philosophy and social criticism

Posts from the ‘avanguardie e capitalismo’ category

"Peter Halley"

Circuiti disintegrati: Peter Halley

Ci sono paradossi che si inscrivono direttamente nelle forme, anche in quelle più lineari e semplici. Nel lavoro di Peter Halley questi paradossi assumono forma di «diagrammi sociali», di celle, di «microchips» stilizzati, di circuiti di linee e cortocircuiti di colori a rappresentare – in qualche modo – il calco di una «realtà» in preda alla follia spettacolarizzata e travolta nel suo flusso alienante.

L’invenzione dei lavori inutili

Liberare tempo per sé, lavorare meno per lavorare tutti e meglio, è visto con sospetto, come se comportasse la perdita di potere sulla vita degli altri. Meglio quindi inventare lavori inutili, ma utili per piegare tutti all’etica del lavoro.

"Topolino e la sua aura"

La doppia aura di Topolino

Topolino, capostipite del Mondo disneyano, simboleggia un messaggio di immortalità psico-fisica ottenuta attraverso l’ostensione del simbolo sacro per eccellenza della sacralità: l’aura

Il paradiso del gendarme

Il paradiso del gendarme è l’inferno della legalità. Il paradiso del gendarme è là dove tutto è vietato e la necessaria trasgressione del divieto legittima la sua esistenza altrimenti inutile

Una scuola senza Stato?

Ho fatto quindi il professore nella scuola d’arte di Velletri. Non vi illuda la parola “scuola d’arte”. In realtà non si insegna l’arte. Sono ragazzini che sembrano usciti dalle caverne, non parlano assolutamente l’italiano, parlano un dialetto che è romanesco che sente già l’influenza del sud, un dialetto barbarissimo, composto di pochissime parole e lontanissimo dalla lingua nazionale.

Trance e cinema. Henri Michaux

«Quando mi proposero di realizzare un film sulle visioni procurate dalla mescalina, dichiarai, ribadii e ancora adesso lo ripeto che significava avventurarsi in un’intrapresa impossibile». Nonostante i suoi forti dubbi, espressi a chiare lettere, nel 1962 Henri Michaux decise di accogliere l’insistente richiesta a più riprese avanzatagli da un documentarista che lavorava per i laboratori cinematografici dell’industria farmaceutica Sandoz.