Parakharaxon to nomisma. Il denaro di François Dagognet
Se il potere corrompe, il denaro corrode. Il denaro solve, ma non coagula. Disgrega società e legami, accelera e seduce. Sorge così una domanda: la sola alternativa al denaro è il deserto?
Se il potere corrompe, il denaro corrode. Il denaro solve, ma non coagula. Disgrega società e legami, accelera e seduce. Sorge così una domanda: la sola alternativa al denaro è il deserto?
Economia e casa sono, fin dall’etimo (oikos), in rapporto di complicità. Economia è dare secondo giustizia, non secondo vuoto diritto. Oikos è il luogo dove si spezza il pane, non dove si fa business
Ci sono paradossi che si inscrivono direttamente nelle forme, anche in quelle più lineari e semplici. Nel lavoro di Peter Halley questi paradossi assumono forma di «diagrammi sociali», di celle, di «microchips» stilizzati, di circuiti di linee e cortocircuiti di colori a rappresentare – in qualche modo – il calco di una «realtà» in preda alla follia spettacolarizzata e travolta nel suo flusso alienante.
Liberare tempo per sé, lavorare meno per lavorare tutti e meglio, è visto con sospetto, come se comportasse la perdita di potere sulla vita degli altri. Meglio quindi inventare lavori inutili, ma utili per piegare tutti all’etica del lavoro.
Topolino, capostipite del Mondo disneyano, simboleggia un messaggio di immortalità psico-fisica ottenuta attraverso l’ostensione del simbolo sacro per eccellenza della sacralità: l’aura
Il paradiso del gendarme è l’inferno della legalità. Il paradiso del gendarme è là dove tutto è vietato e la necessaria trasgressione del divieto legittima la sua esistenza altrimenti inutile
Ho fatto quindi il professore nella scuola d’arte di Velletri. Non vi illuda la parola “scuola d’arte”. In realtà non si insegna l’arte. Sono ragazzini che sembrano usciti dalle caverne, non parlano assolutamente l’italiano, parlano un dialetto che è romanesco che sente già l’influenza del sud, un dialetto barbarissimo, composto di pochissime parole e lontanissimo dalla lingua nazionale.
«Quando mi proposero di realizzare un film sulle visioni procurate dalla mescalina, dichiarai, ribadii e ancora adesso lo ripeto che significava avventurarsi in un’intrapresa impossibile». Nonostante i suoi forti dubbi, espressi a chiare lettere, nel 1962 Henri Michaux decise di accogliere l’insistente richiesta a più riprese avanzatagli da un documentarista che lavorava per i laboratori cinematografici dell’industria farmaceutica Sandoz.