philosophy and social criticism

Posts tagged ‘debito’

Il trauma del debito e la lezione giapponese

Di fronte al rilancio di politiche monetarie espansive, come quella annunciata da Draghi la settimana scorsa e quella perseguita, volente o nolente, dal presidente della Federal reserve americana, è lecito chiedersi se per le economie sui due lati dell’Atlantico non sussista un reale rischio di Japanizzazione // di Christian Marazzi

$1.43bn

A volte una sola cifra è in grado di riassumere in sé un insieme complesso di questioni economiche, politiche e sociali. È il caso del servizio sul debito americano, gli interessi che il governo statunitense paga ai detentori dei Buoni del Tesoro: $1.43 miliardi al giorno (sì, al giorno) // di Christian Marazzi

Il grande business del debito italiano

Fa scandalo la richiesta del governo italiano di portare il rapporto deficit/pil al 2,4% e così si alimenta una campagna mediatica – a destra come a sinistra – che ha in realtà il vero obiettivo di spianare la strada alla speculazione finanziaria. In base ai nudi dati economici, l’Italia non è affatto a rischio di insolvenza. All’elevato debito pubblico, infatti, fa da contraltare uno dei più bassi valori del debito delle famiglie e delle imprese. Se poi aggiungiamo il surplus commerciale (che è superiore allo stesso deficit pubblico del 2,4%), l’allarme lanciato è solo giustificabile sul piano politico e ideologico e non economico

Lavorare per forza

La teoria del “capitale umano” prevede che, nel management di se stessi, tutto ciò che è negativo o rischioso ricada sulle spalle di chi lavora: chi non riesce a imporsi, chi è disoccupato, chi non è abbastanza produttivo, ha in sé un problema: è evidentemente inadeguato, è un fallito, non è capace di vivere come dovrebbe

La crisi della misura

Crisi senza fine. Lo dicono gli indicatori. Ma se si tenesse conto della cooperazione sociale, e non solo della prestazione individuale, il calcolo della produttività permetterebbe di remunerare in modo assai più appropriato il contributo di tutti alla creazione della ricchezza.

Capitalismo senza fine? Intervista con Anselm Jappe

Ora il capitalismo vive una fuga senza fine rappresentata soprattutto dall’indebitamento: indebitamento degli stati, indebitamento privato. Stando ai suoi stessi criteri di solvibilità, il capitalismo sarebbe già fallito da decenni. Può continuare a vivere solo grazie a una simulazione di profittabilità sempre più massiccia. E allora, ad ogni crisi finanziaria, aumenta sempre più il volume del credito in una disperata fuga in avanti, ed è facile vedere che questo non potrà durare per sempre.

"Grecia"

Grecia anno zero

“Quando Syriza è diventata Governo-Potere, automaticamente il movimento di massa che l’ha votata si è trasformata in una forza di governo e di potere. Quindi: si è auto-dissolto come una forza di lotta”. Una dura presa di posizione di Mikis Theodorakis sul tradimento dei chierici al governo

"Qe della Bce"

QE con IQ

Si è parlato molto in questi giorni di quantitative easing, altrimenti detto “allentamento quantitativo”, ossia quella misura di creazione e iniezione di 60 miliardi di Euro al mese per i prossimi 19 mesi da parte della Bce. Ma di che cosa stiamo parlando?

Il secolo del lavoro inutile

Se qualcuno avesse progettato un sistema del lavoro fatto su misura per salvaguardare il potere del capitale, non avrebbe potuto riuscirci meglio. I lavoratori veri, quelli…