philosophy and social criticism

Posts from the ‘Francesco Paolella’ category

Le guerre di Elias Canetti

«Combattono fra le dita dei piedi, nell’ombelico, dentro le narici, combattono nel didietro, sotto le ascelle, dentro le orecchie e in bocca, non c’è luogo nascosto, non c’è palmo, non c’è poro, nelle cui profondità non combattano l’uno contro l’altro all’ultimo sangue».

Non di solo pane. Nota sull’homo dieteticus

Il nostro essere onnivori è entrato in crisi. Le varie ortoressie regole più o meno ferree da seguire per riuscire a mangiare nel modo corretto), il vegetarianismo nelle sue diverse declinazioni – pensiamo al crudismo – possono diventare davvero regole monastiche e anacoretiche, che finiscono per isolare chi le pratica.

Abu Ghraib e il terrore quotidiano

Nella primavera del 2004 diventano di dominio pubblico le immagini del carcere irakeno di Abu Ghraib, dove i soldati americani si lasciano fotografare – sono in posa e allegri – mentre torturano i prigionieri. Nessuno può aver dimenticato l’orrore di quelle scene. Scene di una catastrofe post-democratica, dove l’orrore coincide con l’immagine dell’orrore, reiterata, ostentata, sovraesposta nel quotidiano

Selfie o la fine della fotografia

Tutti subiamo il potere delle immagini; le immagini, e appunto in primo luogo il selfie, ci obbligano a produrre una nuova identità per ognuno di noi; ci fanno scivolare in una post-realtà. Scianna in questo nuovo libro parla di questa nostra come dell’“era della post-fotografia”.

"Vanni Codeluppi"

La rete non è più un bene comune

Socialità e materialità della nostra cultura sono pervasi, non solo immersi, dall’ambiente digitale. Vi si articolano e vengono in esso articolate. Ma davvero la rete, in questo stadio del suo sviluppo, è da considerare un “bene comune”? Per il sociologo Vanni Codeluppi la rete non è “social” come vorrebbero farci credere

"Knut Hamsun"

Hamsun: prigioniero della politica e della vecchiaia

Fra gli intellettuali, gli scrittori e i poeti, che furono vinti dall’ideologia nazionalsocialista e scelsero di collaborare più o meno direttamente con gli hitleriani o con gli occupanti tedeschi e i loro emissari locali in diversi paesi europei durante la seconda guerra mondiale, si ricordano sempre Luis-Ferdinand Céline, Ezra Pound e Knut Hamsun. Potremmo aggiungere almeno anche i nomi di Carl Schmitt e di Robert Brasillach.

Lapucci, quel vecchio pop di strada

Di libri come questo – che ci parla di tanti mendicanti più o meno dissimulati e più o meno ingegnosi, di tantissimi bevitori refrattari al lavoro – se ne potrebbe scrivere uno per ogni città, per ogni vallata. E non sarebbe un lavoro da pedanti e nostalgici, per libretti da vendere nelle edicole di provincia. La storia locale, intesa in primo luogo come ricerca sulle memorie, è una fonte a volte prodigiosa, mai banale.

Mussolini

Il nostro pazzo Duce: la perizia di Tommaso Senise

Follia del fascismo? Ne hanno parlato in molti, ma un alienista napoletano, Tommaso Senise, provò davvero a scrivere una specie di perizia psichiatrica su Mussolini (e su Hitler). Tommaso Senise lavorava nell’ospedale psichiatrico di Napoli dal 1913 ed era libero docente di neuropsichiatria nell’università di quella città. Dal 1921 era anche direttore della rivista “Il cervello”. Ecco la sua storia.

"Ugo Cornia, Animali"

L’infanzia difficile del cane. Nota su Ugo Cornia

Nel suo ultimo libro, Ugo Cornia insiste sul bisogno incessante di vedere nel comportamento di ogni animale una intelligenza o una empatia a loro modo “umane”. Di ogni gatto o cane si potrebbe – e Cornia la fa – scrivere la storia, una specie di biografia

cartoline

Tutta la città

Nel suo ultimo lavoro, Paolo Caredda ha raccolto decine di panorami grezzi, con condomini appena terminati e strade non ancora asfaltate. Case che venivano costruite in fretta, prefabbricate e che si sapeva già dalle fondamenta che avrebbero condannato a un po’ di tristezza masse di uomini, di famiglie (che potevano però andare a vivere in un appartamento).

"Ermanno Cavazzoni, cirenaica"

Il piano derelitto dei banditi. La distopia allegra di Cavazzoni

Ermanno Cavazzoni rimanda in libreria (con un nuovo titolo) Cirenaica, già pubblicato una quindicina di anni fa da Einaudi. Il bassomondo, con la vita infernale che vi conduce, viene raccontato in un manoscritto che l’autore dice di aver trovato in mezzo al binario 21 della stazione centrale di Milano: è fin troppo facile pensare che questo altro mondo, ben più brutto, cattivo (anzi degenerato) e disperato del nostro, serva in realtà per parlare di noi. Della nostra vita, disperata e vuota.

La guerra all’improvviso

Il nuovo libro di Andrea Molesini ha anzitutto il pregio di farci respirare l’atmosfera di incredulità e di smarrimento che colse tutti in quei giorni del 1914.…

Miracoli a Milano

 di Francesco Paolella Nota su: Tatiana Agliani, Giorgio Bigatti, Uliano Lucas, È un meridionale però ha voglia di lavorare, Franco Angeli, Milano 2011.    «Mattoni su…