Che fine ha fatto il burkini?
Ricordate il burkini, il costume integrale che scatenò polemiche a non finire? L’estate scorsa era la parola più ricercata sul web e una fotografia scatenò ridde di discussioni e opinioni. Salvo poi scoprire che…
Ricordate il burkini, il costume integrale che scatenò polemiche a non finire? L’estate scorsa era la parola più ricercata sul web e una fotografia scatenò ridde di discussioni e opinioni. Salvo poi scoprire che…
Fare i conti con l’universalismo. In questa intervista, Etienne Balibar ci spiega perché «abbiamo bisogno di imparare a pensare filosoficamente la condizione spuria delle istituzioni nelle quali viviamo» e che «la fonte comune all’universalismo e al razzismo – questi due opposti – è l’idea della specie umana così come essa è stata fabbricata dalla modernità borghese, di cui uno dei principali rappresentanti è Kant. Come può Kant essere al tempo stesso il teorico del rispetto incondizionato della persona umana e il teorico della diseguaglianza culturale delle razze?»
In Occidente la merce diviene spettacolo e lo spettacolo merce. Il corpo si esibisce e si fa spettacolo esso stesso. E allora i luoghi della merce diventano quelli da colpire: supermercati, teatri, resort turistici, metropolitane, stazioni ferroviarie; l’accusa di apostasia si estende a tutti i frequentatori dei siti impuri. Una apostasia ipostatica dunque; mentre nello spazio del Califfato i luoghi sono rovesciati: il vero credente frequenta la casa nella sua intimità inviolabile e la moschea, le donne sono sempre velate per non essere violate, l’esibizione si limita alle armi e alla ferocia assassina.
Liberarsi dai monoteismi, afferma Peter Sloterdijk, significherebbe riconsegnare la libertà di pensiero a una società pervasa dalla violenza. Significherebbe esorcizzare quella violenza