Girard e il suo doppio: i romanzi e la vita
Desiderio e imitazione nella prima opera di René Girard // di Francesco Paolella
Desiderio e imitazione nella prima opera di René Girard // di Francesco Paolella
L’abbandono dei territori da parte della politica è solo la conseguenza di un abbandono precedente, l’allontanamento simbolico di ciò che una volta si chiamava tradizione
La testa di Orfeo, infatti, viene mozzata, e gettata nel fiume Evros, il corso d’acqua che allora attraversava la Tracia, la terra che si estendeva tra l’attuale Grecia e la parte europea della Turchia. In sostanza il fiume che ancora segna il confine tra le due nazioni, quello che i migranti provenienti da est devono attraversare e discendere per arrivare in Europa. Come quella di Orfeo è la testa dei migranti. Che futuro annuncia, che sventura prefigura per una “europa” che non sa più essere Europa?
Esiste, da sempre, una figura simbolica, un monomito, che ipostatizza il superamento dei contrari e ci rimanda così, col suo significato, alla relazione originaria tra creatore e creazione: l’androgino.
Nell’ultimo decennio dello scorso secolo, si presentarono all’attenzione degli studiosi i dati di fatto che avrebbero consentito, nel posteriore cinquantennio, la definizione d’uno dei concetti considerati oggi fondamentali nell’analisi dei fatti religiosi: la ripetizione rituale (Rituelle Wiederholung, Répétition rituelle, Ritual repetition).
«Una immagine può essere accolta, si può entrare in un’immagine, quando non si è distolti da niente, quando si percepisce un’empatia con quella immagine» dice Andrej Tarkovskij. Quella di Narciso sembra oramai solo l’Immagine di colui che si innamorò della propria immagine, l’emblema di una patologia che deriva dal suo stesso nome.
Il Mediterraneo, «intriso di sangue e di sperma», come lo definisce nei suoi Dialoghi con Leucò Cesare Pavese, rimanda immediatamente all’idea generativa di entrambi questi liquidi, uno di origine femminile, il sangue mestruale, l’altro maschile: lo sperma. Esiodo nella sua Teogonia (vv. 188-90) dice: «Attorno alla bianca schiuma dell’immortale membro trasportato verso il largo, per tanto tempo (poulùn chrónon), una fanciulla crebbe».
di Raffaele K. Salinari Narra Apollonio Rodio nelle sue Argonautiche di un’arcana contesa: quella tra la musica di Orfeo ed il canto delle Sirene. Una sfida…
Bruno Accarino La chiave di lettura unitaria la fornisce Hitler, ancora lui: è la maledizione dei tedeschi, lamenta negli ultimi giorni di guerra, quando tutto è…