philosophy and social criticism

Posts from the ‘Antropologica’ category

"Architetture dell'azzardo"

Natasha Dow Schüll, Architetture dell’azzardo

Architetture dell’azzardo è il più importante lavoro condotto sul campo nell’ambito del cosiddetto “machine gambling”, il gioco d’azzardo industriale e di massa condotto attraverso “macchinette”. L’autrice, Natasha Dow SchülL insegna al Mit ed è una delle più autorevoli ricercatrici impegnate a riflettere sull’impatto degli ambienti e delle architetture tecnologiche sulla vita quotidiana. Oggi, il lavoro è disponibile anche in Italiano

L’eros pedagogico non ancora colonizzato dal potere

Attraverso il suo sguardo innamorato, nella distanza, come verso la Terra lo sguardo dei cosmonauti, Pasolini, in un gioco di sguardi, ci porta a gettare lo sguardo su un potere che non si accontenta più di agire dall’esterno direttamente sul corpo dell’individuo lasciandone intatta la coscienza, ma, come dicevamo prima, penetra nel mentale, aggirando la possibilità di resistenza individuale. Un potere latente e pedagogico. Pasolinianamente, un potere che si presenta come, appunto, «sistema di educazione». Una nuova dimensione del potere di fronte alla quale recuperare l’unico tipo di rapporto che resiste perché non previsto, anzi, osteggiato: il rapporto personale, frontale, fisico, corporeo.

Dialogo è conflitto

Se il dialogo assume in sé anche la dimensione del conflitto, non c’è dialogo senza conflitto e, forse, non c’è conflitto senza possibilità di dialogo

http://www.corraini.com/it/catalogo/scheda_libro/1184/Asterusher

Il privilegio della polvere

La casa è un feticcio. Lo scrittore Michele Mari parla delle proprie case, quelle dove ha trascorso lunghi periodi durante l’infanzia, e lo fa per immagini, “per feticci”. In un racconto che si intreccia con le fotografie di Francesco Pernigo,

"Pura sangre di Luis Ospina"

Il Grupo de Cali, Luis Ospina e il cinema indipendente in Colombia

Il “Grupo de Cali” fu una variegata messe di artisti operativa dai primi anni settanta soprattutto nel cinema e nella scrittura e che avevano come luoghi di aggregazione il Cali Cine Club, la rivista cinematografica “Ojo al cine” e la comunità artistica Ciudad Solar, dove vivevano dividendo le proprie vite quasi tutti i membri di questo collettivo artistico. Fra i protagonisti di questo gruppo, che prima di tutto era un gruppo di amici e che solo più tardi fu denominata dai giornalisti Grupo de Cali, ricordiamo almeno Carlos Mayolo, Andrés Caicedo, Hernando Guerrero e Luis Ospina.

Lo shock della follia manicomiale

di Francesco Paolella Nota su: Gianni Berengo Gardin, Manicomi: psichiatria e antipsichiatria nelle immagini degli anni settanta, Contrasto, Roma 2015. Cosa rimane oggi dello shock provocato…

Le armi della Chiesa

La guerra poteva essere letta anche come castigo divino: ma non soltanto come un castigo. Il martirio di più di una generazione poteva infatti essere interpretato come un sacrificio necessario per espiare le colpe di un popolo e della sua classe dirigente. Da questa idea derivavano metafore ardite sul sacrifico dei soldati, paragonato addirittura alla passione di Cristo. Dagli altari la guerra veniva allora tradotta come strumento di penitenza e di (possibile) salvezza davanti alla crisi della cultura continentale.

Individuo e collettivo: chi se ne ricorda più?

Oggi, l’espressione “individuo e collettivo” risulta per lo più incomprensibile, forse perché dove era atteso un nuovo tipo di conoscenza, capace di trovare nessi tra polarità astrattamente contrapposte, è subentrato un amalgama difficile da sbrogliare: un individualismo che apparentemente rende liberi, ma liberi di somigliare, un accomunamento virtuale che cancella la percezione stessa della solitudine corporea del singolo.

Civilizzati e barbari nel corpo esangue dell’Occidente. Dialogo con Alberto Abruzzese

“Questo è il nostro finale d’epoca, il momento critico di relitti e derelitti del tempo e dello spazio della civilizzazione che invadono, accerchiano e penetrano al proprio interno e al loro esterno: sono percepiti come barbari tanto da chi è disposto o crede di essere disposto a includerli, magari per farli fruttare nel corpo esangue della civiltà occidentale, quanto da chi li esclude credendosi ultima barriera di difesa dei vecchi regimi della modernità”. Un dialogo a tutto campo con Alberto Abruzzese

Laudato si’. Una Enciclica antisistemica: l’opinione di un marxista

Per la sua analisi antisistemica della crisi, che unisce in una forma inseparabile la questione sociale con la protezione dell’ambiente naturale, il «grido dei poveri» con il «grido della terra», Laudato Sì è un prezioso ed inestimabile apporto alla riflessione e all’azione per salvare la natura e l’umanità dalla catastrofe.

Gioco e teologia del denaro

Esiste un vero e proprio eros del giocatore che lo spinge verso il suo gioco verso il denaro, come un oggetto di desiderio: il perdente vede svanire la somma puntata, presa “dalla mano dell’altro, senza però far nulla per afferrarla”[8]. Come il debitore insolvente, di cui è il riflesso allegorico, così il giocatore sconfitto è dominato dal sentimento di colpa: “Allora dicono: ‘Ho giocato male’”, e la percezione della propria indegnità lo può spingere fino al suicidio. Del resto il gioco produce necessariamente debito ed è posto nella sua stessa costellazione.