Dalle piazze ai grandi centri commerciali, dagli aeroporti alle stazioni: è necessario comprendere la dimensione di luogo, racconta il geografo Michel Lussault, per capire la globalizzazione e per affrontarne le sfide // di Marco Dotti
Non è il campo a rendere possibile il gioco, ma il gioco determina il campo. A loro volta le forze e il campo si determinano reciprocamente. Il pacifico mercato e la guerra sono due «campi di gioco di forze», l’uno e l’altro tendenzialmente globalizzati nel nostro tempo ipertecnologico e sovrapopolato
A partire dall’inizio del nuovo secolo, i paesi latino-americani sono stati infatti un formidabile laboratorio di sperimentazione politica, nel quale hanno visto la luce formule politiche nuove, di segno spesso molto differente e peraltro difficilmente interpretabili con le categorie più consolidate della politica europea. I movimenti e gli esperimenti nati in Argentina dopo la grande crisi dell’inizio del secolo, la «rivoluzione bolivariana» di Hugo Chavez, il Brasile di Lula, la Bolivia di Morales non hanno infatti solo dato inizio a stagioni politiche che hanno rotto con la storia precedente di questi Paesi, ma sono spesso andate a coincidere anche con la sperimentazione di nuove formule di organizzazione politica e di partecipazione popolare.
Tra i Frammenti postumi (nov. ’87 – marzo ’88) di Nietzsche si trova un testo, spesso citato, che porta il titolo di “Prefazione”. Testo insuperabile quello dei frammenti postumi; perché gelidi, nudi d’ogni veste letteraria, d’ogni “menzogna” artistica, d’ogni “opera d’arte”.