philosophy and social criticism

Una cabala di pietra viva: il Medioevo delle cattedrali

Mantova, Biblioteca Comunale, ms 342, Remigio di Auxerre, commento sul Vangelo di Matteo, San Benedetto al Polirone, 1067 – 1076, f. 1r

«… i dizionari definiscono la parola argot come “il linguaggio particolare di tutti quegli individui che sono interessati a scambiarsi le proprie opinioni senza essere capiti dagli altri che stanno intorno”. È, quindi, una vera e propria cabala parlata.

Gli argotieri, quelli che si servono d’un tale linguaggio, sono i discendenti ermetici degli argonauti, i quali andavano sulla nave Argo, parlavano la lingua argotica, – la nostra lingua verde – navigando verso le fortunate rive della Colchide per conquistare il famoso Vello d’Oro. Ancor oggi si dice d’un uomo molto intelligente, ma anche assai scaltro: sa tutto, capisce l’argot.

Tutti gl’Iniziati si esprimevano in argot, anche i vagabondi della Corte dei Miracoli, – col poeta Villon alla loro testa, – ed anche i Frimasons o frammassoni del Medioevo, “che costruivano la casa di Dio”, ed edificavano i capolavori argotiques ancor oggi ammirati.

Anche ai nostri giorni gli umili, i miserabili, i disprezzati, i ribelli avidi di libertà e d’indipendenza, i proscritti, i vagabondi ed i nomadi parlano in argot, dialetto maledetto, bandito dalla buona società, da quei nobili che non lo sono affatto, dai borghesi pasciuti e benpensanti, avvoltolati nell’ermellino della loro ignoranza e della loro fatuità.

Esso resta il linguaggio d’una minoranza d’individui che vivono al di fuori delle leggi codificate, delle convenzioni, degli usi, del protocollo, ad essi si applica l’epiteto di voyous, cioè di voyants e, quello ancor più espressivo, di Figli o Bambini del sole.

Infatti, l’arte gotica è l’art got o cot, l’arte della Luce e dello Spirito. Si potrebbe credere che questi siano soltanto dei giochi di parole. Noi ne conveniamo di buon grado. L’essenziale è che guidino la nostra fede verso una certezza, verso la verità positiva e scientifica, chiave del mistero religioso e non la mantengano, invece, errante nel labirinto capriccioso dell’immaginazione.

Quaggiù non esistono né il caso né la coincidenza, né i rapporti fortuiti; tutto è previsto, ordinato e regolato, e non spetta a noi modificare a nostro piacimento la volontà imperscrutabile del Destino» [Fulcanelli, Il mistero delle cattedrali]

tysm literary review

vol. 16, issue 21

january 2015

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