philosophy and social criticism

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Dall’ascesi all’anoressia: il corpo delle donne

Mai, come in quest’epoca di rapidi mutamenti tecnologici, di emozioni virtuali, Ia presenza dei corpi è parsa così invasiva e inquietante. Per una specie di contrappasso, proprio nel momento in cui la materia di cui siamo fatti sembra dissolversi in un universo di segni, e di manipolazioni senza limite, la scena del mondo torna a popolarsi di spettri antichi che si volevano sconfitti: carni indebolite dalla farne, devastate dalle guerre, dalle malattie.

Delle api e delle locuste

Ci troviamo in un’economia che ha ormai istituzionalizzato comportamenti predatori basati sull’autointeresse, ma ci troviamo anche in una società in cui l’innovazione sociale è possibile in virtù delle stesse tecnologie della comunicazione che permeano le nostre forme di vita. C’è da chiedersi se il “fare insieme”, quell’insieme di attività in cui centrale è la relazione sociale, potrà avere la meglio sulla pura logica dell’interesse personale.

Bambole

Davanti a un manichino ben fatto o davanti a una statua di cera, resta sempre in chi osserva un sottofondo di incertezza: ma è un vivo che fa la statua o è un oggetto che sembra vivere? Questa indistinguibilità fra ciò che è solo cera, ovatta e meccanismi, e ciò che respira e pensa, ingenera appunto un disagio può diventare persino spavento o terrore.

Nient’altro che vita

Neanche il femminismo, la nascita di una coscienza attenta alla singolarità di ogni essere, maschio o femmina che sia, sembra aver modificato a fondo il ruolo di vittima e oppressore che ha il corpo per la donna, disposta a subirlo o a farne un uso distruttivo, anche quando si maschera di “libertà”.

Cieca fortuna del capitale

Da monito contro la “vanitas” a invito al rischio e al gioco, la fortuna attraversa i secoli, si secolarizza, seguendo le trasformazioni del suo significato. Un percorso di letture tra Peter Sloterdijk, Marc Chesney e altri

L’amatriciana di Dioniso

L’abbandono dei territori da parte della politica è solo la conseguenza di un abbandono precedente, l’allontanamento simbolico di ciò che una volta si chiamava tradizione

Christian Laval: «La crisi è diventata un modo di governo »

La logica neoliberale distrugge o indebolisce tutto quello che potrebbe opporvisi: i sindacati, l’azione dei cittadini, le mobilitazioni. Si registra anche uno sgretolamento del legame sociale. Il neoliberalismo è una logica normativa globale che tende a divenire un sistema e che ha per principio la messa in concorrenza degli Stati, delle istituzioni e degli individui tra loro.

Acrobate

Quando una parte del femminismo, dopo anni in cui si era scavato nelle storie personali, per capire quale violenza manifesta o psicologica avesse potuto chiudere l’esistenza femminile dentro la funzione materna, ha riportato in auge l’ “ordine simbolico della madre”, la superiore ‘competenza’ relazionale femminile, ho pensato che la visione del mondo dettata dall’uomo aveva ancora una volta trionfato su un percorso di autonomia appena agli inizi.

Jean Baudrillard: “l’esaltante incertenza del gioco”

La seduzione gioca con il desiderio, ma non è il desiderio. Il gioco “gioca” col giocatore, lo comprime nell’incertezza. Ma c’è un’incertezza positiva, osserva Baudrillard, un’esaltante incertezza. Quella che ci permette di dire che “no, i giochi non sono ancora fatti”

Bambole

La “bambola” che l’uomo e la donna incontrano all’inizio della loro vita sembra dunque assommare in sé aspetti diversi: è il corpo che genera, il corpo della madre, se visto dall’interno, ma è anche, guardato da fuori, l’oggetto d’amore che si consegna, muto e seducente, al desiderio sesssuale. Inotre, dato che la bambola viene tradizionalmente associata al figlio futuro, si può pensarla anche come immagine di quel femminile narcisisticamente appagato di se stesso, che Freud accosta al bambino e ad alcuni animali da preda.

Al di qua del Bene e del male: l’involuzione del bene e del male

La grande idea nietzschiana della trasmutazione di tutti i valori è stata realizzata esattamente all’inverso, nell’involuzione di tutti i valori. Non siamo andati al di là, ma al di qua del Bene e del Male, al di qua del Vero e del Falso, al di qua del Bello e del Brutto – non per eccesso, ma per difetto. Non c’è stata trasmutazione né superamento, ma dissoluzione e indistinzione.

I would prefer not to

Oggi l’indifferenza è narcisistica: l’estetizzazione del mondo riesce a far digerire tutto, anche le tragedie più sporche e penose, perché queste ultime rimangono sullo sfondo e vengono comunque rimodellate per essere buone occasioni per esprimere la nostra indignazione e il nostro dolore. Ogni aspetto della vita (le singole parti del corpo, il lavoro, le vacanze, il cibo ecc.) sono oggetto di un massivo investimento estetico. Ogni sguardo non cerca altro che il proprio viso, e non solo con i selfie.

Questione di modelli

La crescita, così come l’innovazione, vanno qualificate, non sono dei valori assoluti e autoreferenziali. Di per sé la crescita non genera equità e coesione sociale, così come l’innovazione non significa necessariamente nuovo valore d’uso, ma sempre più spesso aumento del consumo senza valore aggiunto.

L’Enigma: dalla Sfinge alla Settimana enigmistica

E allora, come nasce l’enigma? Da dove prende la sua natura? Per rispondere a queste domande dobbiamo risalire il tempo sino a quando la comunicazione tra gli dei e gli uomini era ancora possibile, prima delle nozze di Cadmo ed Armonia, l’ultima volta che le due razze si incontrarono convivialmente sulla terra.