philosophy and social criticism

Posts tagged ‘scuola’

Le mani sull’infanzia

Negli USA è esplosa la questione dell’abolizione nelle scuole della pausa di ricreazione. La motivazione è stata quella di rendere «more productive», più produttivi i bambini, che devono impiegare tutto il tempo scolastico ad apprendere. Eppure è noto, e non da oggi, che proprio il gioco, tra i bambini, è una esperienza formativa decisiva per il loro futuro e per il futuro di tutti noi

Acrobate

Quando una parte del femminismo, dopo anni in cui si era scavato nelle storie personali, per capire quale violenza manifesta o psicologica avesse potuto chiudere l’esistenza femminile dentro la funzione materna, ha riportato in auge l’ “ordine simbolico della madre”, la superiore ‘competenza’ relazionale femminile, ho pensato che la visione del mondo dettata dall’uomo aveva ancora una volta trionfato su un percorso di autonomia appena agli inizi.

Le crisi della scuola sono crisi di civiltà

Scrive Charles Péguy: “I parassiti politici parlamentari di ogni lavoro umano, i politici della politica e dell’insegnamento hanno un bel celebrare la scienza e il mondo moderno e la società contemporanea in gozzoviglie cerimoniali (…) Come insegnare l’infanzia e la giovinezza quando tutto quel che non è più bambino e che non è più giovane mente?”

L’eros pedagogico non ancora colonizzato dal potere

Attraverso il suo sguardo innamorato, nella distanza, come verso la Terra lo sguardo dei cosmonauti, Pasolini, in un gioco di sguardi, ci porta a gettare lo sguardo su un potere che non si accontenta più di agire dall’esterno direttamente sul corpo dell’individuo lasciandone intatta la coscienza, ma, come dicevamo prima, penetra nel mentale, aggirando la possibilità di resistenza individuale. Un potere latente e pedagogico. Pasolinianamente, un potere che si presenta come, appunto, «sistema di educazione». Una nuova dimensione del potere di fronte alla quale recuperare l’unico tipo di rapporto che resiste perché non previsto, anzi, osteggiato: il rapporto personale, frontale, fisico, corporeo.

Controeducazione. Scrivere, pensare, sentire altro

Da molto tempo si vagheggia un’educazione tutta piegata sull’ideologia del fare, del produrre, dell’essere redditizi. Un’educazione, cioè, allineata alle richieste di un potere economico e politico, di un capitalismo totale e totalizzante che impone l’utilitarismo e la strumentalità come i soli principi validi per pensarla. Difficile chiamarla ancora educazione.

Noia

Zero in condotta. Se la scuola genera noia e violenza

Bisogna davvero coltivare la stupidità con una prolissità ministeriale per non revocare immediatamente un insegnamento che il passato impasta ancora con i lieviti ignobili del dispotismo, del lavoro forzato, della disciplina militare e di quell’astrazione, la cui etimologia – abstrahere, tirar fuori da – esprime bene l’esilio da sé, la separazione dalla vita.

"Scuola"

Le mani sulla scuola

di Mario Cassa Quando nella società italiana il dominio delle concentrazioni economiche sulla politica e sulla cultura nazionale era ben lontano dall’aver raggiunto le proporzioni che…

L’età dell’ignoranza

Marco Dotti nota su: Fabrizio Tonello, L’età dell’ignoranza. È possibile una democrazia senza cultura?, Bruno Mondadori, Milano 2012. «Dottori a quindici anni, stupidi per sempre». Forse è…

Una scuola senza Stato?

Ho fatto quindi il professore nella scuola d’arte di Velletri. Non vi illuda la parola “scuola d’arte”. In realtà non si insegna l’arte. Sono ragazzini che sembrano usciti dalle caverne, non parlano assolutamente l’italiano, parlano un dialetto che è romanesco che sente già l’influenza del sud, un dialetto barbarissimo, composto di pochissime parole e lontanissimo dalla lingua nazionale.