philosophy and social criticism

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Marx e l’alchimia

Marx che rimette in gioco il discorso sull’alchimia, servendosene in metafore che lo aiutano a illuminare l’alienazione dell’economia politica dei capitale, ma anche a sottolineare la pietra filosofale del non-ancora-potere del proletariato. Il materialismo dell’alchimia, la sua concezione del nesso dialettico uomo/natura, la suo aspirazione prometeica ad un uomo nuovo, disalienato è quanto la può maggiormente avvicinare a Marx.

Moribondi di successo

Da qualche anno in qua, si notano soprattutto schede delle lotterie istantanee, schede giocate e perdute ovviamente. Ecco, oggi il nostro bisogno di miracoli, di una protezione allo stesso tempo sacra e profana, cristiana e pagana, soprannaturale e concreta, passa soprattutto dai “gratta&vinci”, e non più da altre risorse, come dai santuari con gli ex-voto e anche dal soccorso di uomini santi, di eremiti, con le loro vite esemplari e col loro potere straordinario.

La testa di Orfeo

La testa di Orfeo, infatti, viene mozzata, e gettata nel fiume Evros, il corso d’acqua che allora attraversava la Tracia, la terra che si estendeva tra l’attuale Grecia e la parte europea della Turchia. In sostanza il fiume che ancora segna il confine tra le due nazioni, quello che i migranti provenienti da est devono attraversare e discendere per arrivare in Europa. Come quella di Orfeo è la testa dei migranti. Che futuro annuncia, che sventura prefigura per una “europa” che non sa più essere Europa?

Senza un altrove. Testi, ipertesti, linguaggi

Scrivere e parlare, scrivere e parlare. Oggi sappiamo bene, o ci sembra di sapere bene, che cosa differenzia la parola scritta dalla parola parlata. Ma quando nacque la scrittura, che cosa poteva apparire questa agli uomini dell’oralità se non una sorta di trascrizione del flusso continuo della parola orale?

La doppia pena del migrante

Molti osservatori preconizzano che, con la crisi di Schengen, inizia la probabile agonia della Ue. Ma la fine o il declino di questo continente incombe da anni, da quando si è dichiarato incapace di dare una speranza di vita a chi, oltretutto, potrebbe aiutarlo a crescere.

Il gioco delle perle di vetro

La parola intento contiene dunque una segnatura etimologica: svela la tensione nella volontà di uno sguardo che cerca il luogo della visione tra consapevolezza e inconscio, tra Io e Sé, tra Visibile ed Invisibile; un ponte gettato dall’anima sulla necessità di cogliere la sua stessa «trama [armonia] nascosta» per ricongiungerla con «quella manifesta», secondo le parole di Eraclito. Un tragitto ardito e impervio, che si tende tra Cosmo e Caos.

Il mito Pasolini

La storia di Pasolini è tutta una storia sacra, in fin dei conti. E’ uno straordinario, quanto disperante, tentativo di disvelamento dell’inferno, del nostro nuovo inferno. Ciò che resta oggi dell’officina-Pasolini non può consolarci, né strapparci (se ci siamo immersi) a una ottusa nostalgia.

Gioco pubblico e comportamenti sociali in Italia

Il gioco speculativo insomma può trasformare il giocatore occasionale in giocatore abituale, quello abituale in giocatore a rischio e il giocatore a rischio in giocatore compulsivo. Il giocatore speculativo infine mira a torcere la ludicità del gioco nell’interesse al lucro sovvertendone la stessa struttura ontica. Si gioca infatti per divertirsi non per lucrare. Il lavoro remunera non il gioco.

I quattro Re Magi

L’Epifania riafferma, «in nuce», la violenza di un verbo costituito in dettato ineludibile: che è la base evangelica di una emarginazione delle diversità, intese come identificazione storica delle condizioni umane. Così che, dal punto di vista laico, il declino dell’Epifania si configura come un declino dell’ etnocentrismo. Non è perdita di valori arcaici, ma cancellazione di miti e tradizioni che hanno per secoli incantato l’uomo. Più concretamente, è la rinunzia ad una pretesa emarginante che, in un codice mitico, aveva espresso il trionfo del cristianesimo e la frammentazione di ogni diversa fede e cultura.

"Pier Paolo Pasolini"

Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini

Pasolini, nella laboriosa storia creativa di “Comizi d’amore”, si è inoltrato fra i “misteri del sesso”, dei suoi eccessi, delle sue anormalità e delle sue mediocri imprese. Al sesso il poeta-regista finiva per attribuire una importanza perfino eccessiva; al sesso attribuiva niente meno che il potere di determinare la vita di un uomo, premiandolo o condannandolo.

Natasha Dow Schüll: il tempo vuoto dell’azzardo

Non ci sono molti dubbi sul fatto che lo sviluppo industriale del gioco d’azzardo, e del porno, abbia molto a che fare con il regime neoliberale di accumulazione capitalistica. Entrambi promettono felicità e possibilità di esperire desideri senza costruzioni. Entrambi costruiscono gabbie e prigioni cognitive che hanno la scritta all’ingresso: la felicità rende liberi.

Liturgia come gioco. Dialogo con Aldo Natale Terrin

Che cosa accomuna gioco e liturgia, gioco e rito se non quella proiezione al di là dell’utile, dei commerci, dei calcoli che Georges Bataille definiva nei termini di “dépense”? Il gioco come fatto sociale totale? Forse sì, ma un fatto sociale totale “useless”, oltre che “meaningless”. Del gioco, insomma, “non si dà perché”.

"Louis Massignon"

L’arabo felice. Louis Massignon

L’opera di Massignon nasce da una indiscussa conoscenza dei testi, ma è tarata da un’intenzione apologetica che riappare continuamente e che nasce dalla pretesa origine abramitica delle tre religioni. I lettori, disposti ad affrontare il discorrere mistico, sostanzialmente astorico,

Dove si nasconde l’Occidente. Intervista con Alberto Abruzzese

Lo “spirito occidentale” possiamo rappresentarlo come una grande Idra: mostro che avanza nel mentre le sue tante teste s’azzannano tra loro per alimentare uno stesso, unico ventre. È obbligato a intrattenersi con civiltà che, spinte da una medesima necessità di dominio, lo contrastano volendo esse stesse farsi storia del mondo, mondo della storia.