Tre lezioni di tenebra
Ciò che non c’è ci sia, si fissi e sia esserci, soggiorno, corpo – scriveva José Ángel Valente nelle sue Lezioni di tenebre
Ciò che non c’è ci sia, si fissi e sia esserci, soggiorno, corpo – scriveva José Ángel Valente nelle sue Lezioni di tenebre
Ciò che non c’è ci sia, si fissi e sia esserci, soggiorno, corpo – scriveva José Ángel Valente nella prima delle sue tre Lezioni di tenebre
La parola poetica, suggerisce José Ángel Valente, può sperare di ritrovare un proprio «centro» solo sgombrando il campo dagli «affanni individuali», riducendoli a una somma zero – «piano piano mi addentro, mi studio con rara pazienza, denuncio a uno a uno i miei affanni» – prima di liberarsi nel «vuoto» e nella rimozione totale della «propria storia».
I cabalisti non sapevano leggere. Grazie al cielo! Il lettore che legge, analizza e distrugge proprio ciò che legge. I cabalisti vegliano di notte e la loro luce non è il chiarore di una trasparenza senza corpo. Per calmare l’impazienza e l’insofferenza di una passione, anche se non sapete di quale si tratta, cercate di prendere la strada della dottrina insegnata, la teoria del linguaggio.