal Lombroso, appare intessuta di elementi che richiamano l’attuale situazione universitaria.

Lettere e cabala

Agli studi sul gioco e sulla smorfia del 1987 si riconnette del tutto il breve saggio “Cabalismo popolare nell’Italia Sette-Ottocentesca” contenuto nella seconda parte del volume. L’autrice individua l’origine del gioco del lotto nella gemetria, ossia nelle corrispondenze fra lettere dell’alfabeto e numeri tipiche della cosiddetta cabala pratica e che hanno rappresentato nei secoli l’interesse degli strati ebraici meno dotti ai complessi problemi del cabalismo filosofico, e tuttora presenti nelle comunità ebraiche anche italiane.

In realtà la gemetria si fonda non già sulla trasformazione degli oggetti in numeri ed è piuttosto l’interpretazione in lettere di oggetti che si presentano agli occhi o possono apparire nel sogno. Tuttavia a tale sistema, direttamente dipendente dal fatto che i numeri ebraici sono rappresentati da lettere alfabetiche, si applicò indebitamente il termine “cabalismo” che indicava una concezione mistica molto ricca e che solo occasionalmente assunse la funzione di meccanismo pratico destinato a spiegare che cosa significasse una serie numerica, per esempio la targa d’automobile, situazione che porta tuttora a vere forme maniacali e nevrotiche, ben poco connesse all’autentica cabala. Va rilevato, inoltre, il prezzo del libro, un gravame ingiusto se il volume penetrerà nelle università costringendo gli studenti a una spesa troppo alta.

Ben diverso spessore, proprio perché scritto al di fuori dei banali interessi accademici, ha il saggio San Paolo dei Serpenti. Analisi di una tradizione di Brizio Montinaro (Sellerio, Palermo, 1996), attenta e paziente ricostruzione del culto dei serpenti connesso a Malta e alla Sicilia. L’autore ha indagato con grande pazienza nelle ricerche su campo, negli archivi e in tutta la precedente letteratura, componendo un’opera che, nella sua brevità, riesce efficacemente a sintetizzare uno degli aspetti più strani della cultura popolare che, attraverso i pretesi discendenti di San Paolo qui e di San Domenico di Sora in Abruzzo e nell’Italia centrale, inventarono nei secoli un sistema magico-liturgico che consentiva di superare i rischi provenienti dalle morsicature velenose per gli animali e per gli uomini.

La ricerca fatta in Sicilia e a Malta viene a incontrarsi con quelle condotte in Abruzzo, in Italia centrale e a Marcopulos nell’isola di Cefalonia, dove i serpenti, il 15 agosto, escono dalle buche ed entrano nella chiesa locale. L’insieme di queste testimonianze lascerebbe presumere non soltanto fenomeni interculturali, ma anche una religione dei serpenti diffusa in altre parti d’Europa e non ancora bene studiata e individuata. Le frequenti note bibliografiche del libro consentono l’ampliamento della ricerca verso ulteriori territori e significati.

[da il manifesto, 7 agosto 1996]

[cite]

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philosophy and social criticism

vol. 24, issue no. 24

may 2015

ISSN: 2037-0857

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