Non c’è più niente da raccontare
di Paolo Volponi
Niente. Non c’è niente da raccontare. Non si racconta più. Lo stato procede, si ferma, si corregge secondo la crisi che gli è stata assegnata dall’industria.
La crisi delle istituzioni è crisi delle sovrastrutture e delle produzioni. Non c’è proprio niente da raccontare. Non c`è più Madame Bovary.
Ci sono le categorie sessuali, i prodotti farmaceutici, letterari, cinematografici, dietetici, comportamentali. obbligativi. Si poterebbe raccontare come mille mogli tradiscono tutti insieme, sopra la stessa biancheria, i loro mariti appesantiti dal lavoro e dall’ingenuità?
I giocatori, i ribelli, gli assassini, i pescatori, i ricchi, gli avari, gli incapaci, sono ormai a milioni, tutti uguali nel mondo.
tratto da Paolo Volponi, Le mosche del capitale, Einaudi, Torino 1989
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tysm review
vol. 24, issue no. 24
may 2015
ISSN: 2037-0857
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