philosophy and social criticism

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Il diniego della sconfitta. Comunicazione e manipolazione della verità

Qualche giorno fa, invitato come ospite al programma tv Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber, il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha fatto una serie di affermazioni che hanno attirato la mia attenzione e mi hanno indotto a riflettere ulteriormente su uno dei mali del nostro tempo: la concezione essenzialmente strumentale della comunicazione

La morte in italia

È lecito evitare a un moribondo la consapevolezza della propria fine? Oppure è, anzi, necessario, per garantirgli la maggior tranquillità possibile nei suoi ultimi giorni? Non è un tormento inutile la verità in questi casi?

Amleto e Diabolik

Amleto e Diabolik, uomini che appartengono a immaginari apparentemente diversi, ma accomunati, oltre che dalla immancabile calzamaglia nera, da una vicinanza intima con la morte e dall’amore assoluto per una donna che scandisce il ritmo ed il senso della loro vita. Ma, oltre a questo, li lega qualcosa di più… etereo, come vedremo

Il demone di Tronti

Esce in questi giorni Il demone della politica (Il Mulino, pp. 656, euro 46.00), una corposa antologia, curata da Matteo Cavalleri, Michele Filippini e Jamila M.H. Mascat, che raccoglie alcuni dei lavori più importanti stesi da Mario Tronti dal 1958 al 2015. Il volume forse non consentirà di sciogliere davvero l’«enigma» di Tronti, o di rispondere alle tante domande che nelle sue opere vengono poste. Ma, riproponendo testi ormai per molti versi ‘classici’ e pagine dimenticate, offre la possibilità di rileggere le innovazioni, le svolte, i ripensamenti di una delle voci più originali del panorama teorico del Novecento italiano

Afascismo militante: Berto e Delfini

Il Sessantotto, movimento contrassegnato dalla nevrosi, avrebbe rappresentato dunque l’inizio di un periodo che avrebbe condotto a una deprimente degenerazione nelle vita civile e culturale italiana. Di chi la colpa? Non si salvava nessuno: la borghesia, il grande capitale, i partiti, i rivoluzionari, gli accademici, gli editori. Tutti avevano (e hanno ancora, del resto) in comune una terribile malattia cronica: la retorica.

Fra realtà e narrazione

Di sicuro, in economia non sempre il semplice è il sigillo del vero. Lo dimostra la discussione in corso attorno al futuro del costo del denaro, cioè dei tassi di interesse, negli Stati Uniti come nel resto del mondo

L’assurdità del bene: Pierre Bayard

La guerra, con la confusione e la crisi di valori che essa sempre comporta, può dunque far emergere lati oscuri della nostra personalità, davanti ai quali è quasi impossibile difendersi. L’unico, possibile antidoto resta la capacità di creare e di porsi delle scelte, per evitare di seguire meccanicamente il “contesto”, abituandosi troppo presto all’inevitabile. Ne parla Pierre Bayard nel suo ultimo libro, edito da Sellerio

Criptofeticcio: il caso bitcoin

Sembra di sognare, eppure la storia della finanza è punteggiata da febbri misteriose, a partire da quella per i tulipani d’inizio Seicento, in Olanda, quando il prezzo di un bulbo raggiunse quello di una casa signorile. Almeno su questo sembra ci sia un accordo generale: i bitcoin sono un attivo speculativo. Altro che denaro, per quanto elettronico, per quanto scritturale, come per il 90 percento del denaro in circolazione!

Gli appestati

Cosa accomuna Dante e Oriana Fallaci, Walter Benjamin e Yukio Mishima, Julius Evola e Umberto Eco?

Azzardo predatorio e spazi anaffettivi di solitudine

Bambine abbandonate in un’auto, mentre i genitori giocano alle slot machine. Il padre perde tutto quello che ha in azzardo e la madre si prostituisce, per permettergli di continuare a “giocare”. Ciò che le istituzioni centrali continuano a chiamare “gioco lecito”, “gioco pubblico”, “gioco legale” genera degrado. E orrore senza fine. È questo il prezzo che la nostra società è disposta a pagare?

Reddito di dignità per fermare l’esodo dei giovani

Mai nella storia secolare del capitalismo le imprese avevano avuto tanto denaro a buon mercato, mai tanta forza lavoro, anche qualificata, docile e rassegnata a propria disposizione. Eppure gli investimenti languono, ovunque, quando non arretrano. In Italia sono scesi a un tasso medio annuo del 4,4% (nel Sud -6,6%) tra il 2008 -14. E l’orizzonte non è roseo per le sorti dell’occupazione