philosophy and social criticism

Sylvère Lotringer

G. P.

Critico letterario e teorico culturale, Sylvère Lotringer è conosciuto soprattutto per aver sintetizzato il pensiero francese con la letteratura americana, i movimenti culturali e architettonici dell’avanguardia attraverso il suo lavoro con Semiotext<e>; e per le sue interpretazioni del pensiero francese nel contesto del ventunesimo secolo. Fra i principali interpreti delle teorie di Baudrillard, Lotringer ha creato il concetto di extrapolazionist per descrivere le iperboliche ma precise visioni-mondo “sposate” da Baudrillard e Paul Virilio.

Sylvère Lotringer è nato a Parigi nel 1938, è figlio di immigrati ebreo-polacchi che abbandonarono Varsavia per la Francia nel 1930. La sua infanzia è stata segnata dall’occupazione nazista di Parigi, che — come i contemporanei George Perec e Sarah Kofman — passò come un “ragazzo nascosto” con i documenti falsificati dalla Resistenza francese. Come interprete del pensiero francese, Lotringer ha cercato di contestualizzare le origini pre-moderne del pensiero “postmoderno” francese. Scrivendo dell’infanzia di Jean Baudrillard, Lotringer ci ricorda di come la sua generazione abbia viaggiato per raggiungere The Matrix. Ci richiama a quando Baudrillard undicenne, assieme ai suoi nonni, guidarono un carro carico di materassi da Reims a Parigi durante la massiccia evacuazione della popolazione francese che segnò l’inizio della guerra. Nel 1949, Lotringer immigrò in Israele con la sua famiglia e ritornò a Parigi l’anno dopo per unirsi al movimento sionista di sinistra Hashomer-Hatzair (la guardia giovane) e divenne uno dei suoi leader. Lasciò il movimento otto anni più tardi. Nel 1957, mentre era ancora al liceo, Lotringer si unì al collettivo editoriale de La Linea Generale, guidato da Georges Perec. Prendendo in prestito il suo nome dal famoso film di Sergei Eisenstein, questo gruppo di brillanti giovani ebrei accordava la propria preferenza ai western di Hollywood, alle commedie slapstick e al comunismo pre-Staliniano. Il progetto fu elogiato da Henri Lefebvre ma fortemente criticato da Simone de Beauvoir, che lo trovò “politicamente irresponsabile”.

Con l’entrata alla Sorbona nel 1958, Lotringer creò L’Etrave, una rivista letteraria, e iniziò a collaborare a Paris-Lettres, il giornale dell’associazione degli studenti francesi (1959-61). E come presidente, guidò le mobilitazioni contro la guerra coloniale in Algeria della Francia. Nel 1964, entrò all’École Pratique des Hautes Etudes, sezione VI (Sociologia) scrivendo una tesi di dottorato sui romanzi di Virginia Woolf, sotto la supervisione di Roland Barthes e Lucien Goldmann. Il suo lavoro fu aiutato dall’amicizia con Leonard Woolf e dalla sua conoscenza con T.S. Eliot e Vita Sackville West, con i quali fece delle interviste pubblicate nel giornale di Louis Aragon Les Lettres Francaises, per il quale Lotringer lavorò come corrispondente per dieci anni. Evitando il servizio militare francese in Algeria, Lotringer passò il 1962 negli Stati Uniti e due anni (1965-67) a insegnare per i servizi culturali francesi ad Erzurum, Turchia. Ritornò finalmente negli Stati Uniti via Australia nel 1969 con un impiego per insegnare allo Swarthmore College. Si unì poi alla Facoltà di letteratura francese e comparata della Columbia University nel 1972, dove è tutt’ora professore emerito.

Arrivando a New York nei primi anni 70, Lotringer vide l’opportunità di introdurre nella comunità borghese artistica e letteraria di NY il lavoro dei pensatori francesi che, in quel momento storico, era in gran parte sconosciuto negli Stati Uniti. Il marxismo aveva toccato il fondo in Francia e i filosofi post-sessantottini si erano rivolti verso il capitalismo, desiderosi di estrarre da esso l’energia sovversiva trovata non per molto tempo nelle lotte di classe. Lotringer capì che l’America poteva essere il banco di prova di queste teorie. Giocando a scacchi nel West Village con John Cage, Lotringer sentiva delle somiglianze con Thoreau e le “chance operations” che erano praticate dal Fluxus, William S. Burroughs, Brion Gysin e altri, e sentiva somiglianze con i teorici post-strutturalisti di ispirazione nietzscheana. Non ispirato dalla dottrina del post-Marxismo della Scuola di Francoforte della Sinistra americana, cercò di introdurre indipendentemente le più fluide e rizomatiche idee di potere e desiderio sviluppate da Gilles Deleuze, Félix Guattari, e Michel Foucault. Pochi anni più tardi scoprì la teoria della velocità e della tecnologia di Paul Virilio e le analisi dello scambio infinito di consumo di cultura di Jean Baudrillard, introducendole a turno dentro il discorso politico americano. Per andare incontro a tali finalità, fondò il giornale Semiotext<e> con un gruppo di studenti laureati della Columbia University. Dopo aver prodotto tre numeri accademici sull’epistemologia della semiotica, Lotringer e il suo gruppo “inscenarono” la provocatoria conferenza di “Schizo-Culture” su “follia e prigioni” nel 1975 alla Columbia University, dove più di 2,000 persone furono testimoni dei confronti tra Michel Foucault, il teorico della cospirazione Lyndon LaRouche, Felix Guattari, la femminista Ti-Grace Atkinson, Ronald D. Laing e altri. L’evento aiutò a definire una nuova modalità del discorso culturale per la decade futura, e fissò la scena per le future pubblicazioni di Semiotexte, che abbandonò il suo formato accademico in favore di un collage di immagini e scritti di Gilles Deleuze, Michel Foucault, Jean-Francois Lyotard, Guy Hocquenghem, Jacques Derrida e della loro corrispettivo americano (secondo come li interpretò Lotringer): John Cage, William S. Burroughs, Richard Foreman, Jack Smith, Kathy Acker, e altri. Questo provocatorio mix di strada e accademia, teoria, arte e politica, divenne il tratto distintivo di Semiotexte.

Nel 1978, Lotringer inscenò “The Nova Convention”, un omaggio di tre giorni a William S. Burroughs all’Entermedia Theater, NYU e Irving Plaza a New York City East Village. Con le performancee di Patti Smith, Frank Zappa, Laurie Anderson Timothy Leary, e Burroughs stesso, l’evento acclamò Burroughs come “un filosofo del futuro […] l’uomo che meglio ha capito la società post-industriale”, e rese popolare il suo lavoro fra i punk, generazione “no-wave”, di New York.

Capendo che la collettività che una volta segnava la vita culturale di New York stava scomparendo rapidamente negli anni negli anni Ottanta, Lotringer cessò la pubblicazione del giornale Semiotexte nel 1985. Al suo posto, istituì le serie Semiotexte Foreign Agents – una collezione di “piccoli libri neri” di pensatori francesi. Pubblicati senza introduzione o postfazione, i libri erano concepiti col fine di presentare una specie teoria “brut”, come lo champagne, nella piazza del mercato culturale americano. Le serie debuttarono nel 1983 con Simulations di Jean Baudrillard, estrapolato da Lotringer dall’opera dello stesso Baudrillard “Lo scambio simbolico e la morte” (Symbolic Exchange and Death, Galilée, Paris 1977) e Simulacra and Simulations (Gallimard, Paris: 1981). Classico immediato, Simulations generò un nuovo movimento d’arte e servì come “salvagente” teorico per il film del 1999 con Keanu Reeves, The Matrix. Simulations fu seguito più tardi quell’anno dalla pubblicazione di Pure War, il suo libro in forma di lunga conversazione con Paul Virilio, nel quale “il filosofo della velocità” ha esposto la sua visione dell’archeologia-bunker, degli incidenti etc. L’ultimo, On the Line, di Gilles Deleuze e Felix Guattari, ha incluso “Rhizome,” che ha anticipato la cultura di Internet.

Definendosi lui stesso come “agente segreto provocatore” negli Stati Uniti, Lotringer viaggiò in Italia nel 1979-80 per documentarsi di “prima mano” sugli scontri attorno al movimento di autonomia post-marxista e verificare il loro “lascito”. La sua osservazione partecipante con l’innovativo movimento politico si concretizzò in Italy: Autonomia – Post-Political Politics, una speciale pubblicazione del 1980 di Semiotext<e>. Nel 1992, scovò il primo Black Panther Dhoruba Bin-Wahad, che era stato provvisoriamente rilasciato di prigione dopo aver passato lì 19 anni incarcerato con l’accusa di “sedizione”. Lotringer invitò Dhoruba a produrre un libro per Semiotexte rivendicando e attualizzando la posizione del Black Panther Party. E il risultato fu Still Black, Still Strong, un’antologia di scritti di Assata Shakur, Mumia Abu-Jamal e Bin-Wahad.

Nel 2001, Lotringer co-editò il volume intitolato ironicamente Hatred of Capitalism: A Semiotexte Reader. Licenziata al risveglio dal 9/11, l’antologia si sforzava di chiarire una visione di Semiotexte composta di politica, intelligenza e humour radicale. Per riassumere la missione di stile che ci si imponeva per Semiotexte, Lotringer ha usato una osservazione che gli fece il film-maker Jack Smith come una epigrafe: “Il mondo è affamato di pensieri. Se puoi pensare a qualcosa, il linguaggio poi si chiarirà, ma il pensiero è ciò che lo renderà possibile” (The world is starving for thoughts. If you can think of something, the language will fall into place, but the thought is what’s going to do it).

Capendo che i libri delle serie Foreign Agents degli anni Ottanta stavano venendo assorbiti dentro il “mainstream” accademico, Lotringer ha scovato nuovi lavori che potrebbero indirizzare alcune politiche globali da una prospettiva di “attivismo”. Ha infatti commissionato per Semiotexte alla giornalista israeliana Amira Haas Reporting From Ramallah (2003), libro poi premiato, e allo specialista francese dell’esercito Alain Joxe Empire of Disorder (2002). Riprendendo poi il suo dialogo con Paul Virilio in Crepuscular Dawn (2002), ha spinto il filosofo a elaborare degli antecedenti storici e delle relative ripercussioni riguardo l’ingegneria genetica Il suo terzo dialogo con Virilio, Accident of Art (2006), ha portato ad estendere la nozione viriliana di “incidente” per circoscrivere l’impatto della guerra nell’arte contemporanea.

Nel 2006, ritornò al suo interesse per la teoria politica italiana, commissionando e pubblicando lavori di Paolo Virno, Franco Piperno, Christian Marazzi e Antonio Negri. Con l’insegnare per più di trent’anni letteratura e filosofia francese alla Columbia University, Lotringer ha elaborato delle connessioni tra letteratura moderna e fascismo in molte delle sue letture, interpretando i “pazzi moderni” Antonin Artaud, Louis-Ferdinand Céline, Simone Weil, Georges Bataille come i messaggeri dell’Olocausto ebraico. Come uno studente del ventesimo secolo, ha messo in evidenza l’empirismo delle radici politiche “pre-moderne” dei pensatori francesi che sono spesso male interpretate, come cioè disinvolte celebrazioni e orge di crudeltà, immaginadole invece come un tentativo di creare antidoti simbolici sia al fascismo che al consumismo.Professore leggendario come il celebre Alain (Émile-Auguste Chartier) del Lycee Henri IV, le lezioni di Lotringer hanno influenzato il lavoro di dozzine dei suoi vecchi studenti, inclusi la film-maker Kathryn Bigelow, lo studioso di semiotica Marshall Blonsky, ai critici d’arte Tim Griffin e John Kelsey, l’attore Jim Fletcher e il poeta Ariana Reines. Appare inoltre come un personaggio quasi di finzione in Great Expectations e in My Mother, Demonology di Kathy Acker; in I love Dick di sua moglie Chris Kraus e in Inferno di Eileen Myles. A tutt’oggi conserva la cattedra di Jean Baudrillard all’European Graduate School (EGS).

  • Pure War (with Paul Virilio), Semiotexte History of the Present, Cambridge: 2008 (first published by Semiotexte Foreign Agents, New York: 1983).

  • Overexposed: Perverting Perversions – Pantheon, New York: 1987 and Semiotexte History of the Present, Cambridge: 2007.

  • David Wojnarowitz: A Definitive History of Five or Six years on the Lower East Side”, Cambridge : Semiotext(e), 2006

  • Pazzi di Artaud, trad. di Giuliana Prucca,  Medusa, Milan: 2006.

  • The Accident of Art (with Paul Virilio), Semiotexte, Cambridge: 2005.

  • The Conspiracy of Art, (with Jean Baudrillard), Semiotexte, Cambridge: 2005.

  • Oublier Artaud, Sens and Tonka, Paris: 2005.

  • Boules de Suif, Sens and Tonka, Paris: 2005.

  • Crepuscular Dawn, with Paul Virilio, Semiotexte, Cambridge: 2002.

  • Fous d’Artaud, Sens and Tonka, Paris: 2003.

  • The Collected Interviews of William S,. Burroughs”, Cambridge : Semiotext(e), 2002

  • French Theory in America, New York, Routledge, 2001

  • Nancy Spero, London: Phaedon Press, 1996

  • Foreign Agent: Kuntz in den Zeiten des Theorie, Merve Verlag, Berlin: 1992.

  • Antonin Artaud, New York: Scribners & Sons, 1990

  • Philosophen-Künstler, Merve Verlag, Berlin: 1986.

  • Lotringer, Sylvère: “Forget Baudrillard”, in Forget Foucault, Semiotexte History of the Present, Cambridge: 2006.

  • Bellos, David: Georges Perec – A Life in Words, David R. Godine, NY: 1993.

  • Lotringer, Sylvère: Better Than Life, Artforum, April 2003.

  • Morgan, Ted: Literary Outlaw: The Life and Times of William S. Burroughs, Avon Books, New York: 1990.

  • Lotringer, Sylvère and Smith, Jack: “Uncle Fishook and the Sacred Baby Poo-poo of Art”, in SchizoCulture, Semiotexte ed. III, 2, 1978.

  • Lotringer, Sylvère: “Time Bomb”, in Crepuscular Dawn, Semiotexte, Cambridge: 2002.