Pier Paolo Pasolini
di Gilberto Giovagnoli Gilberto Giovagnoli, pittore e scultore, nasce a San Marino nel 1954 dove vive e lavora circondato dai libri e dalla musica. …
di Gilberto Giovagnoli Gilberto Giovagnoli, pittore e scultore, nasce a San Marino nel 1954 dove vive e lavora circondato dai libri e dalla musica. …
Il pensiero che cerca di pensare l’origine, così come quello che cerca di determinare l’inizio, non possono evitare le difficoltà che gli sono proprie. Rispetto al tema dell’origine il pensiero non può negare, in ultima istanza, il proprio non sapere e di conseguenza, senza alcun sentimento di sconfitta, esso si ostina a ricorre al termine “mistero”, considerando la vita stessa come il dono per eccellenza.
Economia e casa sono, fin dall’etimo (oikos), in rapporto di complicità. Economia è dare secondo giustizia, non secondo vuoto diritto. Oikos è il luogo dove si spezza il pane, non dove si fa business
Il completamento dell’affermazione di Heidegger – l’uomo esiste in quanto abita – assume questa forma: l’uomo abita, perché è abitato. L’uomo è un abitante abitato. Abitato da che cosa? Da un’alterità che non riesce né a evitare, né a dominare.
Né alto, né basso, ma visioni della fine. L’Apocalisse si presenta a Giovanni come succedersi di «visioni», come sacrificio della parola, come critica implicita al logocentrismo fondato sulla rappresentazione e sulla logica binaria. In un ben noto passo dell’Apocalisse, a un certo punto, si legge: «Quando i sette tuoni parlarono io mi accingevo a scrivere, ma intesi una voce dal cielo che mi diceva: “Tieni chiuso in te ciò che i sette tuoni hanno detto e non scriverlo”». Che cosa tiene segreto Giovanni?
Ci sono paradossi che si inscrivono direttamente nelle forme, anche in quelle più lineari e semplici. Nel lavoro di Peter Halley questi paradossi assumono forma di «diagrammi sociali», di celle, di «microchips» stilizzati, di circuiti di linee e cortocircuiti di colori a rappresentare – in qualche modo – il calco di una «realtà» in preda alla follia spettacolarizzata e travolta nel suo flusso alienante.
Il tema dell’assenza, del levare, del sottrarre, del tentare di lavorare sul reale in una forma che in qualche modo ne anticipi e tenti di scongiurarne la totale sparizione è particolarmente evidente nella nota su Calvino.
Nella misura in cui il romanzo, soprattutto moderno, può essere considerato come la forma letteraria dell’assenza, il Cavaliere inesistente di Italo Calvino ne riprende il tema fondamentale. Esso “incarna” questa assenza, ma secondo una modalità leggera e barocca. La crisi dei valori è messa in scena, giocata, parodiata. Calvino non mira al radicalismo e siamo lontani dal romanzo oggettivo.
Scrive Karl Marx: ” L’insurrezione di Milano è significativa in quanto è un sintomo della crisi rivoluzionaria che incombe su tutto il continente europeo. Ed è ammirevole in quanto atto eroico di un pugno di proletari che, armati di soli coltelli, hanno avuto il coraggio di attaccare una cittadella e un esercito di 40 mila soldati tra i migliori d’Europa mentre i figli italiani di Mammona danzavano, cantavano e gozzovigliavano in mezzo alle lacrime e al sangue della loro nazione umiliata e torturata”.