philosophy and social criticism

Archive for ‘Agosto, 2016’

Cieca fortuna del capitale

Da monito contro la “vanitas” a invito al rischio e al gioco, la fortuna attraversa i secoli, si secolarizza, seguendo le trasformazioni del suo significato. Un percorso di letture tra Peter Sloterdijk, Marc Chesney e altri

L’amatriciana di Dioniso

L’abbandono dei territori da parte della politica è solo la conseguenza di un abbandono precedente, l’allontanamento simbolico di ciò che una volta si chiamava tradizione

Christian Laval: «La crisi è diventata un modo di governo »

La logica neoliberale distrugge o indebolisce tutto quello che potrebbe opporvisi: i sindacati, l’azione dei cittadini, le mobilitazioni. Si registra anche uno sgretolamento del legame sociale. Il neoliberalismo è una logica normativa globale che tende a divenire un sistema e che ha per principio la messa in concorrenza degli Stati, delle istituzioni e degli individui tra loro.

Acrobate

Quando una parte del femminismo, dopo anni in cui si era scavato nelle storie personali, per capire quale violenza manifesta o psicologica avesse potuto chiudere l’esistenza femminile dentro la funzione materna, ha riportato in auge l’ “ordine simbolico della madre”, la superiore ‘competenza’ relazionale femminile, ho pensato che la visione del mondo dettata dall’uomo aveva ancora una volta trionfato su un percorso di autonomia appena agli inizi.

Jean Baudrillard: “l’esaltante incertenza del gioco”

La seduzione gioca con il desiderio, ma non è il desiderio. Il gioco “gioca” col giocatore, lo comprime nell’incertezza. Ma c’è un’incertezza positiva, osserva Baudrillard, un’esaltante incertezza. Quella che ci permette di dire che “no, i giochi non sono ancora fatti”

Bambole

La “bambola” che l’uomo e la donna incontrano all’inizio della loro vita sembra dunque assommare in sé aspetti diversi: è il corpo che genera, il corpo della madre, se visto dall’interno, ma è anche, guardato da fuori, l’oggetto d’amore che si consegna, muto e seducente, al desiderio sesssuale. Inotre, dato che la bambola viene tradizionalmente associata al figlio futuro, si può pensarla anche come immagine di quel femminile narcisisticamente appagato di se stesso, che Freud accosta al bambino e ad alcuni animali da preda.

Al di qua del Bene e del male: l’involuzione del bene e del male

La grande idea nietzschiana della trasmutazione di tutti i valori è stata realizzata esattamente all’inverso, nell’involuzione di tutti i valori. Non siamo andati al di là, ma al di qua del Bene e del Male, al di qua del Vero e del Falso, al di qua del Bello e del Brutto – non per eccesso, ma per difetto. Non c’è stata trasmutazione né superamento, ma dissoluzione e indistinzione.

I would prefer not to

Oggi l’indifferenza è narcisistica: l’estetizzazione del mondo riesce a far digerire tutto, anche le tragedie più sporche e penose, perché queste ultime rimangono sullo sfondo e vengono comunque rimodellate per essere buone occasioni per esprimere la nostra indignazione e il nostro dolore. Ogni aspetto della vita (le singole parti del corpo, il lavoro, le vacanze, il cibo ecc.) sono oggetto di un massivo investimento estetico. Ogni sguardo non cerca altro che il proprio viso, e non solo con i selfie.

Dialogo tra una femminista e un misogino

Di fronte al ripetersi ormai quasi quotidiano di omicidi di donne, anziché limitarsi a deprecare la violenza, invocando pene più severe per gli aggressori, più tutela per le vittime, forse sarebbe più sensato gettare uno sguardo là dove non vorremmo vederla comparire, in quelle zone della vita personale che hanno a che fare con gli affetti più intimi, con tutto ciò che ci è più famigliare, ma non per questo più conosciuto.

Le crisi della scuola sono crisi di civiltà

Scrive Charles Péguy: “I parassiti politici parlamentari di ogni lavoro umano, i politici della politica e dell’insegnamento hanno un bel celebrare la scienza e il mondo moderno e la società contemporanea in gozzoviglie cerimoniali (…) Come insegnare l’infanzia e la giovinezza quando tutto quel che non è più bambino e che non è più giovane mente?”

Étienne Balibar: “La costruzione europea deve cambiare… o collasserà”

L’Europa tende verso un regime potenzialmente autoritario, un regime che deve rivestirsi di una facciata democratica; da qui, per esempio, il progetto di eleggere un presidente europeo a suffragio universale. Questa “rivoluzione dall’alto” si è sovrapposta all’accelerazione della crisi che, oggi, frammenta l’Europa tra nazioni e regioni. Per il momento la tecnocrazia non ha alcun piano B.