philosophy and social criticism

Posts from the ‘Antropologica’ category

Storie anatomiche

Il mondo di oggi, tutto insieme pre-moderno, moderno e post-moderno, cerca inutilmente di emanciparsi dal sacro, dal religioso; dal bisogno, in particolare, di attribuire un potenziale, una dose più o meno forte di energia ad oggetti (amuleti, reliquie, talismani) che sarebbero capaci di garantire salute, successo, visibilità o, semplicemente, un contatto con ciò che sta in alto (il divino, il genio, l’eroico).

Antropologia di Salah Abdeslam

In Occidente la merce diviene spettacolo e lo spettacolo merce. Il corpo si esibisce e si fa spettacolo esso stesso. E allora i luoghi della merce diventano quelli da colpire: supermercati, teatri, resort turistici, metropolitane, stazioni ferroviarie; l’accusa di apostasia si estende a tutti i frequentatori dei siti impuri. Una apostasia ipostatica dunque; mentre nello spazio del Califfato i luoghi sono rovesciati: il vero credente frequenta la casa nella sua intimità inviolabile e la moschea, le donne sono sempre velate per non essere violate, l’esibizione si limita alle armi e alla ferocia assassina.

Simbolismo della croce

Scriveva Friedrich Creuzer: “Una tradizione antichissima, considerata sacra anche in Grecia, consisteva nello spezzare una tavoletta e nel conservare le due unità separate come pegno e segno di un diritto di ospitalità concluso. Quel frammento della tavola spezzata (tessera) veniva chiamato proprio simbolo (symbolon)”.

Il capitale umano nella fabbrica della vita

Al di là degli enormi problemi etici che solleva, il «biolavoro» diventa infatti quasi il paradigma di un quadro generale, nel quale ogni individuo diventa solo il titolare di uno specifico ‘capitale umano’. Un ‘capitale’ che ciascuno è chiamato a preservare, coltivare e accrescere. Un ‘capitale’ che ciascuno può vendere ‘liberamente’ tuffandosi in una immensa distesa di merci. Un ‘capitale’ che ognuno può utilizzare ‘liberamente’ – spremendo dalla propria mente e dal proprio corpo ogni ipotetica possibilità commerciale – per le transazioni più vantaggiose e per ottenere le risorse necessarie per soddisfare i propri desideri. In altre parole, il «biolavoro» è solo la più drammatica testimonianza della logica che si nasconde dietro la retorica del ‘capitale umano’.

Aleksandr Lurija, archeologia del labirinto

1943. Fronte russo occidentale, regione di Smolensk: Lev A. Zaseckij, giovane tenente dell’Armata Rossa, viene ferito da un proiettile tedesco che gli penetra in profondità nel cervello cancellando la percezione di una parte del corpo e pregiudicando sia la comprensione del linguaggio che la memoria. Sottoposto a un intenso processo di riabilitazione, Zaseckij recupera frammenti delle funzioni cerebrali perdute e torna, dolorosamente, a vivere: riaffiorano nomi di persone e oggetti, impara di nuovo a contare, riconosce la via di casa…

Un tentativo di dialogo: Fachinelli e Pasolini nel 1974

«Dall’età dell’innocenza siamo passati all’età della corruzione», affermava Pier Paolo Pasolini in un’intervista del 1973. Una dicotomia efficace, ma semplicistica. Così almeno apparve al grande psicoanalista Elvio Fachinelli – di cui in questi giorni arriva in libreria per i tipi di DeriveApprodi la raccolta di scritti “Al cuore delle cose” – che cercò il confronto. Ma l’isolamento pasoliniano ebbe la meglio

Estasi metropolitane

Di fronte all’accelerazione crescente del nostro mondo, si verifica una situazione analoga. Essa contraddice in primo luogo a una modificazione elastica dello spazio: questo si restringe nell’àmbito terrestre e si amplia invece nella dimensione interplanetaria, dove diventa lo Spazio in assoluto. Nel primo caso il tempo tende all’istantaneità, i giorni e le ore diventano minuti, secondi; nell’altro, il tempo scivola verso lo zero, i mesi e gli anni non sono. Una riflessione sul tempo estatico della metropoli.

Ancora destra e sinistra?

Destra e sinistra come polarizzazioni simboliche della politica hanno ancora senso? In via del tutto provvisoria -scrive Elvio Fachinelli – “propongo l’uso implicito e il privilegio, in ogni valutazione intellettuale, di qualcosa che si potrebbe chiamare creatività-generatività, contrapposta a non creatività e non generatività”

La malattia del lavoro

Al momento dell’Unità il lavoro era molto spesso un’esperienza discontinua. Ci si adattava trovando fonti alternative di sostentamento, esercitando diverse attività o spostandosi alla ricerca di un’occupazione. A fine Ottocento nasce una nuova consapevolezza: la mancanza di lavoro è una forma di ingiustizia contro cui occorre lottare.

Cinema come critica

Come non soccombere all’immaginario del capitale? Come scampare alla hybris che trasforma ogni tragedia in farsa? Con la critica e col cinema

Perché non sempre eravamo d’accordo: Eco su Pasolini

Sono vent’anni , affermava Pasolini, “che la stampa italiana, e in primo luogo la stampa scritta, ha contribuito a fare
della mia persona un controtipo morale, un proscritto”. Nella stampa c’era anche lui, Umberto Eco, che nel 1975 pubblicò un articolo sul “manifesto” con lo pseudonimo Dedalus. Pochi mesi dopo, la morte di Pasolini. E il chiarimento postumo di Eco