philosophy and social criticism

Posts by MD

L’Unione europea, una prigione dei popoli

Eurozona disciplinare. Così l’ha definita Varoufakis e di certo non si sbagliava: questa prigione coincide con la stessa razionalità liberale che appare cristallizzata nelle istituzioni monetarie, racchiusa in un corpo di leggi, inscritta nei trattati fiscali.

Versace, il killer e quel funerale kitsch

Gli americani adorano il sociopatico di successo, la loro non è tanto una società in cui nessuno conosce nessuno quanto una società in cui solo ai personaggi celebrati dai media si concede vera esistenza. Il resto, conta solo come eccezione. Che cosa dire e come non ridere davanti a Elton John, l’ex cantante oramai specializzato in coretti funebri, che piange al funerale dell’amico stilista, «fasciato da abiti di Versace, come fosse una Maria Antonietta»?

La sfera infinita

«Forse la Sto­ria uni­ver­sale è quella della diversa into­na­zione di alcune meta­fore»; così Bor­ges opina su una delle sug­ge­stioni certo a lui più care: quella della pos­si­bi­lità di trac­ciare un com­pen­dio esau­stivo delle por­tanti imma­gi­nali che hanno deter­mi­nato la vita degli uomini nel loro dive­nire sto­rico. Tra que­ste meta­fore, parola la cui eti­mo­lo­gia dispiega pie­na­mente la sua forza evo­ca­tiva — dal greco meta-foreo, cioè tra­spor­tare oltre – una rien­tra magi­stral­mente tra le costanti che com­pon­gono il cata­sto bor­ghe­siano della Sto­ria uni­ver­sale: Dio come sfera infinita.

Passioni ludiche senza desiderio

“Nessun giocatore deve essere più grande del gioco stesso”. La battuta di un film a suo modo chiave, Rollerball,veniva posta da Jean Baudrillard in sergo al terzo capitolo del suo De la séduction, pubblicato nel 1979 per i tipi di Galilée. Proprio da questo lavoro – e dalla traduzione di Pina Lalli – pubblichiamo un estratto, importante per la riflessione sul “destino politico della seduzione”, che si dipana, nel suo asse centrale, proprio attraverso le dinamiche del gioco. Un gioco che “assorbe non solo il giocatore, ma il mondo”, scriveva Baudrillard e lo consegna a all’infinita deriva del ludico.

Istantanee di mare

“Se fosse questo l’amore / un corpo leggero sull’acqua // scritture di sabbia sul fondo marino /riflessi di sole su onde appena increspate”. Da Carloforte, le istantanee di mare di Lea Melandri

Kafka-Canetti

Scrive Elias Canetti: «È vanto di chi sta in piedi l’essere libero, senza appoggiarsi a nulla»

Il cinema del male

Non può esserci liberazione reale, nemmeno con la morte: il figlio-orfano può imparare forse a convivere con il ricordo del dolore, custodirlo e, in un certo qual modo, farsi cullare da questo. “L’invenzione della madre” di Marco Peano

Neorealismo come ritorno all’ordine

La storia del cinema neorealista si divide tra una breve e intensa attività testimoniale e critica e una produzione media diffusa, in cui gli epigoni divengono interpreti della buona coscienza nazionale e creano un “cinema della rimozione, una scuola di oboedientia”.

La comunicazione digitale: la rovina del mondo o l’inizio di una nuova civiltà?

Che il reale stesse perdendo il suo ancoramento alla terra, ai corpi, alla tattilità, a tutto vantaggio dei fantasmi dell’immaginario, era già nelle analisi brillantemente argomentate di Guy Debord e Jean Baudrillard. Ma non è un caso che sia stata l’irruzione del medium digitale a spingere il discorso critico a profondità finora non toccate della vita psichica.

Il dio ermafrodito

Esiste, da sempre, una figura simbolica, un monomito, che ipostatizza il superamento dei contrari e ci rimanda così, col suo significato, alla relazione originaria tra creatore e creazione: l’androgino.

"Grecia"

Grecia anno zero

“Quando Syriza è diventata Governo-Potere, automaticamente il movimento di massa che l’ha votata si è trasformata in una forza di governo e di potere. Quindi: si è auto-dissolto come una forza di lotta”. Una dura presa di posizione di Mikis Theodorakis sul tradimento dei chierici al governo

Frankenstein reloaded

Il Golem era ritenuto incapace di pensare, di parlare e di provare qualsiasi tipo di emozione perché privo di un’anima che nessuna magia fatta dall’uomo sarebbe stata in grado di fornirgli. Questo sottile diaframma separa, almeno nella tradizione cabalistica, il Creatore dall’uomo, incapace di generare la coscienza di sé: ciò che distingue in essenza la vita superiore da quella inferiore.