philosophy and social criticism

Posts from the ‘Raffaele K. Salinari’ category

Chi va arrestato

he esista ancora, in questi tempi di rinascente barbarie, di turpiloquio politico, di decadimento culturale, qualcuno che si faccia katékon, baluardo, attore del gesto giusto, testimone irriducibile e scandaloso di leggi ancestrali, quelle che abbracciano il corpo dolente dell’umanità intera, è ciò che fa scatenare le reazioni rabbiose di chi va arrestato. Perché? Perché non è possibile cancellare con una dichiarazione Facebook tutta la strada da cui questi migranti provengono, le condizioni di guerra, sofferenze, torture, vessazioni, cui sono stati sottoposti e che li ha spinti, loro malgrado, a venire qui

Erotismo e xenofobia

Erotismo e xenofobia, due sentimenti a volte totalizzanti, che mai comunque lasciano indifferenti. La loro relazione è profonda poiché sono l’uno il risvolto dell’altro. Se l’erotismo è, secondo la celebre definizione di Bataille «portare la vita sin dentro la morte»la xenofobia, al contrario, può essere considerata un «portare la morte sin dentro la vita». Quando, infatti, analizziamo l’essenza dell’uno e dell’altra, ci accorgiamo che hanno la stessa matrice. L’erotismo è una forza creatrice, poietica, potentissima, messa dalla Vita, dalla Zoé senza caratterizzazioni, a disposizione della nostra specifica e caratterizzata Bios umana,affinché la sua continua ricombinazione la faccia prosperare

Teologia cristiana? In buona parte esoterismo dionisiaco

La teologia cristiana è in buona parte esoterismo orfico-dionisiaco. Questa icastica affermazione, sostenuta, tra gli altri, anche da E. Zolla, si sostanzia appieno se ripercorriamo le tappe che, prendendo le mosse dall’originario percorso iniziatico, arrivano sino alla nascita e soprattutto alla resurrezione del Cristo

L’amatriciana di Dioniso

L’abbandono dei territori da parte della politica è solo la conseguenza di un abbandono precedente, l’allontanamento simbolico di ciò che una volta si chiamava tradizione

L’Enigma: dalla Sfinge alla Settimana enigmistica

E allora, come nasce l’enigma? Da dove prende la sua natura? Per rispondere a queste domande dobbiamo risalire il tempo sino a quando la comunicazione tra gli dei e gli uomini era ancora possibile, prima delle nozze di Cadmo ed Armonia, l’ultima volta che le due razze si incontrarono convivialmente sulla terra.

Antropologia di Salah Abdeslam

In Occidente la merce diviene spettacolo e lo spettacolo merce. Il corpo si esibisce e si fa spettacolo esso stesso. E allora i luoghi della merce diventano quelli da colpire: supermercati, teatri, resort turistici, metropolitane, stazioni ferroviarie; l’accusa di apostasia si estende a tutti i frequentatori dei siti impuri. Una apostasia ipostatica dunque; mentre nello spazio del Califfato i luoghi sono rovesciati: il vero credente frequenta la casa nella sua intimità inviolabile e la moschea, le donne sono sempre velate per non essere violate, l’esibizione si limita alle armi e alla ferocia assassina.

La testa di Orfeo

La testa di Orfeo, infatti, viene mozzata, e gettata nel fiume Evros, il corso d’acqua che allora attraversava la Tracia, la terra che si estendeva tra l’attuale Grecia e la parte europea della Turchia. In sostanza il fiume che ancora segna il confine tra le due nazioni, quello che i migranti provenienti da est devono attraversare e discendere per arrivare in Europa. Come quella di Orfeo è la testa dei migranti. Che futuro annuncia, che sventura prefigura per una “europa” che non sa più essere Europa?

Il gioco delle perle di vetro

La parola intento contiene dunque una segnatura etimologica: svela la tensione nella volontà di uno sguardo che cerca il luogo della visione tra consapevolezza e inconscio, tra Io e Sé, tra Visibile ed Invisibile; un ponte gettato dall’anima sulla necessità di cogliere la sua stessa «trama [armonia] nascosta» per ricongiungerla con «quella manifesta», secondo le parole di Eraclito. Un tragitto ardito e impervio, che si tende tra Cosmo e Caos.

Carl Schmitt aveva ragione?

In una delle ultime pagine di Der Nomos der Erde Schmitt scrive: «Se le armi sono in modo evidente impari, allora decade il concetto di guerra simmetrica, nella quale i combattenti si collocano sullo stesso piano. Se questa possibilità viene meno, l’avversario più debole diventa semplice oggetto di coazione. Si acuisce allora in misura corrispondente l’ostilità fra le parti in guerra. Chi si trova in stato di inferiorità sposta la distinzione fra potere e diritto nell’ambito del bellum intestinum. Il più forte vede invece nella propria superiorità militare una prova della sua justa causa e tratta il nemico come un criminale».

La sfera infinita

«Forse la Sto­ria uni­ver­sale è quella della diversa into­na­zione di alcune meta­fore»; così Bor­ges opina su una delle sug­ge­stioni certo a lui più care: quella della pos­si­bi­lità di trac­ciare un com­pen­dio esau­stivo delle por­tanti imma­gi­nali che hanno deter­mi­nato la vita degli uomini nel loro dive­nire sto­rico. Tra que­ste meta­fore, parola la cui eti­mo­lo­gia dispiega pie­na­mente la sua forza evo­ca­tiva — dal greco meta-foreo, cioè tra­spor­tare oltre – una rien­tra magi­stral­mente tra le costanti che com­pon­gono il cata­sto bor­ghe­siano della Sto­ria uni­ver­sale: Dio come sfera infinita.

Frankenstein reloaded

Il Golem era ritenuto incapace di pensare, di parlare e di provare qualsiasi tipo di emozione perché privo di un’anima che nessuna magia fatta dall’uomo sarebbe stata in grado di fornirgli. Questo sottile diaframma separa, almeno nella tradizione cabalistica, il Creatore dall’uomo, incapace di generare la coscienza di sé: ciò che distingue in essenza la vita superiore da quella inferiore.

"Carnevale di Ivrea"

Il berretto frigio

Dall’antica Roma ai Puffi, passando per la Rivoluzione francese: permanenza di un simbolo e analogie tra sacro e profano, tra esoterico ed essoterico, tra liberazione della mente e liberazione del corpo nel berretto frigio, copricapo dall’inaudita forza evocativa.

"ircular zodiacal lunar chart, Egerton 2572, f.51, British Library"

Astrologica

Scriveva Goethe che «La superstizione astrologica si basa sull’oscuro senso di un universo sconfinato. L’esperienza insegna che le stelle più vicine hanno un influsso decisivo sul tempo, sulla vegetazione etc… non c’è che da salire di grado in grado, sempre più in alto, e chi può dire dove questa azione cessi?».