philosophy and social criticism

Archive for ‘Marzo, 2016’

La Coop eri tu

Oggi le cooperative sono ormai “normalizzate”, e cioè depoliticizzate: sono superati i rischi di un legame troppo stretto con ideologie e movimenti politici. Se, appunto, l’identità si è via via smarrita, o quanto meno trasformata, è stato possibile superare le divisioni partitiche fra cooperative di diverso colore: oggi l’unione delle diverse cooperative – che solo in Italia contano 12 milioni di soci e 1,2 milioni di addetti – ha portato quel mondo a essere un interlocutore economico al pari e al fianco degli altri, da Confindustria a Confcommercio.

Risus paschalis

Dalla Baviera alla Spagna, dalla Firenze di Dante alla Sicilia di Pitré il risus paschalis fu a lungo un rito osceno, tollerato nelle Chiese e sugli altari. Un carnevale in tempo di Pasqua

Antropologia di Salah Abdeslam

In Occidente la merce diviene spettacolo e lo spettacolo merce. Il corpo si esibisce e si fa spettacolo esso stesso. E allora i luoghi della merce diventano quelli da colpire: supermercati, teatri, resort turistici, metropolitane, stazioni ferroviarie; l’accusa di apostasia si estende a tutti i frequentatori dei siti impuri. Una apostasia ipostatica dunque; mentre nello spazio del Califfato i luoghi sono rovesciati: il vero credente frequenta la casa nella sua intimità inviolabile e la moschea, le donne sono sempre velate per non essere violate, l’esibizione si limita alle armi e alla ferocia assassina.

Simbolismo della croce

Scriveva Friedrich Creuzer: “Una tradizione antichissima, considerata sacra anche in Grecia, consisteva nello spezzare una tavoletta e nel conservare le due unità separate come pegno e segno di un diritto di ospitalità concluso. Quel frammento della tavola spezzata (tessera) veniva chiamato proprio simbolo (symbolon)”.

"Léon Degrelle"

Hugo Claus: un filo rosso nel secolo nero

La bestialità individuale, suggerisce Hugo Claus, è sempre una conseguenza diretta o indiretta di una idea nazionalistica eretta a programma educativo, e in questo senso la decostruzione del movimento rexista e l’anatomia del fascismo in Belgio diventano importanti, perché illuminano un contesto, anziché ricondurlo su un piano di mera perversione individuale.

Il capitale umano nella fabbrica della vita

Al di là degli enormi problemi etici che solleva, il «biolavoro» diventa infatti quasi il paradigma di un quadro generale, nel quale ogni individuo diventa solo il titolare di uno specifico ‘capitale umano’. Un ‘capitale’ che ciascuno è chiamato a preservare, coltivare e accrescere. Un ‘capitale’ che ciascuno può vendere ‘liberamente’ tuffandosi in una immensa distesa di merci. Un ‘capitale’ che ognuno può utilizzare ‘liberamente’ – spremendo dalla propria mente e dal proprio corpo ogni ipotetica possibilità commerciale – per le transazioni più vantaggiose e per ottenere le risorse necessarie per soddisfare i propri desideri. In altre parole, il «biolavoro» è solo la più drammatica testimonianza della logica che si nasconde dietro la retorica del ‘capitale umano’.

Aleksandr Lurija, archeologia del labirinto

1943. Fronte russo occidentale, regione di Smolensk: Lev A. Zaseckij, giovane tenente dell’Armata Rossa, viene ferito da un proiettile tedesco che gli penetra in profondità nel cervello cancellando la percezione di una parte del corpo e pregiudicando sia la comprensione del linguaggio che la memoria. Sottoposto a un intenso processo di riabilitazione, Zaseckij recupera frammenti delle funzioni cerebrali perdute e torna, dolorosamente, a vivere: riaffiorano nomi di persone e oggetti, impara di nuovo a contare, riconosce la via di casa…

Un tentativo di dialogo: Fachinelli e Pasolini nel 1974

«Dall’età dell’innocenza siamo passati all’età della corruzione», affermava Pier Paolo Pasolini in un’intervista del 1973. Una dicotomia efficace, ma semplicistica. Così almeno apparve al grande psicoanalista Elvio Fachinelli – di cui in questi giorni arriva in libreria per i tipi di DeriveApprodi la raccolta di scritti “Al cuore delle cose” – che cercò il confronto. Ma l’isolamento pasoliniano ebbe la meglio

Estasi metropolitane

Di fronte all’accelerazione crescente del nostro mondo, si verifica una situazione analoga. Essa contraddice in primo luogo a una modificazione elastica dello spazio: questo si restringe nell’àmbito terrestre e si amplia invece nella dimensione interplanetaria, dove diventa lo Spazio in assoluto. Nel primo caso il tempo tende all’istantaneità, i giorni e le ore diventano minuti, secondi; nell’altro, il tempo scivola verso lo zero, i mesi e gli anni non sono. Una riflessione sul tempo estatico della metropoli.

Ancora destra e sinistra?

Destra e sinistra come polarizzazioni simboliche della politica hanno ancora senso? In via del tutto provvisoria -scrive Elvio Fachinelli – “propongo l’uso implicito e il privilegio, in ogni valutazione intellettuale, di qualcosa che si potrebbe chiamare creatività-generatività, contrapposta a non creatività e non generatività”