C’è l’utilità dell’inutile e c’è l’inutilità dell’utile. E poi c’è il futile, che è tutt’altra cosa. Ma il discorso “socialmente utile” è pesante, noioso, non brilla nemmeno sui social network, anzi…
L’utero non è mai stato considerato, neanche dal punto di vista strettamente anatomico, un organo come tutti gli altri. Da quando l’attenzione dell’umanità si è concentrata sul mistero della forma corporis, sia che esso fosse studiato come riassunto della più vasta creazione macrocosmica, sia come quintessenza della stessa perfezione divina, l’imago uteris ha avuto una storia a se stante, una vera e propria epopea anatomica che lo isola, per così dire, dal resto del corpo, proprio a cagione del suo riconosciuto ruolo nella procreazione.
Di libri come questo – che ci parla di tanti mendicanti più o meno dissimulati e più o meno ingegnosi, di tantissimi bevitori refrattari al lavoro – se ne potrebbe scrivere uno per ogni città, per ogni vallata. E non sarebbe un lavoro da pedanti e nostalgici, per libretti da vendere nelle edicole di provincia. La storia locale, intesa in primo luogo come ricerca sulle memorie, è una fonte a volte prodigiosa, mai banale.
Il termine erede traduce il latino” heres” che scaturirebbe dalla radice indoeuropea *ghar, ossia “colui che prende”. Oppure, secondo un’ipotesi del linguista e filologo ottocentesco Franz Bopp, dalla forma indebolita del greco cheros che significa “il diventato orfano”. Ma ognuno di noi, osserva Remo Bodei, “è il risultato di una ininterrotta sequenza di viventi”. Ognuno di noi è un frammento nel lungo cammino delle generazioni
«Ci vuole un punto di vista, da cui guardare il mondo, e la vita», scrive Mario Tronti, «ci vuole una parte di mondo e di vita a cui ascrivere il proprio pensiero». L’itinerario storico-politico di un intellettuale (dis)organico
La Grande Guerra – è Hannah Arendt, tra le pagine del suo libro sull’Origine del totalitarismo, a ricordarcelo – è stato soprattutto questo: un Grande Enigma, quasi impossibile da decrifrare nelle sue conseguenze. Chales Péguy è parte di questo enigma
Al lavoro nell’antica Samaria. Un’intervista con Jean-Sylvain Caillou e Hani Nour Eddine che collaborano in una scuola-cantiere nei territori occupati per permettere ai palestinesi di riappriopriarsi della loro storia, uscendo dall’isolamento e partecipando agli scavi
I cabalisti non sapevano leggere. Grazie al cielo! Il lettore che legge, analizza e distrugge proprio ciò che legge. I cabalisti vegliano di notte e la loro luce non è il chiarore di una trasparenza senza corpo. Per calmare l’impazienza e l’insofferenza di una passione, anche se non sapete di quale si tratta, cercate di prendere la strada della dottrina insegnata, la teoria del linguaggio.
Penser, c’est dire non. Remarquez que le signe du oui est d’un homme qui s’endort ; au contraire le réveil secoue la tête et dit non. Non à quoi ? Au monde, au tyran, au prêcheur ? Ce n’est que l’apparence. En tous ces cas-là, c’est à elle-même que la pensée dit non. Elle rompt l’heureux acquiescement. Elle se sépare d’elle-même.
È l’8 gennaio 1962, un lunedì, patrono del giorno San Severino, quando Mario Bagno – il “conte” Mario Bagno, come ama farsi chiamare da tutti, nemici compresi – acquista l’Immobiliare Consonno Brianza. È l’inizio di un sogno o di un incubo, dipende dai punti di vista.
Nel suo ultimo libro, Ugo Cornia insiste sul bisogno incessante di vedere nel comportamento di ogni animale una intelligenza o una empatia a loro modo “umane”. Di ogni gatto o cane si potrebbe – e Cornia la fa – scrivere la storia, una specie di biografia
Il pensiero che respinge più appassionatamente il proprio condizionamento per amore dell’incondizionato, cade tanto piùinconsapevolmente, e quindi più fatalmente, in balìa del mondo. Anche la propria impossibilità esso deve comprendere per amore della possibilità. Ma rispetto all’esigenza che cosí gli si pone, la stessa questione della realtà o irrealtà della redenzione diventa pressoché indifferente.
Chi decapita si presenta come un soggetto ribelle, rivoluzionario. Non lo è. Il suo corpo ci appare come uno scheletro, sotto il panno che gli copre il volto c’è un teschio, costui non sceglie, non aderisce, è aderito, è necessitato, è la morte stessa. Qui c’è un eccesso di Legge.