philosophy and social criticism

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Controeducazione. Scrivere, pensare, sentire altro

Da molto tempo si vagheggia un’educazione tutta piegata sull’ideologia del fare, del produrre, dell’essere redditizi. Un’educazione, cioè, allineata alle richieste di un potere economico e politico, di un capitalismo totale e totalizzante che impone l’utilitarismo e la strumentalità come i soli principi validi per pensarla. Difficile chiamarla ancora educazione.

Capitalismo vs. democrazia

Oggi, in Europa la sovranità assoluta e totale è quella del mercato finanziario globale. I mercati finanziari dettano ad ogni paese i salari e le pensioni, i tagli alla spesa sociale, le privatizzazioni, il tasso di disoccupazione. I tecnici di stato e gli esperti di parastato sono al loro servizio

"Denis Roche"

A che cosa serve la lince?

Chi è Denis Roche? Scrittore e fotografo, come dicono le sue biografie? Ma come si compenetrano in lui scrittura (poetica) e poetica (dello sguardo)? Un testo riapre la questione

L’enfer des choses. Entretien avec Paul Dumouchel

Crise d’où vient aussi critique veut dire en grec le moment de la décision. On devrait regarder la crise actuelle de cette manière. Malheureusement c’est ce que semble-t-il personne ne veut faire. Il n’y a eu aucune tentative de remise en cause du système

Pavese e la Balena bianca

Scriveva Cesare Pavese: “Parlare. Le parole sono il nostro mestiere. Lo diciamo senza ombra di timidezza o di ironia. Le parole sono tenere cose, intrattabili e vive, ma fatte per l’uomo e non l’uomo per loro. Sentiamo tutti di vivere in un tempo in cui bisogna riportare le parole alla solida e nuda nettezza di quando l’uomo le creava per servirsene”

Il ritmo di Busi

Per Aldo Busi la letteratura è ritmo, è molto difficile riuscire a romperlo o anche solo a sospenderlo. Questo libro è la somma, anzi la moltiplicazione, di tanti libri possibili.

Ego et Alter. Nicola da Cusa

Nel suo Eckhart, Galvano Della Volpe rimprovera, tra l’altro, anche a marxisti, il culto della negazione della negazione, che, a suo avviso, non è che formula teologica desunta, da parte di Hegel, da mistici come Eckhart e Nicola da Cusa, per i quali solo è ammissibile una logica dell’infinito in cui uomo e mondo sono negazione di quella posizione che è l’infinità di dio, cui si approda mediante la negazione della negazione, vale a dire dell’accidentalità del mondo

Marx alla rovescia

Se l’altro Karl , Kraus, avesse scritto il Capitale – osservava Manlio Sgalambro – l’avrebbe sintetizzato in poche righe

Versace, il killer e quel funerale kitsch

Gli americani adorano il sociopatico di successo, la loro non è tanto una società in cui nessuno conosce nessuno quanto una società in cui solo ai personaggi celebrati dai media si concede vera esistenza. Il resto, conta solo come eccezione. Che cosa dire e come non ridere davanti a Elton John, l’ex cantante oramai specializzato in coretti funebri, che piange al funerale dell’amico stilista, «fasciato da abiti di Versace, come fosse una Maria Antonietta»?

La sfera infinita

«Forse la Sto­ria uni­ver­sale è quella della diversa into­na­zione di alcune meta­fore»; così Bor­ges opina su una delle sug­ge­stioni certo a lui più care: quella della pos­si­bi­lità di trac­ciare un com­pen­dio esau­stivo delle por­tanti imma­gi­nali che hanno deter­mi­nato la vita degli uomini nel loro dive­nire sto­rico. Tra que­ste meta­fore, parola la cui eti­mo­lo­gia dispiega pie­na­mente la sua forza evo­ca­tiva — dal greco meta-foreo, cioè tra­spor­tare oltre – una rien­tra magi­stral­mente tra le costanti che com­pon­gono il cata­sto bor­ghe­siano della Sto­ria uni­ver­sale: Dio come sfera infinita.

Avviso ai leader europei: bisogna abolire la democrazia

A commento dell’ “accordo” con cui le istituzioni di Bruxelles e un Eurogruppo a trazione tedesca hanno nuovamente imposto la teologia del debito e un umiliante regime dell’austerity alle forze sociali greche che, alla ricerca di una via di uscita dalla barbarie, avevano osato pronunciarsi con un sonoro “No” contro il comando finanziario, pubblichiamo questo articolo del filosofo e sociologo Christian Laval.

Frankenstein reloaded

Il Golem era ritenuto incapace di pensare, di parlare e di provare qualsiasi tipo di emozione perché privo di un’anima che nessuna magia fatta dall’uomo sarebbe stata in grado di fornirgli. Questo sottile diaframma separa, almeno nella tradizione cabalistica, il Creatore dall’uomo, incapace di generare la coscienza di sé: ciò che distingue in essenza la vita superiore da quella inferiore.