philosophy and social criticism

Posts tagged ‘finanza’

La sovranità del dollaro

Il programma del neoeletto presidente americano, Donald Trump, tutto volto a rafforzare l’economia interna isolando gli Stati Uniti dal resto del mondo, rafforza non poco gli argomenti sovranisti della destra populista europea. La qual cosa è in un certo senso paradossale se solo si pensa alla contraddizione tra l’auspicata sovranità economica nazionale e il dollaro, un moneta che è sì nazionale ma che funge contemporaneamente da moneta di riserva internazionale, una moneta cioè che è utilizzata per pagare le importazioni negli Stati Uniti, per finanziare gli investimenti diretti e indiretti all’estero, per erogare prestiti a imprese e paesi emergenti

La scommessa della deglobalizzazione

Secondo l’Economist il rimpatrio delle multinazionali è iniziato prima della rivolta populista del 2016. La loro redditività finanziaria è diminuita a vantaggio delle imprese locali, la loro abilità di arbitraggio fiscale sembra essersi esaurita e la riduzione dei costi del lavoro all’estero sembra anch’essa diminuita. Sta di fatto che negli ultimi cinque anni i profitti delle multinazionali sono calati del 25%

Il ritorno dell’inflazione?

L’Economist parla di un ritorno – possibile – dell’inflazione Anche in questo caso si tratterebbe di qualcosa di straordinario, se solo si pensa che da anni ormai, cioè dall’inizio della crisi nel 2008, viviamo in una “stagnazione secolare”, una situazione cioè in cui l’assenza di crescita, accompagnata dall’aumento delle disuguaglianze, sono all’origine di quel fenomeno inquietante che è la deflazione, ossia la crescita negativa dei prezzi di beni e servizi

Delle api e delle locuste

Ci troviamo in un’economia che ha ormai istituzionalizzato comportamenti predatori basati sull’autointeresse, ma ci troviamo anche in una società in cui l’innovazione sociale è possibile in virtù delle stesse tecnologie della comunicazione che permeano le nostre forme di vita. C’è da chiedersi se il “fare insieme”, quell’insieme di attività in cui centrale è la relazione sociale, potrà avere la meglio sulla pura logica dell’interesse personale.

Cieca fortuna del capitale

Da monito contro la “vanitas” a invito al rischio e al gioco, la fortuna attraversa i secoli, si secolarizza, seguendo le trasformazioni del suo significato. Un percorso di letture tra Peter Sloterdijk, Marc Chesney e altri

Al di qua del Bene e del male: l’involuzione del bene e del male

La grande idea nietzschiana della trasmutazione di tutti i valori è stata realizzata esattamente all’inverso, nell’involuzione di tutti i valori. Non siamo andati al di là, ma al di qua del Bene e del Male, al di qua del Vero e del Falso, al di qua del Bello e del Brutto – non per eccesso, ma per difetto. Non c’è stata trasmutazione né superamento, ma dissoluzione e indistinzione.

Questione di modelli

La crescita, così come l’innovazione, vanno qualificate, non sono dei valori assoluti e autoreferenziali. Di per sé la crescita non genera equità e coesione sociale, così come l’innovazione non significa necessariamente nuovo valore d’uso, ma sempre più spesso aumento del consumo senza valore aggiunto.

Appadurai: un’etica per il futuro

Il futuro è un elemento portante delle società umane. Ma le visioni del futuro cambiano. Preservarne la differenza, significa preservarne il valore. Ecco perché, come ci spiega il grande antropologo Arjun Appadurai, «serve un’etica orientata al futuro o consegneremo le chiavi del nostro destino a vecchie e nuove logiche di sfruttamento»

L’azzardo e la finanza sono la stregoneria del nostro mondo

Il brivido del rischio e il colpo fortunato che può cambiare la nostra vita sono spesso il motore di scelte incontrollabili e imponderabili. Milioni di esistenze sono messe a profitto da un sistema irrazionale che ha i suoi sacerdoti, i suoi stregoni e le sue vittime: noi. Un dialogo con l’antropologo Marco Aime

La crisi della misura

Crisi senza fine. Lo dicono gli indicatori. Ma se si tenesse conto della cooperazione sociale, e non solo della prestazione individuale, il calcolo della produttività permetterebbe di remunerare in modo assai più appropriato il contributo di tutti alla creazione della ricchezza.

Precari digitali: note sul reddito di base

Alla precarizzazione del lavoro va ad aggiungersi l’effetto della digitalizzazionedei processi di produzione e dei consumi, un processo destinato a falcidiare l’impiego del classico lavoro salariato, se è vero, come evidenziato da una ricerca dell’Università di Oxford, che qualcosa come il 47% delle professioni vigenti scomparirà nei prossimi anni. L’accelerazione di tali processi indotti dalla potenza delle nuove tecnologie è tale che, differentemente dal passato, la creazione di nuovi posti di lavoro e di nuove professioni non riuscirà a compensarne le perdite.

Pensiero critico: antidoti differenziati al culto del tempo presente

“I concetti non sono già fatti, non stanno ad aspettarci come fossero corpi celesti. Non c’è un cielo per i concetti; devono essere inventati, fabbricati o piuttosto creati e non sarebbero nulla senza la firma di coloro che li creano”. È forse questo pensiero di Deleuze e Guattari a tracciare nel modo migliore la rotta degli eterogenei saggi che compongono questo libro, nel quale si affrontano alcuni dei principali problemi posti dal pensiero critico contemporaneo.