Democratizzazione o de-democratizzazione: la dimensione transnazionale
Quale pensiero per l’Europa? Quale antidoto contropopulista a populismo che avanza? Un’intervista con Etienne Balibar
Quale pensiero per l’Europa? Quale antidoto contropopulista a populismo che avanza? Un’intervista con Etienne Balibar
«Se Maurice Blanchot si rivolge a tutte le grandi opere della letteratura mondiale e le intesse nel nostro linguaggio», osserva Michel Foucault, «lo fa proprio per dimostrare che queste opere non si possono mai rendere immanenti, che esse esistono al di fuori, che sono nate al di fuori e che, se esistono al di fuori di noi, noi siamo a nostra volta al di fuori di esse. E se manteniamo un certo rapporto con queste opere è a causa di una necessità che ci costringe a dimenticarle e a lasciarle cadere fuori di noi».
Marx che rimette in gioco il discorso sull’alchimia, servendosene in metafore che lo aiutano a illuminare l’alienazione dell’economia politica dei capitale, ma anche a sottolineare la pietra filosofale del non-ancora-potere del proletariato. Il materialismo dell’alchimia, la sua concezione del nesso dialettico uomo/natura, la suo aspirazione prometeica ad un uomo nuovo, disalienato è quanto la può maggiormente avvicinare a Marx.
“I concetti non sono già fatti, non stanno ad aspettarci come fossero corpi celesti. Non c’è un cielo per i concetti; devono essere inventati, fabbricati o piuttosto creati e non sarebbero nulla senza la firma di coloro che li creano”. È forse questo pensiero di Deleuze e Guattari a tracciare nel modo migliore la rotta degli eterogenei saggi che compongono questo libro, nel quale si affrontano alcuni dei principali problemi posti dal pensiero critico contemporaneo.
Viviamo la perdita del futuro, la confisca della storia, la privazione della speranza. Tocca a noi produrre concetti e principi di cui gli attori politici e sociali possano fare uso nelle loro pratiche effettive. Si tratta di far emergere, dalle lotte e dalle iniziative collettive, un nuovo paradigma politico capace di riaprire il futuro. Un compito simile richiede un lavoro teorico senza concessioni, non chiacchere e posture, inchieste e indagini serie, non slogan o banalità.
Le soulèvement ne prend pas place dans la temporalité de l’histoire, mais dans celle du rituel, donc de la répétition ; le rituel renvoie à une transcendance qui n’est pas réductible au pouvoir mais qui remet le pouvoir à sa place, c’est-à-dire à sa limite, à sa finitude. Le soulèvement rend libre parce qu’il est à tout moment possible.
Dopo aver curato Una rivoluzione dall’alto (Mimesis, Milano 2012), un libro sulle nuove forme di dominio nell’epoca della crisi finanziaria, in questo suo nuovo lavoro Alessandro Simoncini analizza il modo in cui il capitale è giunto a «catturare l’intelligenza collettiva», bloccando le sue potenzialità liberatorie
di Alessandro Simoncini Questo breve testo, che si articola in due movimenti parzialmente – e volutamente – ripetitivi, si prefigge lo scopo di indagare alcuni aspetti…
Gianluca Bonaiuti, Cittadini della catastrofe. Nota su: A. Simoncini (a cura di), Una rivoluzione dall’alto. A partire dalla crisi globale, Mimesis, Milano 2012. Marco Dotti, Depressi alla…
Massimo Recalcati La enorme diffusione degli psicofarmaci nelle cosiddette società del benessere ha ormai raggiunto un livello di guardia. Il loro uso clinico sembra sempre più…